“Disagio sociale in grave aumento a Ladispoli: intervenire con urgenza e con un piano articolato”

LADISPOLI – Oltre 400 famiglie, con numerosi minori a carico, si trovano in serie difficoltà per soddisfare i bisogni primari (cibo, alloggio, vestiario, salute). E’ soprattutto la grave crisi economica che attanaglia il nostro paese che ha ridotto sul lastrico così tante persone anche nella nostra comunità. Sempre più difficile il reperimento di un alloggio a prezzi contenuti. Dobbiamo fare assolutamente qualcosa affinché, in attesa che torni il sereno, tanti nostri concittadini non affoghino nella povertà ed non incrementino quel disagio sociale ormai palpabile girando nel nostro territorio.
Nel mese di maggio dello scorso anno cinque associazioni della nostra città (Animo, Humanitas, Pixi, Metamorfosi, Libera) annunciarono che, proprio sul tema del diffuso disagio sociale della nostra città, intendevano lavorare in rete per potenziare e qualificare i loro interventi, chiamando a raccolta anche le altre realtà associative e chiedendo al Comune un impegno per il reperimento di una sede adeguata dove svolgere tutte le loro attività in favore della cittadinanza. Purtroppo da allora nessuna soluzione ed i problemi nel frattempo si sono aggravati.
Al di là dello sforzo che tanti cittadini fanno, operando come volontari in quelle associazioni che in prima linea cercano di portare aiuti concreti, chiediamo all’Amministrazione comunale di mettere in atto un vero e proprio piano di interventi, in grado di rispondere sia all’emergenza, sia alle prime misure che possono essere prese per ridurre a medio termine il numero delle persone che versano in condizioni di disagio.
I punti salienti della programmazione delle azioni che l’Amministrazione deve mettere in campo possono così essere riassunti:
1. informare e sensibilizzare la cittadinanza su quello che fa il Comune nell’ambito sociale e quello che non riesce a fare per la scarsità delle risorse a disposizione (come vengono spesi i fondi, di quanto sono stati tagliati, quanti gli interventi richiesti e non soddisfatti, quale strategia per rafforzare il servizio sociale, cuore di ogni iniziativa per la valutazione del bisogno e per avviare nuove progettazioni)
2. coinvolgere tutto il settore imprenditoriale alimentare e sottoscrivere accordi per l’utilizzo dei beni alimentari in scadenza ma ancora buoni; coinvolgere gli altri settori imprenditoriali e i cittadini tutti affinchè contribuiscano comunque alla riduzione del disagio sociale ( borse lavoro? “adozione” a tempo di una famiglia in difficoltà, messa a disposizione di alloggi con garanzia del Comune……. tanti i progetti stanno crescendo in Italia: facciamoli nascere anche nella nostra comunità!
3. chiedere la collaborazione delle farmacie, dei medici e dei pediatri per istituire il “banco farmaceutico”
4. organizzare il supermercato sociale (iniziative del genere stanno sorgendo numerose in molte città del nord), dove i cittadini in difficoltà possono reperire i generi di prima necessità (alimenti soprattutto, ma anche abbigliamento sia per adulti che per bambini, pannolini, latte etc)
5. proporre che il supermercato sociale venga gestito dalle associazioni di volontariato e trovare collocazione in una delle sedi che il Comune ha a disposizione e non utilizza da anni (via Milano? viale Mediterraneo?), con la consapevolezza che il disagio sociale deve avere in questo momento priorità rispetto alle attività del tempo libero cui sarebbero state destinate tali strutture. Noi comunque abbiamo suggerito un uso polifunzionale di queste strutture
6. destinare una quota dei fondi che la Regione ha trasmesso congiuntamente a Ladispoli e Cerveteri con il “piano di zona” all’emergenza sociale. Chiedere alla Regione di ripristinare il fondo per le misure di contrasto alla povertà concedendo di alzare il tetto di spesa se nelle casse del Comune capofila (Cerveteri) ci fosse un’eccedenza rispetto alla spesa annuale storica per i servizi cosiddetti “essenziali”. Tali fondi potrebbero essere utilizzati per la locazione di alloggi e contribuire al pagamento dei canoni ( sviluppando un piano per gli alloggi sociali)
7. chiedere con forza alla Regione l’apertura di un tavolo di lavoro sulla povertà, accelerando l’utilizzo dei fondi europei e proporre la sperimentazione del reddito minimo garantito come sta avvenendo in altre regioni.
Tutte queste azioni ( ed altre che possono essere intraprese e di cui vorremmo parlarne e contribuire a realizzare) hanno un carattere squisitamente politico. Chiediamo quindi all’Amministrazione di esercitare al massimo questo ruolo: non sottovalutare ( dichiarare lo stato di emergenza sociale), coinvolgere cittadini, fare uno piano articolato di interventi, fare pressione su Regione e Stato.
Alla comunità intera chiediamo di attivarsi perché nessuno può ignorare che l’aumento del disagio sociale può generare difficoltà in tutti gli strati sociali della popolazione e frenare gravemente lo sviluppo della nostra città.

Associazioni Animo Onlus, La Metamorfosi, Humanitas, Libera Presidio Cerveteri/Ladispoli, Pixi , Sindacato SPI/Cgil