“Allumiere tenda la mano agli immigrati”

ALLUMIERE – La vicenda dell’arrivo di 25 migranti ad Allumiere presso la Farnesiana, a seguito della partecipazione da parte di una aziendaprivata al bando del Ministero degli Interni e della Prefettura, è una questione delicata, che merita un approfondimento. Una giusta riflessione non può esimersi da una valutazione storica, culturale, sociale ed economica, che non perde di vista da un lato i fenomeni migratori a livello mondiale, che stanno determinando flussi migratori importanti, dall’altro la storia italiana ed, in particolare, di Allumiere, che ha già vissuto grandi fenomeni di migrazione e immigrazione.
Dobbiamo stare molto attenti alle parole e ai segnali che mandiamo ad uomini, donne e bambini che sbarcano sulle nostre terre e che, giustamente, auspicano ad una vita migliore. Sebbene si tratti di persone distrutte dal dolore e dalla povertà, sono menti pensanti, capaci di valutare i nostri atteggiamenti, di studiare, lavorare ed amare come ognuno di noi. Se le prime esternazioni pubbliche sono frutto di superficialità provinciale ed il messaggio e le dichiarazioni piene di avversità, di rifiuto o, nella migliore delle ipotesi, di compassione, iniziamo pure ad essere consapevoli che stiamo coltivando sentimenti spregevoli, che portano problemi e non integrazione.
La massa dei migranti è composta, di solito, di persone che non hanno ben chiaro quale sarà il loro futuro e molto spesso sono provenienti da parti del mondo caratterizzati da guerre, violenza, fame e mancanza assoluta di futuro. Se il nostro approccio, invece di essere dettato dai principi dell’integrazione e della accoglienza, che hanno contraddistinto il paese nell’epoca degli esodi dalla Russia, dalla Ex Jugoslavia, dall’Albania o dalla Romania, sarà invece quello del rifiuto, del disprezzo, della paura e della mancanza di responsabilità globale, è certo che quello che otterranno le comunità italiane e,dunque, anche quella allumierasca, sarà un analogo atteggiamento da parte degli immigrati.
Leggendo affermazioni, a parer mio, sconclusionate, voglio fare un ulteriore invito a ragionare su base nazionale, regionale e provinciale, senza imbattersi in ragionamenti paesani, come se il mondo iniziasse a Tolfa e finisse a La Bianca. Se osserviamo i numeri veri dell’immigrazione in Italia troviamo una percentuale media di immigrati residenti nei Comuni italiani pari al 8,4% degli abitanti, mentre su scala provinciale la percentuale media di immigrati è del 12,20%. Queste percentuali significano che, se ragioniamo sui numeri della popolazione di Allumiere, per essere in linea con la media degli altri comuni, la percentuale media da ospitare andrebbe dai 350 ai 550 immigrati, se poi teniamo conto anche della dimensione dei nostri territori e della densità abitativa, allora “i numeri”aumenterebbero ulteriormente. Tutto questo ragionamento non significa che auspichiamo l’arrivo di centinaia di migranti nel nostro paese, consapevoli degli accordi tra il Governo e l’ANCI ( Associazione Nazionale Comuni Italiani), ma ricordiamo che, solo nel 2016, sono morte nel mar Mediterraneo, oltre 4600 persone, tante quante l’intera popolazione di Allumiere. Questo per dire che Allumiere dovrebbe essere un paese pronto a svolgere la sua parte, come tutti i Comuni Italiani. E’ spiacevole che tale attività, volta all’ospitalità e all’integrazione, sarebbe potuta essere gestita politicamente, istituzionalmente e non lasciata alla sola iniziativa di un privato, che partecipa regolarmente ad un bando ministeriale.
La sicurezza sociale in un paese, ancor più se di piccole dimensioni come il nostro, si crea evitando i conflitti, sminando le situazioni e le posizioni che possono avere o trasformarsi in situazioni di pericolo. Mi auguro che al momento non si stia facendo il contrario e mi auguro che l’arrivo dei migranti alla Farnesiana non si limiti ad un dormitorio senza un serio progetto di integrazione.
Se approcciamo un ragionamento di tipo umanitario, allora bisogna rammentare agli abitanti e agli amministratori di Allumiere che se un essere umano rischia di cadere nel baratro e noi ci rifiutiamo di tendergli la mano in aiuto, è un gesto spregevole che rischia di distruggere il concetto di umanità ed il senso di comunità.
Se invece rileghiamo la discussione ad un ragionamento politico, prendiamocela con chi ha provocato questa situazione mondiale, contrassegnata dalla fuga dai cambiamenti climatici, dai conflitti bellici, dalla fame, dalla morte certa. Sicuramente non prendiamocela con queste persone, che hanno lasciato il loro paese e i loro affetti per avventurarsi dall’altra parte del Mediterraneo, alla ricerca di un mondo e di una vita migliore.

Emiliano Stefanini