“Old Town Sound”. Storia di una band emergente: gli “Stage Of Reality”

CIVITAVECCHIA – Le esigenze delle band non sono sempre le stesse, come dimostra questo nuovo appuntamento con la rubrica “Old Town Sound”: c’è chi, come gli Stage Of Reality, oltre a curare in modo professionistico l’aspetto della tecnica e della perizia musicali, possiede un particolare occhio di riguardo anche per la solidità e gli obiettivi del gruppo. Gruppo formatosi sul nostro territorio e che, come ha specificato il frontman Damiano Borgi che ha concesso la seguente intervista a nome di tutti gli altri componenti, in luogo delle loro diverse città di provenienza, “è formato prima di tutto da persone che devono trovarsi bene insieme”. Appare infatti forte e coinvolgente la sintonia che lo unisce ad Andrea Neri (chitarra), Bernardo Nardini (chitarra), Marco Polizzi (basso) e Daniele Michelacci (batteria), una sintonia che all’alba dell’uscita del secondo album della band, non può che crescere assieme all’evoluzione artistica che stanno sviluppando.

Come è nato il vostro gruppo?

“Il gruppo è nato nel 2014 da un’idea di Andrea Neri, uno degli attuali chitarristi, che ha voluto mettere su una band chiamando alcuni musicisti che conosceva per produrre dei pezzi che aveva scritto. Io sono entrato grazie ad un’audizione nel 2015 in sostituzione del cantante precedente”.

A quale genere musicale vi sentite di appartenere?

“Noi non lavoriamo tanto basandoci sul genere che ci appartiene, più che altro seguiamo dove ci porta la musica. Spesso ci inseriscono nei filoni dell’alternative metal e del prog metal. Tuttavia il genere dei brani dipende dalla composizione degli i stessi, non amiamo etichettarci o limitarci”.

La maggior parte dei vostri ingaggi si dispiega a Roma?

“Sì, ma non solo. Il nostro intento è quello di girare il più possibile; lo scorso anno siamo andati in tournée facendo da spalla agli ‘Angra’, una band progressive brasiliana, spostandoci ovunque tra Milano, Brescia, Pavia, Pisa e altre città, prevalentemente centro e nord Italia. A partire da ottobre ripeteremo l’esperienza del tour, questa volta facendo noi da headliner, in occasione dell’uscita del nuovo CD che promuoveremo con diverse date”.

Parlaci un po’ del vostro album: cosa deve aspettarsi chi lo ascolterà?

“Il CD si chiamerà ‘Stage of reality’ e sarà comprensivo di 11 tracce, di cui una cover e dieci brani inediti. Abbiamo registrato tutto in uno studio di Roma e lo abbiamo prodotto con l’etichetta americana Rock Avenue Records; c’è stato un gran lavoro dietro, anche perché è da molto che lo progettiamo. Due degli inediti sono già usciti online ed è possibile ascoltarli, gli altri saranno completamente nuovi. Possiamo dire con molta soddisfazione che l’album potrà vantare la collaborazione di due nomi piuttosto significativi: Amanda Somerville, una nota cantante metal americana con cui duetterò in ‘Back to Black’, e Blaze Bayley, che è stato per diverso tempo il frontman degli Iron Maiden. È stato molto produttivo poter sfruttare la loro collaborazione, dopo tutto sono dei professionisti con una grande esperienza che indubbiamente hanno arricchito il CD”.

Quando uscirà e come si svolgerà il tour promozionale?

“La data ufficiale dell’uscita dell’album è il 14 ottobre, giorno in cui saremo in Romania per la prima data del tour in occasione del Maximum Rock Festival presso l’Arena Romana di Bucarest. Dopodiché ci sposteremo in Italia dove toccheremo diversi capoluoghi per proseguire la tournée”.

stage of reality3Come giudicheresti la scena musicale italiana per le band emergenti? Quanto è difficile arrivare ai grandi palchi?

“Sicuramente è difficile, soprattutto per le band, delle quali vengono valutati anche altri aspetti oltre a quello della bravura in ambito musicale. La band deve essere forte e compatta altrimenti nessuno si prende il rischio di chiamarla per un festival o una serata importante. Per questo motivo un passato di esperienze in pub o piccole città è necessario: la gavetta tocca un po’ a tutti. Le band poi sono numerosissime e purtroppo il mercato italiano non è così aperto, soprattutto se non si è inquadrati in un filone musicale ben definito. A mio parere le possibilità per emergere ci sono, anche se occorrono molti sacrifici: bisogna andare in giro, farsi conoscere e suonare il più possibile. Sicuramente rispetto al resto d’Europa stiamo ancora un po’ indietro, perché gli eventi musicali più grandi non sono abbastanza pubblicizzati e inoltre chiamare degli ospiti di considerevole importanza è difficile, perché i costi sono veramente eccessivi paragonati a quelli delle altre capitali europee. La voglia di fare c’è, con un po’ di impegno da parte di tutti quelli che fanno parte del settore secondo me col tempo si possono raggiungere buoni risultati”.

Voi avete lavorato con un’etichetta discografica, cui generalmente è legato lo stereotipo di fabbrica musicale dove si tende a commercializzare qualsiasi prodotto. Confermate questa versione o a voi è andata bene?

“Noi sfatiamo questo mito: devo dire che non siamo stati affatto limitati, abbiamo avuto la possibilità di produrre quello che volevamo. Ci hanno sentito, gli siamo piaciuti e hanno deciso di investire su di noi”.

La vita della vostra band sembra piuttosto impegnativa; come riuscite a conciliare gli impegni personali con quelli del gruppo?

“Sicuramente quello che ci aiuta è un legame umano forte che ci unisce e ci permette di discutere per risolvere i problemi quando si vengono a creare. Riusciamo sempre a trovare una soluzione, parlandone e accordandoci nel modo migliore per tutti. Ognuno di noi ha la sua vita al di là del gruppo ma stiamo andando tutti verso la stessa direzione, vogliamo spenderci per questo progetto e siamo pronti a fare i dovuti sacrifici”.

Attualmente qual è secondo te l’esperienza più significativa che avete avuto modo di provare?

“A mio avviso quella di produzione dell’album. I concerti in cui abbiamo suonato ci hanno permesso di evolverci molto e di conoscere tante persone che ci hanno arricchito, ma penso che l’empatia che si è creata durante la scrittura dei brani sia il fattore che ci ha permesso di unirci ancora di più. Siamo cinque persone completamente diverse con dei background musicali altrettanto differenti, eppure siamo riusciti a conciliare le nostre personali influenze in modo da impreziosire gli inediti senza sovrastare il contributo altrui. Quando si scrive insieme si acquista una sintonia molto particolare, molto simile a quella che si prova suonando insieme live e il legame personale che si viene a creare tra i componenti di una band secondo me a volte è più importante della musica stessa”.

Giordana Neri

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