“Un caso di ordinaria buona sanità”

CIVITAVECCHIA – Ho sentito il bisogno di scrivere queste poche righe perché mi pare doveroso dare risalto a chi svolge il proprio lavoro, nel difficile campo della sanità pubblica, con dedizione e rispetto per gli ammalati.
Quando poi si mette in moto la macchina della solidarietà che impegna gli operatori del settore anche oltre i compiti previsti dal proprio ruolo, allora ci si rende conto di trovarsi di fronte a persone straordinarie.
Nel mese di ottobre mia madre, anziana ma autosufficiente, era stata accompagnata da mia sorella per trascorrere qualche giorno di vacanza in Sardegna ma appena arrivata sull’isola è stata colta da un malore che l’ha costretta al ricovero presso la rianimazione dell’ospedale di Carbonia.
Presso il nosocomio sardo le sono state praticate tutte le cure di cui aveva bisogno ma, date le condizioni, ella non poteva rientrare a Civitavecchia perché il suo quadro clinico non le consentiva di lasciare la rianimazione.
Mia madre si trovava quindi assistita dal servizio sanitario nazionale ma con il mare che la teneva lontana da casa sua perché la traversata poteva avvenire solo con l’assistenza di un medico e con attrezzature specifiche che avrebbero richiesto una organizzazione del trasporto difficilissima.
Ebbene, grazie alla grande sensibilità del Direttore Generale RM/F dott. Giuseppe Quintavalle, del Direttore Sanitario dott.ssa Carmela Matera, del direttore della Croce Rossa di Roma dott. Pietro Giulio Mariani, del Primario della rianimazione di Civitavecchia dott. Fernando Ricci e anche grazie alla collaborazione di tutto lo staff sanitario dell’Ospedale Sirai di Carbonia, mia madre questa mattina è potuta tornare a Civitavecchia e, pur permanendo in Ospedale, sta lentamente migliorando restituendole quell’autosufficienza che, nei tempi dovuti, le consentirebbe di tornare a casa sua.
Quando la sanità funziona bene non fa notizia ma, grazie a Dio, nel nostro Paese ci sono persone ogni giorno che fanno questo lavoro con passione e amore verso il prossimo.
Ancora grazie.

Orfeo Del Rio