“Mumble mumble…”, genialità e maestria sul palco del Nuovo Gassman

CIVITAVECCHIA – Ogni aspettativa creata dal titolo dello spettacolo andato in scena gli scorsi 18 e 19 febbraio al Nuovo Sala Gassmann, “Mumble Mumble… ovvero confessioni di un orfano d’arte”, è stata sistematicamente disattesa e negata nel corso della serata. Non si è trattato infatti di un esercizio di retorica, né di un racconto edulcorato ed aneddotico: Emanuele Salce, nel ruolo di se stesso, ci ha narrato senza veli ed ha esorcizzato insieme al pubblico la morte del suo primo padre, Luciano Salce, e quella del secondo, Vittorio Gassmann.
Affiancato da un amico regista, interpretato da Paolo Giommarelli, Luciano vorrebbe portare in scena Dostoevskij, ma gli spiriti dei propri padri, dopo tanti anni, ancora lo perseguitano. La pesante eredità che questi gli hanno lasciato, il linguaggio forbito, la voce impostata e tutti i caratteri tipici dell’attore Mattatore, si sommano alle tante difficoltà emotive e artistiche accumulate durante l’infanzia, impedendogli così di recitare, ma anche di vivere, prescindendo dal proprio passato di figlio d’arte.
Lo spettacolo si sviluppa quindi come una seduta psicanalitica, nella quale il protagonista rivive i funerali dei propri padri, descrivendoli con ironico distacco e pennellandoli di episodi surreali e grotteschi, ma senza che l’emozione empatica della riviviscenza venga perduta. Si passa velocemente e senza rendersi conto dalla risata accorata alla commozione, fino a non distinguere più i confini dell’una e dell’altra. Il ritmo incalzante dello spettacolo e la maestria nella gestione dei tempi comici e teatrali ci tengono con il fiato sospeso, senza mai spegnere la curiosità dello spettatore, evidenziando la bravura attorica dei due protagonisti.
Due grandissimi attori, su di una scena essenzialmente vuota, interpretano uno spettacolo magistralmente strutturato e, nella propria essenzialità, geniale, che sa arricchire senza suggerire una morale. Un grande spettacolo per la piccola sala Gassmann, sempre gremita, che non fa che dimostrare l’attenzione alla qualità nella scelta degli allestimenti, rendendo questa stagione teatrale competitiva, sia a livello cittadino che regionale.