“In ricordo di Giovanni Maria Amicizia”

CIVITAVECCHIA – Dopo la conferenza di presentazione dell’Opuscolo dove racconto la storia bella e brutta di 42 anni di alti e bassi, ho voluto fare un incontro famigliare con i superstiti che i primi videro e portarono alla conoscenza del pubblico quello che in una casa del centro storico era stato scoperto. Ritengo doveroso invitare quelli che mi aiutarono a fa conoscere nel bene e nel male la storia dei dipinti. La  storia è anche perché un dei giornalisti più attento al raccontare le fasi de la ricerca del significato dei dipinti è scomparso una ventina di anno fa Giovanni Maria Amicizia, giornalista de il Tempo, che oggi lo rappresenta la moglie Prof.ssa Claudia Ciolfi. Cito Giuseppe Grasso altro giornalista in pensione, che per ragioni di salute non è presente ma li ricordo come fosse accaduto ieri. Entrambi molto validi nei racconti che sarebbe stato molto bello se nel tempo avessero continuato a scrivere notizie liete e belle per i racconti delle nostre vite.
Ritorniamo a questa piccola cerimonia, dopo la presentazione pubblica dell’opuscolo ho voluto invitare i personaggi che più vicini sono stati a consigliarmi e proseguire alla pubblicazione della stampa e presenziare sempre negli accertamenti del personale del Ministero della cultura, guidato dalla dottoressa Filippa Maria Alberti Gaudioso e dal grande esperto Prof. Ventura, che dichiararono opere del 400, attribuendole pitture di alta levatura di scuole Michelangiolesche e addirittura del sommo Leonardo, ma da alcuni tratti più volte ripetuti, erano più vicine alla scuola di Giovanni Leno. Successivamente circa 30 esperti ministeriali, in date successive fino al alla fine di maggio 1972 quale pitture di scuole del 1400/500, definendole scuola raffaellesca. Ho voluto ricordare questa piccola storia perché entambi i giornalisti scrissero per i loro giornali, molte notizie che ho voluto fotocopiare e regalare una copia ai famigliari, che sono stati contenti di ricevere il mio opuscolo e la copia dei giornali di quel 1972. Presenti strettamente gli amici, che con loro era anche l’amico Antonio Maffei, che a voluto integrare il racconto, visto e vissuto accanto a Giovanni Maria Amicizia, nel l’incontro per ragioni di salute non è intervenuto Giuseppe Grasso, detto Pino, che è stato contento di questo pensiero, tornando indietro di 42 anni, ma nell’incontro è stato ricordato come presente, a lui auguriamo lunga vita e sarà felice rileggere gli articoli, scritti e pubblicati dai rispettivi giornali Il Tempo e il Messagggero.

Tarcisio De Paolis