Regione. Santori: “Ospedale di Anzio al collasso”

ROMA – “La situazione critica degli ospedali della provincia di Roma tocca il suo apice ad Anzio, dove il presidio nevralgico per le emergenze del territorio è fortemente carente di personale e la situazione è ormai giunta ad un collasso. L’ospedale, che solo tra gennaio e settembre scorsi ha trattato oltre 3500 pazienti, conta un personale infermieristico, oltre che medico, al di sotto dei livelli minimi assistenziali. Un fatto inaccettabile per i cittadini di Anzio e Nettuno che in queste condizioni mettono in gioco la propria salute e la vita in caso di emergenza e continuano ad essere considerati cittadini di serie B”. Lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio (nella foto).

“La denuncia – prosegue – non arriva soltanto dai pazienti e dai familiari curati in maniera indegna, ma direttamente dal personale in servizio al Dea di Anzio, che nelle scorse settimane aveva inviato una nota di fuoco a tutti i responsabili di questo scempio declinando ogni responsabilità per qualsiasi evento dannoso per la salute dei pazienti riconducibile a carenza di personale e stress da lavoro-correlato citando l’art.28 del Dlg 81/08. Questa estate – prosegue Santori – effettuai una serie di sopralluoghi negli ospedali del litorale romano. Una delle tappe fu proprio l’ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno e presentai un’interrogazione urgente al presidente Zingaretti che tramite il direttore generale della Asl Roma H ebbe modo di inviarmi una serie di documenti ufficiali che dimostravano come la Regione Lazio fosse totalmente colpevole di questa grave situazione. Ebbene, oggi posso dire che la situazione è in costante peggioramento. Difatti, la giunta Zingaretti, che avrebbe dovuto dotare l’ospedale di strutture capaci di gestire le emergenze e del personale medico e infermieristico sufficiente, non è riuscita ad alzare un dito. nel frattempo i cittadini, che tramite le realtà locali hanno raccolto migliaia di firme, devono continuare a fare i conti con i locali depotenziati, macchinari obsoleti, un’intera palazzina vuota e inutilizzata da anni, una farmacia ospedaliera trasferita ad Ariccia e strumentazioni vecchie, come una TAC obsoleta che necessita di molti giorni di manutenzione al mese, avendo un’autonomia di soli dieci giorni. Chi è responsabile di questo scempio si metta una mano sulla coscienza. E’ venuto il momento di risolvere il disservizio perché tante persone rischiano la vita e il personale è ormai allo stremo” conclude Santori.