“Perché non affidare l’area Privilege alle imprese locali?”

CIVITAVECCHIA – Anche la quarta asta della Privilege è andata deserta. Lo spezzatino “per singoli lotti” con cui a quanto pare la curatrice fallimentare sta procedendo per la vendita dello scheletro del mega-yacht, cantiere compreso, sta dando i suoi frutti, cioè il nulla.
Per quanto riporta la stampa, l’asta si è svolta sul compendio cantieristico che è situato in area demaniale, dunque in concessione: fallimento o non fallimento, sempre di area portuale si tratta e sarebbe il caso che qualche chiarimento sulle procedure che si stanno seguendo venisse fornito alla città, ancora una volta relegata al mero ed umiliante ruolo di inutile spettatrice in casa propria.
Ad esempio, sull’iter concessorio decide esclusivamente la curatrice fallimentare e, nel caso, solo sulla base di parametri di buona gestione economica (cioè il prezzo giudicato congruo a chiudere in modo soddisfacente le operazioni fallimentari)?
Questo significa che l’apertura di una procedura fallimentare di un cantiere privato in area portuale, tra l’altro di tale impatto, esautora l’ADSP dalle proprie naturali competenze in tema di autorizzazioni?
Oppure l’ADSP, la cui istruttoria deve necessariamente considerare la complessiva affidabilità, sia del progetto che del proponente, in termini di prospettiva e di sinergia con la generale economia portuale e del territorio (a meno che non si voglia fare una Privilege 2), se considerasse l’eventuale vincitore non idoneo secondo le sue categorie di valutazione, conserva la facoltà di ritirare la concessione in una fase successiva all’espletamento dell’asta?
Ancora, in caso il compendio cantieristico fosse stato venduto, il suo destino sarebbe comunque rimasto legato alla vendita del rudere di nave che vi insiste sopra, che a quanto si capisce è oggetto di vendita separata?
Chi dovrebbe avere interesse a rispondere ad un’asta di questa natura?
Considerate le premesse, non è difficile credere che anche l’asta del 4 agosto è destinata ad avere lo stesso epilogo.
In compenso, come da copione, spunta al momento opportuno l’interesse del super-investitore di turno, che stavolta porta il nome della Azimut Benetti, società leader mondiale nella produzione di yacht, identica definizione con cui si presentarono i super imprenditori della Privilege.
A Civitavecchia si dice che “chi si è scottato con l’acqua calda ha paura pure di quella fredda” e la bufala del mega–yacht ha lasciato un intero tessuto sociale più che scottato, letteralmente carbonizzato!
Perciò le garanzie su quello che dovrà essere il futuro di quel pezzo di porto e di quanto sopra vi è depositato, in termini di sviluppo, progettualità, posti di lavoro, debbono essere certe e trasparenti, non più affidate al sentito dire e coperte da una inquietante coltre di silenzio.
Abbiamo chiesto alla nostra deputata presente in Commissione Trasporti, on. Monica Gregori, di interrogare il Ministro Del Rio, ponendo un quesito molto semplice e diretto: “ .. SE TENUTO CONTO DEL GRAVE DANNO GIA’ ARRECATO AL TERRITORIO, NON RITENGA DI PRENDERE IN CONSIDERAZIONE UNA INIZIATIVA STRAORDINARIA, PER DEFINIRE UN PROGETTO DI RECUPERO, CON IL COINVOLGIMENTO DELLE ISTITUZIONI COMPETENTI, CHE AFFIDI AI LAVORATORI ED ALLE IMPRESE LOCALI, NELLE FORME E NEI MODI DA INDIVIDUARE, L’AREA DEMANIALE DEL PORTO DI CIVITAVECCHIA INTERESSATA”.
La richiesta di una risposta istituzionale dovuta, a fronte di un danno di portata straordinaria, per consentire un rapido recupero dell’area, da affidare ai lavoratori in maniera organizzata, con il supporto delle istituzioni che insistono sul territorio.
Il Ministro Del Rio ha affidato la risposta al sottosegretario on. Umberto Del Basso De Caro, avvocato di antica scuola craxiana, che nel caso specifico avrebbe pure potuto chiamarsi Ponzio Pilato, il quale dopo attento esame, ci rende edotti di una serie di novità: 1) che il MIT non ha competenze; 2) che la Privilege è fallita; 3) che quando sarà aggiudicata l’asta sapremo a chi è stata affidata la concessione.
Tanta profondità di pensiero per precisare che il Governo, probabilmente troppo impegnato nel salvataggio delle banche venete, se ne frega dei danni prodotti da Banca Etruria & C., se ne frega dello sviluppo di Civitavecchia, del porto e dei lavoratori!
La scarna e lapidaria risposta del sottosegretario è depositata agli atti della Camera, a futura memoria.
Ringraziando l’on. Gregori per aver indotto il Governo a scoprire la propria posizione di totale disimpegno, per parte nostra garantiamo invece l’impegno, a tutti i livelli, perché il muro di omertà che circonda l’affaire Privilege venga squarciato, mettendoci fin da ora a disposizione per la costituzione di un fronte comune con quanti vogliono la restituzione di quell’area al lavoro ed ai lavoratori di Civitavecchia.
Altresì, restiamo in trepidante attesa di un pronunciamento dei rappresentanti istituzionali del territorio: che dicono le onorevoli parlamentari? che dice l’ADSP, direttamente chiamata in causa dal sottosegretario? che dice la Regione, il suo Presidente e gli autorevoli consiglieri di maggioranza, nonché gli altrettanto autorevoli consiglieri di minoranza? che dice la Città Metropolitana, maggioranza e minoranza? che dice il Comune?

Lucia Bartolini – Coordinamento Sinistra Italiana Civitavecchia