Si sentiva la nostalgia del trasformismo

CIVITAVECCHIA – Si sentiva un po’ la nostalgia di quel disinvolto trasformismo che da anni contraddistingue la politica civitavecchiese, in cui cambiare casacca appare talvolta una vera e propria arte per la maestria con cui si riesce ad esibirla.
L’ingresso di Mirko Mecozzi nel Partito democratico, formalizzata nella giornata di ieri prima che una troppo imbarazzante corsa alla tessera dell’ultima ora inducesse i dirigenti locali del partito a chiudere anzitempo le porte, ha ravvivato questo colorito fenomeno politico che negli ultimi tempi si era un po’ sopito.
Mecozzi ha motivato così la sua scelta: “Crediamo che per gli appuntamenti imminenti ci sia bisogno del grande contributo che il Polo Democratico può esprimere sia in termini di consensi che in termini di candidature spendibili e credibili. Il Pd e i partiti stanno vivendo un momento di crisi generale e proprio in questo momento di difficoltà ci sentiamo in dovere di sostenere quel gruppo al quale siamo sempre stati vicini. Ci auguriamo che questa entrata sia ben vista da tutta la comunità del Partito Democratico”.
Qualche passo indietro tuttavia per ricordare il percorso politico di Mecozzi, decisamente variegato. Il suo esordio in politica avviene nel 2007 quando si candida come consigliere comunale a sostegno di Nicola Porro, nella lista civica che prende il suo nome, all’interno della coalizione di centrosinistra, riuscendo a conquistare un posto all’aula Pucci. La sua permanenza nel centrosinistra come espressione della Lista Porro tuttavia dura poco; dopo pochi mesi infatti Mecozzi abbandona la coalizione e passa nel Gruppo misto, per poi fare il suo ingresso a breve distanza di tempo nell’Udc, partito che sostiene la maggioranza di centrodestra del Sindaco Moscherini. Lui dichiara di non sostenere ufficialmente la maggioranza, pur essendo consigliere di un partito che ne è organico, ma non manca di approvarne alcuni provvedimenti proposti in Consiglio comunale.
Finita l’esperienza amministrativa di Moscherini, Mecozzi abbandona rapidamente anche l’Udc, per candidarsi personalmente a sindaco, a capo di una coalizione civica denominata Polo per l’alternativa, nella contesa che vede principalmente contrapposti il primo cittadino uscente e Pietro Tidei, dai quali si dichiara profondamente lontano politicamente, tanto da definirsi “distinto e distante” da entrambi; parole che saranno un po’ il suo slogan in campagna elettorale, in cui nelle ultime dichiarazioni pre-voto afferma: “Intendo la politica come un dovere civico e, soprattutto, come partecipazione di tutti alla costruzione della Cosa pubblica. Perché sono/siamo distinti e distanti da questo centro sinistra e da questo centro destra che non ci rappresentano”. (4 maggio 2012).
Anche se appena 11 giorni dopo vede le cose già diversamente, allorché nel ballottaggio tra Moscherini e Tidei annuncia pubblicamente il suo sostegno a favore di quest’ultimo, motivandolo con queste parole: “Civitavecchia deve cambiare ed è per questo che ho deciso di sostenere Pietro Tidei al ballottaggio. Non è una scelta facile, ma la ritengo necessaria”. (15 maggio 2012). Un sostegno disinteressato e di esclusivo dovere civile? Non è dato saperlo; quel che è noto, invece, è che appena qualche settimana dopo ottiene un incarico da Assessore all’interno della Giunta Tidei, la cui esperienza amministrativa durerà tuttavia poco meno di due anni.
Nuove elezioni, nel 2014, e Mecozzi è sempre nella coalizione a sostegno di Tidei, venendo eletto come Consigliere comunale tra le fila del Polo democratico. Infine, ieri, l’ultimo (per il momento?) cambiamento, con l’ingresso in quel Partito democratico verso cui fino a non molto tempo fa si definiva per l’appunto “distinto e distante”.
Ma le motivazioni per giustificare i cambi di casacca, è noto, sono sempre molto facili da trovare. E dentro il Partito democratico a quanto pare sono solo dettagli, soprattutto se portano tessere, voti e consensi.

Marco Galice