Il cielo fermo di dicembre, uno zampillo nel cuore, due occhi che si raccontano, la vita, quanto sangue e nodi in questi sguardi senza parole, il campanile riluce d’azzurro, ha un tepore accogliente, conosce la gente e sa, sa che il cuore vince, vince il sentire malgrado i rumori affannosi del traffico, la nebbia lucente, lo stridore dell’aurora dopo una notte di illusioni.
Un tavolo senza colori, verde e musica accesa, riccioli e stanchezza…
Amiche da troppi anni per ricordare, amiche da non DOVERSI sentire, amiche che sanno quanto è costato essere ora così, ma quei sorrisi pieni, carichi, sanno di gioie consunte, sanno di domeniche gelide e di meravigliose albe.
È bello ripensare – a volte dimentichiamo quanto fragore è passato ed è così bello ascoltare la notte, il semaforo corre , verde, ci dice- andate- correte- ma la notte è ovatta, la notte è calda sa aspettare non ha fretta, e allora tutto torna semplice, si torna a quella finestra.
Si torna a casa
E allora gli affanni, le paure, le tensioni prendono tutto un altro ritmo, la musica penetra i nostri occhi, i fari illuminano una fetta chiara e nitida, la strada sembra scorrere, un sorriso chiarisce tutto, e gli affanni, sembrano vani pulviscoli di nebbia al sole, è tutto a posto- ci ripetiamo- la radio canta Eye In The Sky…
E SAPPIAMO che finalmente abbiamo fatto pace con noi … il battito di un cuore stanco …- suggeriscono- no! Il cuore non è MAI stanco … si ripete, mentre inforca gli occhiali, il cuore cammina fiero e noncurante, và sopra ogni fievole respiro.