Tarquinia. “La centrale a biogas ritorna”

TARQUINIA – “Si riapre la vertenza della centrale a Biometano in località Olivastro a Tarquinia”. A denunciarlo il Movimento Cinque Stelle, venuto a conoscenza che in data 9 gennaio la Pellicano srl avrebbe presentato una nuova richiesta di AIA, Autorizzazione Integrata Ambientale, “Ampliamento dell’impianto di valorizzazione Raccolta Differenziata con compostaggio anaerobico per produzione di BioMetano e Compost di qualità”.

“Il progetto – spiegano dal Movimento – prevede la dismissione dell’attività di trasferenza della FORSU (la parte umida dei rifiuti) con la realizzazione di una centrale per la sua trasformazione in compost e biometano mediante digestione anaerobica. Tutto questo nonostante il Comune di Tarquinia e la Regione Lazio si siano recentemente espressi contrariamente alla realizzazione di un impianto simile! Ad agosto 2018, infatti, la Regione Lazio ha rigettato una simile richiesta di realizzazione di un impianto a biometano per il trattamento della FORSU motivando la contrarietà sulla base dei prevalenti pareri negativi delle amministrazioni e dei soggetti interessati al procedimento, tra cui ARPA Lazio e soprattutto il parere del Comune di Tarquinia scaturito proprio dal consiglio comunale straordinario chiesto dalla minoranza su iniziativa del Movimento 5 Stelle”.

“Siamo stupiti – proseguono i grillini – della procedura in essere alquanto ‘insolita’ dato che sono agli atti della Regione i diversi pareri contrari recentemente espressi dalle amministrazioni coinvolte i quali sono parte sostanziale della determina di rigetto. Tra l’altro si è in attesa dell’esito del ricorso al TAR intentato da diverse associazioni ambientaliste per richiedere l’annullamento del provvedimento con il quale la Regione ha rilasciato giudizio di compatibilità ambientale positivo sullo stesso progetto”.

“Riteniamo infine – concludono dal M5S – di vitale importanza che a tale procedimento amministrativo prendano parte gli organi legittimati a rappresentare i cittadini di Tarquinia che si insedieranno dopo le prossime elezioni amministrative. Sarebbe inammissibile se questo nuovo procedimento autorizzativo per un impianto così impattante sul nostro territorio (tratterà circa 35.000 tonnellate di immondizia organica all’anno!) venga affrontato dalla gestione commissariale a cui la nostra città è ora sottoposta”.