Asl Roma 4: “Aiutiamo le donne nella loro avventura più emozionante”

CIVITAVECCHIA – Dalla Asl Roma 4, riceviamo e pubblichiamo.

Lo si è visto nei giorni scorsi con l’emozionante nascita in casa a Santa Marinella, le future mamme, si fidano di chi le segue durante il periodo della gravidanza. Che sia l’ostetrica, la ginecologa, la psicologa, queste figure racchiudono per la donna un significato importante nel percorso che le porterà alla maternità: la fiducia.
Il ruolo della sanità in questo percorso così emozionante eppur delicato è di fondamentale importanza, può, e deve essere di sostegno e di supporto. Vediamo da vicino l’approccio usato dal personale sanitario dei consultori della Asl Roma 4 per il sostegno del nuovo nucleo familiare.
Le future mamme quando arrivano al sesto o settimo mese di gravidanza, possono iniziare a seguire gli incontri presso il consultorio, e avere anche un supporto psicologico individuale e di coppia. Durante gli incontri iniziano liberamente a descrivere i cambiamenti che hanno iniziato a vivere, descrivendo le emozioni e ponendosi verso l’esterno con una spiccata fragilità. La Dott.ssa Gelmini, ci spiega cosa avviene alle future mamme e al loro inconscio, e quanto è importante aiutarle a gestire la loro nuova condizione per accompagnarle ad eseguire il passaggio, divenire cioè da figlie a madri. La donna che porta in sé una vita, vive durante la gravidanza una esperienza regressiva, si sente fragile e le sue emozioni sono vissute in maniera molto forte. Questo è un processo di preparazione al futuro percorso di madre, ovvero, la mamma si pone nella condizione di poter comprendere le emozioni e la fragilità del neonato, il suo bisogno di protezione e di dipendenza affettiva.
Presso gli incontri, le donne esprimono le loro paure, tra le più frequenti, la paura di non essere in grado di affrontare il dolore. Si riflette insieme sull’importanza del dolore, una esperienza maturativa che può essere superata in quanto fisiologica (è un dolore che il corpo e la mente possono fisiologicamente sopportare) se associata alla gioia che ne deriverà, ovvero il primo incontro con il figlio. Non si tratta quindi di un dolore distruttivo, ma di un dolore che porta una grande gioia. Nel percorso, ci spiega la Dott.ssa Gelmini, si dà molta importanza al ruolo dei futuri padri, perché la famiglia deve restare unita e il papà deve essere partecipe di ogni attimo che riguarda la creazione del nuovo nucleo famigliare. Il papà viene invitato a partecipare e sostenere la mamma durante il travaglio e il parto, non solo per condividere la gioia della nascita, ma anche per contenere ed accogliere in modo responsabile la madre e il bambino accogliendo loro e sé stesso nel suo nuovo fondamentale ruolo genitoriale. E’ importante far superare alle future mamme la paura del “sentito dire” che nasce dai racconti di parenti e amiche. Il parto è un’esperienza diversa per ogni donna, una esperienza unica, per questo non bisogna paragonare il proprio percorso a quello di un’altra, per questo è fondamentale lasciare andare le proprie paure, esternarle, condividerle, in modo da vivere al meglio l’esperienza della nascita. Quando nasce un bambino, nasce anche una madre. Questo è un passaggio cruciale che psicologicamente mette la mamma nella condizione di confrontarsi con l’ideale della propria madre, ciò di cui si ha bisogno in quel momento è di consapevolezza, sostegno e serenità. Quando un bambino viene al mondo, per i suoi genitori è un perfetto sconosciuto, eppure è un essere attivo, con le sue necessità, che la mamma e il papà devono comprendere e imparare. E’ importante per il neonato sentirsi protetto, contenuto, amato, perché l’istinto di attaccamento è innato e spontaneo in lui. Il percorso di sostegno continua, il nucleo famigliare si è formato, e la coppia può aver bisogno di aiuto. Questo perché il rapporto di coppia cambia drasticamente: un bambino piccolo è molto impegnativo, piange, ha fame, ha sonno, il centro dell’attenzione della madre è spostato completamente su di lui, il sonno manca, l’allattamento può risultare difficile e diventare per la mamma un peso psicologico insostenibile. I primi tre mesi sono quasi sempre i più duri, ed è importante per la coppia restare unita in questo percorso. Per questo il consultorio offre il sostegno alla genitorialità e il sostegno all’allattamento. E’ importante far capire alla mamma che non è sola, che l’allattamento può essere molto difficile ma gli ostacoli possono essere superati con il giusto supporto, e soprattutto è importante il sostegno e la collaborazione del papà, e della famiglia che non dovrebbe esercitare pressioni né sulla mamma né sulla coppia. Il sostegno alla coppia è fondamentale, lì dove la coppia può andare in crisi, perché non preparata al grande stravolgimento rispetto alla precedente routine quotidiana.
Il consultorio, conclude la dott.ssa Gelmini, è il luogo che più di tutti si prefigge l’obiettivo di essere vicino alla famiglia, come una seconda casa dove recarsi per ricevere aiuto e sostegno su tutte le problematiche relative alla famiglia. Il percorso nascita, inizia nei consultori, dove non si eseguono solo le visite di routine, si accompagna la nuova famiglia a superare i primi dubbi, le paure, per non lasciare la neo mamma impreparata e sperduta nell’incontro più importante della sua vita.
Una catena unita, quella dei consultori con l’ospedale San Paolo di Civitavecchia, per le mamme che scelgono di proseguire il percorso nascita con la Asl Roma 4. Qui, in ospedale, ad accogliere la futura mamma, una squadra preparata non solo dal punto di vista medico, ma anche da quello umano. L’obiettivo è quello di far vivere la nascita con naturalezza, aiutando e sostenendo la mamma a dare il meglio di sé in quella che è nella sua natura una competenza naturale: la capacità di far nascere il suo bambino. L’ostetrica segue la mamma in tutto il suo percorso, il bambino resta vicino alla mamma appena nato, per le prime importantissime ore nel quale viene instaurato il primo rapporto tra mamma e bambino, mediante il contatto pelle a pelle e l’allattamento nella prima ora di vita del bambino. Anche in ospedale quindi, si cerca di ricreare un ambiente familiare, il più possibile simile a quello che si vivrà in casa una volta tornati “in tre” per permettere una naturale evoluzione affettiva del nuovo nucleo familiare.