“L’Avis c’è, l’Avis resiste”

CIVITAVECCHIA – “L’AVIS c’è, l’AVIS resiste”. Sono queste le parole con cui Nicoletta Iacomelli, presidente dell’AVIS di Civitavecchia, ha inaugurato l’assemblea dei soci tenutasi lo scorso sabato presso l’hotel San Giorgio.
“Come tutte le grandi associazioni – ha spiegato la Iacomelli – noi siamo obbligati ad attenerci alle norme dettate dall’organo gerarchicamente più in alto, che è l’AVIS nazionale, e siamo inoltre inclusi nel comprensorio dell’AVIS Aureliana assieme a Tolfa, Allumiere e Cerveteri. Di conseguenza ogni anno siamo tenuti a rendere conto del bilancio e delle attività che sono state portate avanti nel corso dell’anno. Negli ultimi anni le attività sono state molto fiorenti, grazie anche al contributo dei donatori; l’attività principale consiste nella chiamata telefonica del donatore affinchè vi sia sempre sangue a disposizione. Una seconda attività, coordinata dalla professoressa Maria Longo, giunta ormai alla tredicesima edizione, è rappresentata dall’informazione e dalla sensibilizzazione, soprattutto tra i giovani, grazie alle iniziative intraprese nelle scuole, rese possibili anche dal contributo della CARICIV. Un terzo importante progetto è la comunicazione grazie ai mass media e agli organi di stampa, attraverso la quale cerchiamo di incrementare la pubblicità anche mediante il sito a cura del nostro consigliere Lisiola. Il sistema è infatti ormai divenuto completamente computerizzato, il che permette di snellire le procedure burocratiche e ridurre i difetti delle procedure cartacee. Infine un’altra attività di ingente rilevanza sociale è il servizio civile, che a causa dei tagli della Regione non può essere esteso a più di una persona. Tuttavia sono anni che accogliamo i ragazzi che vogliono intraprenderlo, per permettergli di svolgere trenta ore di servizio settimanali, anticipando come associazione lo stipendio senza che debbano aspettare le tempistiche prolungate della Regione. E’ bene ricordare inoltre che dal primo gennaio a Civitavecchia si effettua solo la raccolta del sangue, poichè siamo stati associati al San Filippo Neri dove viene convogliata la maggior parte del sangue dell’AVIS Aureliana ogni mattina”.
Dopo aver completato la lettura del bilancio, confermata e approvata la sera precedente dai revisori dell’associazione, è intervenuto Tiziano Cerasa, il presidente dell’AVIS Aureliana, per chiariree alcuni aspetti concernenti la natura e le funzioni di questa macrostruttura.
“Il San Filippo Neri, dal quale ormai dipendiamo completamente, non è un centro trasfusionale ma un’officina del sangue – ha riferito – questo permette che il personale sia più specializzato nei diversi ambiti di analisi. Siamo stati inoltre esclusi dal sistema della ASL, che si è giustificata affermando che le trasfusioni non sono più di loro competenza. Al momento le operazioni programmate riescono senza problemi, questi ultimi sorgono invece quando si parla di emergenze: la provetta del sangue donato e pronto per essere trasfuso deve essere valutata da un medico specifico e l’ospedale di Civitavecchia non ne ha messi a disposizione abbastanza, di conseguenza essa deve essere portata a Roma ed essere approvata. Certamente riduce le tempistiche, in quanto è solo la provetta a spostarsi e non la sacca che si trova già a Civitavecchia, tuttavia questa procedura prevede almeno un’ora di tempo, che nei casi di emergenza può essere cruciale. Siamo in un regime di prorogatio in cui a volte rischiamo di non ricevere abbastanza attenzioni, e il San Filippo Neri deve essere continuamente sollecitato con delle visite in loco, sebbene il personale si sia dimostrato molto disponibile. Stiamo cercando inoltre di risolvere tutte le problematiche legate al perfezionamento delle strutture e alle modalità di raccolta del sangue, ad esempio attraverso il ripristino di una emoteca adeguata, l’acquisto di specifiche poltrone per i donatori e un’attività di trasporto del sangue che vada oltre gli orari previsti dal San Filippo. L’AVIS – ha concluso Cerasa – è un’associazione importante che non va trascurata, per i donatori, per i pazienti, per la sanità, per tutta la società”.

Giordana Neri