“Le potature dei Platani di Ladispoli sono insostenibili nel lungo periodo”

LADISPOLI – La potatura è uno dei più comuni interventi di cura dell’albero. Benché gli alberi in foresta crescano bene senza l’intervento dell’uomo, gli alberi in ambiente urbano richiedono un elevato livello di manutenzione per garantirne la sicurezza e la bellezza.
La potatura deve essere fatta conoscendo pienamente la caratteristica dell’albero e quale sarà la sua risposta ad ogni singolo taglio. Potature mal eseguite possono causare gravi danni alla salute e all’aspettativa di vita della pianta ed in alcuni casi costituire serio pericolo nel loro rapporto con l’esterno, come nel caso cittadino dei Platani potati in Via Palermo e Via Bordighera.
E’ palesemente chiara l’insostenibilità, in termini di rapporto, tra l’insieme di foglie costituenti la chioma e gli stessi rami di sostegno, congiungenti con il tronco centrale. Una scelta esteticamente e funzionalmente possibile nel breve termine, senza conseguenze immediate, non più sostenibile però nel lungo periodo, quando cioè si completa il processo di ricrescita delle foglie, divenute infine in grande quantità.
Il peso generato dalla cima provoca lo sbilanciamento del corpo foglifero e la conseguenza, normale, è la curvatura sostenuta del ramo di supporto stesso, troppo esile e stressato, che, se fatto oggetto di agenti atmosferici intensi, in conclusione tenderà a spezzarsi.
Una situazione pericolosissima per tutto, in particolare per l’incolumità delle persone messe a repentaglio dalla presenza, ove esistente, sulla proprie teste di una situazione del genere.
La stessa operazione di tutela non può essere percorsa neanche intervenendo, magari, contemporaneamente con operazioni di sostegno tese ad evitare lo sbilanciamento. Una scelta di questo tipo sarebbe addirittura improponibile sia nella logistica delle azioni sia nel mantenimento, anche sotto il profilo puramente d’immagine.
Operazioni simili a quelle condotte in Via Palermo e Via Bordighera sono improponibili anche per quel che riguarda l’aspetto economico, con un nuovo necessario esborso di denaro (pubblico) derivante dalla obbligatorietà di un secondo massiccio intervento a fini correttivi.
Una scelta, dunque, possibile da seguire solo nelle idee. L’aspetto materiale, aggiungerei purtroppo, è ben altra cosa. È l’elementarità. Una differenza abissale da tenere bene impressa in mente nel momento in cui si prendono decisioni, come quelle in questo caso riguardanti il verde di Ladispoli.

Marco Di Marzio