La via del tè… verde

Il tè verde, ricavato dalle foglie più giovani della Camelia sinensis, vanta delle origini che si perdono nel tempo.
Si narra che l’imperatore cinese Shen Nung, 2700 a.C., fu il primo bevitore di té, mettendo semplicemente in infusione in acqua bollente alcune foglie di C. sinensis. Nasceva così l’usanza di consumare questa bevanda, usanza che persiste saldamente ancora oggi.
Già nell’antica farmacopea cinese, creata in 5000 anni di esperienza e tradizione, queste foglie sono riconosciute come “portatrici di salute, in grado di allungare la vita, curare dolori articolari, alleviare malori di stomaco e febbre.”
Teso tra antiche leggende, miti e storie tramandate nella cultura popolare, il té verde ha da sempre creato attorno a sé un alone di curiosità che ha suscitato, e continua a suscitare, grande interesse per le sue doti miracolose, ormai avvalorate e supportate da una vasta letteratura scientifica.
Nel corso del tempo sono state scoperte innumerevoli virtù di questa bevanda, tanto da fargli guadagnare la nomina di “elisir di lunga vita”.
Oggi, il tè verde, seconda bevanda più consumata al mondo, è al centro del mirino della ricerca scientifica, tanto da essere considerato uno dei functional foods per eccellenza. Functional foods? Sì, si tratta cibi funzionali, ossia cibi che esplicano azioni benefiche per il nostro organismo, migliorando lo stato di salute e riducendo il rischio di malattia.
È ormai noto che le principali capacità benefiche del té verde sono da attribuirsi ad una classe di polifenoli chiamati flavonoli, conosciuti anche come catechine. Tra queste ultime, la più significativa ed influente è l’epigallocatechina gallato, che per semplicità sarà di seguito riportata come EGCG, sua forma abbreviata. Tale molecola è in grado di giocare un ruolo cruciale nella prevenzione di varie patologie, soprattutto quelle tumorali.
Da dati epidemiologici e recenti studi è emerso che l’EGCG è dotata di attività antimutagenica ed è in grado di inibire in vitro la crescita di molte cellule tumorali, tra cui quelle delle leucemie umane, delle neoplasie renali, della pelle, del seno e alla prostata. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato inoltre che il té verde previene lo sviluppo di numerosi tumori indotti da agenti cancerogeni, soprattutto quelli alla pelle, al polmone allo stomaco e al colon. Il té verde contribuisce a limitare la crescita neoplastica bloccando alcuni enzimi coinvolti nella formazione di metastasi e agendo a livello dell’angiogenesi, meccanismo grazie al quale il tumore crea nuovi vasi sanguigni che gli permettono di accrescersi e nutrirsi. Tra tutte le molecole di origine alimentare identificate attualmente, l’EGCG è la più efficace nel bloccare l’attività del recettore al VEGF, un elemento chiave nell’attivazione dell’angiogenesi. Il dato più interessante è che l’inibizione di questo recettore è molto rapida e necessita di basse concentrazioni della molecola, facilmente ottenibili con il consumo di poche tazze di tè verde al giorno.
Non finisce qui: le catechine esplicano le loro benefiche azioni anche nella prevenzione di patologie cardiovascolari, prima causa di morte nel mondo occidentale. Infatti, esse sono in grado di ridurre livelli di colesterolo LDL, il colesterolo “cattivo”, e di trigliceridi. Il potente effetto antiossidante del té verde inibisce l’ossidazione del colesterolo LDL nelle arterie, causa principale nella formazione dell’aterosclerosi. Anche se lievemente, risultano aumentati i livelli di HDL, il colesterolo buono, che funge da “spazzino”, rimuovendo il colesterolo ossidato dalle pareti delle arterie.
Il consumo di tè verde potrebbe essere utile anche nel contrastare l’insorgenza del diabete. L’EGCG infatti migliora l’utilizzo di insulina e modula la glicemia inibendo buona parte dell’amilasi, un enzima che trasforma gli amidi in zuccheri semplici, più facilmente assorbibili nel sangue e responsabili di picchi iperglicemici.
Altri effetti benefici sono rilevati sui tenori di densità ossea nelle donne in menopausa, sulla protezione contro le carie e varie infezioni del cavo orale, contribuisce a neutralizzare l’acidità di stomaco, è un leggero tonico in caso di stanchezza e spossatezza, rinforza le difese immunitarie e protegge il fegato.
Inoltre, i polifenoli sono un concentrato di antiossidanti, necessari per contrastare i radicali liberi e l’invecchiamento cellulare, intervenendo così nella prevenzione dello stress ossidativo che è alla base di numerose malattie croniche degenerative.
Occorre precisare che gli effetti positivi delle catechine sono riscontrabili solo nel té verde e non in quello nero, che è invece più consumato nella tradizione occidentale. Nonostante abbiano origine dalla stessa pianta, i due tipi di té subiscono differenti processi di lavorazione che portano ad avere diversa composizione chimica finale del prodotto. Infatti, durante la fase di fermentazione utilizzata per la fabbricazione del te nero avvengono dei cambiamenti profondi nella natura dei polifenoli, che si ossidano portando alla formazione di pigmenti neri, le teaflavine. Dunque, una volta ossidati, essi perdono quasi del tutto il loro potenziale curativo.
Per beneficiare degli effetti di questa bevanda basta davvero poco: 1 grammo di tè verde in infusione per 8-10 minuti in una tazza di acqua.
Per preservare i micronutrienti così preziosi del tè, l’infusione dovrebbe avvenire nell’acqua calda ma non a bollore. La caseina del latte contrasta l’azione delle catechine, è quindi da evitare in generale il connubio latte e tè, almeno nell’ottica del tè come integratore di polifenoli.
Benché non abbia controindicazioni, il suo dosaggio non deve superare le 4-6 tazze di infuso al giorno in quanto il tè verde contiene anche modeste quantità di caffeina, il cui sovradosaggio ha influenza eccitatoria sul sistema nervoso centrale.
Alla luce di ciò, si ricorda che, per quanto benefica possa essere questa bevanda, non è una sorta di pillola magica: non basta la sua sola assunzione ad assicurare protezione per l’organismo se non si adotta in primis un generale stile di vita e alimentare sano ed equilibrato.
Considerando le proprietà di questa bevanda e il basso tasso di incidenza di alcune malattie tumorali e degenerative in Cina e Giappone, probabilmente il fardello di queste patologie, che affligge i paesi occidentali, sarebbe meno pesante se si fosse affermato in modo consistente il consumo di té verde. La situazione però, non è certo irreversibile: non è troppo tardi per promuovere una maggiore consapevolezza di quanto beneficio si possa ricavare dal sorseggiare una tazza di té.
Un antico detto cinese recitava che “bere una tazza di té é come bere una tazza di vita”; non esiste caso più vero in cui il consenso scientifico abbia abbracciato così pienamente l’antica saggezza popolare.

Alessandra Stella