“I paradossi della politica: squadra che perde non si cambia mai”

“Siamo in clima di mondiali di calcio e prendiamo per esempio che la nostra nazionale nella partita inaugurale perda pesantemente con l’Inghilterra (4 a 0). Casa farebbe il nostro CT azzurro: manterrebbe gli stessi giocatori fino alla fine del torneo? O cambierebbe sia l’impostazione del gioco ed anche parecchi giocatori? Credo che la risposta sia scontata cambierebbe tutta la squadra o almeno un buon 50% dei giocatori chiave. Il nostro ex sindaco nella conferenza stampa si assume tutta la responsabilità della sconfitta ed invece di annunciare le dimissioni di tutta la squadra, dirigenza del PD e dei suoi affabili consiglieri (Piendibene – Stella e Di Gennaro il rinnovamento del PD), blinda la segreteria e lancia anatemi contro Luciani e Guerrini. Quella conferenza stampa dell’ex sindaco Tidei è stata per certi versi una farsa annunciata. Come si può ricostruire un nuovo centro sinistra con queste premesse? Uomini che hanno fatto il proprio tempo, il risultato elettorale (negativo) ne è la prova provata, continuano imperterriti a voler rimanere al comando di un partito nel quale c’è bisogno di un rinnovamento radicale, altro che ringraziare il segretario e tutta la segreteria. Dopo aver spaccato il centro sinistra tradendo il programma elettorale; dopo aver negato le primarie tradendo uno degli elementi fondanti del PD; e dopo aver perso le elezioni con un disastroso 34% al ballottaggio; hanno ancora il coraggio di proporsi come rinnovamento del partito. Se non fosse tragico potremmo dire che siamo alle comiche finali. Rimettere in mano agli iscritti del PD il futuro del partito mi sembra la logica conseguenza della disfatta elettorale e della spaccatura del centro sinistra. Un congresso straordinario che rimetta al centro la politica del PD sui bisogni dei cittadini, della città, del lavoro e della salute, per queste priorità occorrono volti nuovi e nuovi dirigenti e non vecchie ciabatte politiche. Occorre riformare gli obiettivi comuni con tutte le forze del centro sinistra, aprire un confronto serrato con tutti i partiti e movimenti per ricostruire un centro sinistra serio e credibile al di la dei concetti primordiali di egemonia del più forte. Pari dignità tra le forze che devono comporre una coalizione omogenea e avulsa dalle esigenze dei potenti di turno tenendo ben presente le esigenze della collettività fino ad oggi sacrificate alle esigenze di pochi. Occorre ritornare ai concetti di solidarietà, vicinanza e affetto verso i più deboli, concetti che tanto hanno
fatto grande questo partito, un’azione di contrasto verso tutte le deviaz
ioni delinquenziali che si determinano con gli appalti pubblici per favorire gli amici degli amici, vedi porto, mettere gli uomini giusti al posto giusto e no per grazia ricevuta, per il possesso di un numero di tessere o perché figlio o parente del potente di turno. Occorre candidare, alle prossime elezioni sia comunali– regionali – nazionali, personaggi che abbiano nel proprio DNA la voglia del cambiamento e del rinnovamento. Per favore le vecchie facce che siano solo un brutto ricordo per questo partito!
Occorre riavvicinare i cittadini alla politica quella vera. Le false promesse, l’incapacità di comunicare il cambiamento, l’incapacità di fare una campagna elettorale rivolta alla città e ai suoi bisogni, la difficoltà di aggregare tutte le forze di centro sinistra, gli scandali giornalieri sulle tangenti e sulle spese pazze dei politici, devono essere solo un bruttissimo ricordo di un passato che non torni mai più, altrimenti l’antipolitica la farà, per il futuro, da padrona. Occorre, infine, non precludere a nessuno la possibilità di essere parte integrante di un grande progetto di aggregazione del centro sinistra. I paletti, le regole e le diatribe non possono condizionare l’evoluzione di una grossa coalizione cittadina. Le scelte, quelle importanti come gli organi statutari e dei candidati, devono essere sempre scelte a suffragio universale e non nelle segrete stanze dei padrini delle tessere, come avvenuto nel passato. Per queste motivazioni la vecchia guardia deve fare un passo indietro per lasciare spazio alle nuove leve e chiudere una fase buia del nostro partito e del centro sinistra per costruire, solo attraverso questa operazione di rottamazione, una nuova classe dirigente che possa aspirare alla riconquista della centralità della politica”

Roberto Romero, iscritto a PD