“Scuole, teatri e mense: l’ipocrisia al potere”

LADISPOLI – Lettera in Redazione del Prof. Riccardo Agresti, Dirigente scolastico Istituto comprensivo “Corrado Melone” Ladispoli, riceviamo e pubblichiamo:

“Prima di iniziare vorrei precisare che, poiché sto per parlare di teatro, sia bene specificare che ?????????, in greco, significa “attore”. Inteso in questo senso posso affermare che c’è un nuovo protagonista in Comune a Ladispoli. Una persona stimabile che merita certamente un riconoscimento della sua bravura come attore non professionista, perché ci ha fatto credere (a me per primo, povero ingenuo che ancora si ostina a credere che i politici lavorino per il bene dei cittadini, soprattutto se più deboli ed indifesi come i bambini) e sperare, per settimane, che avesse veramente a cuore gli allievi della “Melone” e che, con le sue decantate capacità mediatrici (che purtroppo questa volta hanno fatto cilecca) avrebbe certamente risolto il loro problema. È evidente che o è un eccelso attore o chi comanda in certi assessorati non siano coloro che siedono accanto al Sindaco, ma altre figure molto grigie.
Credo sia bene specificare, ma solo per i più ignoranti o coloro che diffondo false notizie in mala fede, che personalmente, essendo un servo dello Stato, percepisco sempre lo stesso stipendio sia che la “Melone” risulti una eccellenza quale è (infatti, come da 10 anni a questa parte, anche il 14 settembre era pronta ad aprire ad orario completo ed in sicurezza), sia che non riesca nemmeno ad aprire perché non ha risolto i problemi di distanziamento fra i banchi.
Per mesi il Comune ed il Sindaco della città di Ladispoli non hanno saputo come opporsi alla ovvia e banale richiesta di far mangiare i bambini della “Melone” entro la sala “Vannini” (pomposamente, ignorantemente ed erroneamente definita “teatro”), per evitare che i nostri “meloncini” pranzassero sui propri banchi nelle loro aule. Il nostro amato neo attore è stato inviato a citare verbalmente motivazioni una più assurda o ridicola dell’altra. Solo ora, grazie alle “capacità mediatrici” del nuovo interprete, cui va tutta la mia stima ed il mio riconoscimento per le sue capacità interpretative, ha scoperto come bloccare l’assurda pretesa di 400 bambini di voler pranzare in sicurezza, contrapponendo loro le necessità dei disabili, evidenziatesi stranamente solo una settimana dopo l’inizio delle lezioni.
Non voglio accusare nessuno di incapacità o di malafede, ma credo sia giusto fare un po’ di storia per chiarezza di tutti perché forse non tutti sanno che la sala polifunzionale “Vannini”, costruita entro il recinto della “Melone”, viene ancora pagata con una quota parte dei soldi provenienti proprio dei pasti della mensa. Come tutti sanno, eccetto gli ignoranti, la sala non può essere definita pomposamente “teatro” perché non ne ha alcuna delle caratteristiche necessarie. L’uso misto fattone sinora è solo “secondario” rispetto alla refezione per cui è stata realizzata nell’ambito di un project financing in partecipazione fra il Comune e la CIR. In pratica il pagamento dei lavori effettuati a suo tempo dalla ditta appaltatrice per realizzare la mensa, viene ancora fatto con una piccola percentuale della somma che i genitori pagano attualmente per i pasti. In altre parole: i genitori continuano a pagare quell’edificio come mensa, ma i loro figli ora non possono utilizzarla e devono mangiare sui banchi di scuola. Inoltre forse non tutti sanno che quella sala possiede un palco solo perché la presenza di una formazione rocciosa rialzata costrinse l’ingegnere ad aggirare l’ostacolo di un costo di rimozione realizzando un “palco”, cosa che indusse a chiamare “polifunzionale” ciò che avrebbe dovuto essere solo una mensa per i bambini.
Ma vediamo le affermazioni verbali, dette in sequenza, peraltro a mezza bocca e senza alcun atto ufficiale propositivo, dal nostro astuto attore in queste ultime settimane.
– Spostare alcune classi al “Verrocchio” (per i non ladispolani: dall’altro lato della città) per liberare due pseudo spazi mensa (fatti realizzare, senza confronti con alcuno, da una assessora per caso senza conflitti di interesse con la Scuola dello Stato) che già in era pre CoViD non garantivano i parametri di affollamento, figuriamoci ora con le necessità di distanziamento fra i commensali.
– La necessità di non far vedere “perdente”, nei confronti dei bambini, quella stessa assessora che ora ha altre mansioni (guarda caso la disabilità).
– Il fatto che il Comune abbia speso soldi, non certo per dotare la sala di ciò che occorrerebbe per essere un vero teatro (camerini per gli attori, sipario, oscurabilità delle bellissime vetrate, impianto audio, quinte …), ma solo per eliminare ciò che poteva farla tornare vera mensa, ma che in questo periodo di emergenza avrebbe dovuto solo ospitare tavoli e sedie, senza alcuna ulteriore spesa. Gli ipotizzati spostamenti al “Verrocchio” ovviamente avrebbero previsto spese di trasporto a carico del Comune.
– La sala è di tutti e non “di Agresti” (è stato detto, come se io ne avessi una qualche necessità o avessi interessi che sappiamo hanno altri), soprattutto le altre Scuole, dimenticando che per i concerti ed altri usi culturali, la sala è sempre stata disponibile, senza limitazioni, da quando è stata realizzata, convivendo tranquillamente con il suo uso per il quale è nata: sala mensa per i bambini. Ignorando anche che le altre Scuole non la hanno praticamente mai richiesta perché lo spostamento dei bambini dalle loro sedi al polifunzionale richiede un trasferimento che comporta dei rischi seri o delle spese non sempre affrontabili. Per capirsi: in 10 anni la sala è stata chiesta solo 5 volte da altre Scuole (delle quali 3 da me quando sono stato reggente alla “Ladispoli 1”) e comunque in momenti pomeridiani o serali (le recite scolastiche raramente si svolgono ad ora di pranzo) senza avere mai avuto alcuna interferenza con il servizio mensa. Ovviamente i bambini della “Melone” la hanno utilizzata molto di frequente, finché questa Amministrazione na ha di fatto bloccato l’accesso.
– Infine il gravissimo problema di non poter far mangiare dei bambini in una sala intitolata ad un morto, ma credo che se i genitori del nostro Marco Vannini lo avessero saputo, si sarebbero certamente espressi a favore dell’uso della sala di Marco per far mangiare i bambini in sicurezza.
Ora, a lezioni già iniziate, l’attento istrione si accorge all’improvviso che la “Ladispoli 1” (la quale, nonostante le richieste del Governo, evidentemente durante l’estate non ha avuto il tempo di accorgersi di non avere aule sufficienti per i propri alunni) ha bisogno di aule ed immediatamente toglie i locali al centro diurno per la disabilità grave per farvi andare i bambini di quella Scuola e destina la sala “molto polifunzionale” ai disabili ed in più (per sicurezza) la concede anche alle società sportive che non hanno più l’uso delle palestre per farvi dello sport.
Ovviamente davanti alle necessità dei disabili tutti noi della “Melone” alziamo mani e cappello. Mi permetto però di plaudire alla sagacia del nostro attore il quale, credendo che siamo tutti come lui, pensa forse di far generare una guerra fra poveri.
Noi, contrariamente a chi comanda invece di governare Ladispoli, rispetteremo la Legge e le necessità di chi è più debole e, visto che la ASL, in questo periodo di emergenza, concede la possibilità di far mangiare i bambini sui banchi nelle proprie aule, faremo partire il tempo pieno da lunedì 28 settembre, sia che la CIR sia veramente in grado di gestire i pasti, sia che non ne abbia le capacità o i mezzi (come dichiarato pubblicamente da un suo responsabile).
C’è chi vuole far diminuire con ogni mezzo le ore di lezione per far sì che i ragazzi non sappiano usare il proprio cervello e permettere a loro signori di continuare ad usare la res pubblica come cosa loro, noi non siamo di questo parere e credo che i nostri meloncini abbiano perso già troppe ore di lezione a causa della incapacità di politici piccoli piccoli o attori che siano”.

Prof. Riccardo Agresti – Dirigente scolastico Istituto comprensivo “Corrado Melone” Ladispoli