Monti: “La Corte dei Conti non mi ha bocciato”

CIVITAVECCHIA – “Niente di nuovo e accuse infondate”. Il Commissario straordinario dell’Authority Pasqualino Monti ridimensiona così la notizia sulla relazione della Corte dei Conti negli anni della sua gestione a capo di Molo Vespucci, negando che i giudici contabili abbiano espresso valutazioni negative sul suo operato e bollando come una operazione politica a sua discredito la diffusione della notizia, a suo avviso datata e per nulla attuale. Lo fa in una lunga nota in cui risponde punto per punto a tutte le contestazioni, parlando in sostanza di un Porto in salute e di una Autorità portuale senza macchia, tanto da arrivare a definire “presunte criticità” le rilevazioni della Corte dei Conti. Di seguito il testo integrale della sua nota.

Fa sorridere la tempestività con cui il solito personaggio, già protagonista di vicende tutt’altro che chiare a sua volta oggetto di denunce, inchieste giudiziarie e – tra poco – processi nelle aule di Giustizia, si affanni a distribuire a tutte le testate giornalistiche ogni singolo atto o relazione riguardante il porto di Civitavecchia. Tutto è buono pur di gettare fango sull’immagine del Porto e di chi è stato chiamato ad assumerne la guida.
Si dirà che dopo esposti anonimi e interrogazioni parlamentari – a cui è stata data puntuale ed – evidentemente – esaustiva risposta nelle sedi deputate, stavolta è la Corte dei Conti a scrivere una corposa relazione sulla gestione finanziaria dell’ente. Ci mancherebbe: però le 80 pagine di relazione vanno lette e spiegate, prima di essere riassunte in titoli che addirittura parlano di “dimissioni”. Tra ieri, o il 4 dicembre, data della determinazione della Corte dei Conti e oggi, non è cambiato né accaduto assolutamente nulla di nuovo per il porto, il commissario e l’Autorità Portuale.
La relazione della Corte, infatti, non “boccia” il commissario, come ha scritto qualcuno.
Si tratta di vicende vecchie su cui, a partire dall’inizio del 2014, sono stati versati fiumi di inchiostro e che sono già state oggetto di puntuali chiarimenti in tutte le sedi.
Evidentemente, 6 mesi fa era in scadenza l’incarico di Presidente, e quindi ogni occasione era buona per gettare fango sul sottoscritto. Oggi siamo alla vigilia della scadenza dell’incarico da Commissario e puntualmente alcuni media riprendono quelle che giornalisticamente non sono neppure notizie, visto che sono già state abbondantemente scritte e commentate.
La “notizia” è che il 4 dicembre la Corte dei Conti ha trasmesso alle Camere la relazione sulla gestione finanziaria dell’Autorità Portuale di Civitavecchia per il periodo 2012-2014.
La conclusione del controllo – che non è una indagine contabile – non trae alcun tipo di conclusione “sanzionatoria”, limitandosi ad evidenziare alcune presunte criticità, in merito alle quali già da diverso tempo stiamo dando riscontro punto per punto al Ministero Vigilante e agli organi preposti. Peraltro alcune sono problematiche, che come già riconosciuto dal MEF, sono relative all’impianto normativo nazionale e per altri aspetti nel 2015, anno escluso dalla relazione, lo scenario è già cambiato, con interventi dell’ente anche relativamente ad alcune delle criticità evidenziate, o con il sensibile miglioramento di alcuni dati di traffico.

Nel merito:

“I conti non tornano”

Per rispondere a questo punto basta rilevare come, mentre nel 2009 l’utile di esercizio era di 468.000 euro, nel 2010 di 1.334.000 euro, nei 4 anni di presidenza Monti dal 2011 al 2014 gli utili di esercizio sono stati rispettivamente di 9.300.000 euro, 15.431.000, 8.650.000, 4.400.000 euro.
L’occupazione degli addetti portuali, in un periodo di profonda recessione, è passata da circa 5.000 unità a 6.800 unità.
L’avanzo di amministrazione è, nel bilancio dello Stato, difficilmente comprensibile per lettori abituati a bilanci civilistici, è la differenza che esiste tra crediti, debiti, più la cassa. Nel momento in cui l’avanzo diminuisce, senza mai sfociare in un disavanzo, significa che la differenze e le risorse finanziarie a disposizione dell’ente sono state utilizzate per la realizzazione delle opere infrastrutturali. Nel caso specifico la compartecipazione alle opere strategiche (Darsena Traghetti e Servizi, prolungamento dell’antemurale…). Guarda caso non si fa riferimento all’autentico indicatore di valore e di performance che è il patrimonio netto che è passato dai 48,9 milioni del 2011 ai 73,1 milioni del 2014.

“La gestione incerta”

Potrei agevolmente trincerarmi dietro la crisi economica che ha investito tutti i porti italiani, e dietro il fatto che l’azione di un Presidente non si vede appena arrivato, ma nel giro di qualche anno, ma bisogna anche in questo caso andare più in profondità: il volume di traffico in calo, con il passaggio delle merci da 19 a 15,5 milioni di tonnellate, è spiegabile già soltanto con la chiusura della raffineria di Roma a Fiumicino, che ha azzerato oltre 6 milioni di tonnellate di prodotto raffinato.
Nel frattempo, però, Civitavecchia è diventato, come più volte scritto proprio da Repubblica e dai principali media italiani, “un miracolo nella realizzazione delle nuove infrastrutture” che oggi ci hanno consentito di assurgere al ruolo di polo dell’export dell’automotive, con l’accordo stretto per la produzione FCA di Melfi e con Grimaldi Napoli.
E’ evidente che il traffico passeggeri, mentre quello crocieristico segue i trend internazionali del Mediterraneo, nel caso di Civitavecchia è influenzato al 100% dal calo delle presenze turistiche in Sardegna.

Port Mobility

Il trasferimento delle quote di maggioranza avviene nel 2013 dall’allora azionista di maggioranza Autostrade spa alla storica impresa portuale “Sportiello srl”, che chiese agli altri soci, tra cui anche Autorità Portuale, se volessero o meno esercitare il diritto di prelazione così come previsto dal codice civile e dallo Statuto della società, che venne costituita nel 2004 ed ottenne la concessione per svolgere i servizi di interesse generale relativi all’infomobilità.
Nelle conclusioni, la Corte dei Conti afferma che per il futuro potrebbe prefigurarsi l’opportunità di effettuare una gara ad evidenza pubblica per un nuovo affidamento del servizio. Con riferimento alla sentenza del Consiglio di Stato del 2009, si precisa che l’Autorità Portuale sta svolgendo le procedure di gara ad evidenza pubblica per la cessione delle proprie partecipazioni nelle società di interesse generale.

Accordo con il Comune di Civitavecchia

Dimostra come il referto al Parlamento della Corte prenda atto di eventuali criticità, ma non tenga conto anche della situazione attuale effettiva. Infatti, l’Autorità Portuale in autotutela non ha mai versato alcuna quota relativa a quell’accordo fino a quando il ministero vigilante non esprimerà la propria approvazione su quell’atto.

L’acquisto dei terreni

Basti dire a tal proposito che il valore di quei terreni si è moltiplicato in pochissimo tempo dopo il nostro acquisto e che l’ente è diventato l’hub principale per il traffico automotive FCA. Nel 2012 è stata eccezionale la scelta di acquistare le aree per rispondere ad una precisa esigenza del mercato che era quella di avere spazi retroportuali disponibili per far diventare Civitavecchia il primo polo nazionale dell’automotive.

Assunzioni dirette e mancato recupero somme erogate al personale negli anni 2011-2013

La vicenda delle assunzioni dirette è stata chiarita e conclusa da tempo, secondo quelle che peraltro erano anche le conclusioni dell’ispezione del MEF: non sono stati compiuti atti illegittimi, e ora si deve attendere la riforma dei porti per avere una norma che chiarisca in modo inequivocabile se i dipendenti elle Autorità Portuale rientrino o meno nella normativa sul pubblico impiego.
Quanto al recupero delle somme erogate al personale secondo quanto richiesto dal d.l. 78/23010, si è agito e si sta agendo di comune accordo a livello nazionale tra le Autorità Portuali ed il MIT in attesa che si esprimano la giustizia amministrativa e quella del lavoro sulle numerose cause in essere.

Contributi previdenziali ed emolumento del Presidente

Sono dirigente dell’Autorità Portuale dal 2005, prima cioè della legge che tocca l’ambito pubblico e i dipendenti pubblici. Gli uffici dell’ente hanno mantenuta intatta la contribuzione previdenziale, avendo io un contratto privato CIDA che prevede “il dirigente che dovesse diventare Presidente dell’AP mantiene inalterata la contribuzione previdenziale per tutta la durata del mandato”
Quanto al riferimento all’emolumento da Presidente, viene calcolato sulla base di un DM del 2003 ed è equivalente a quello percepito a quello degli altri presidenti che hanno guidato il porto di Civitavecchia prima di me. Si obietta che il porto di Civitavecchia movimenta meno di 17 milioni di tonnellate, e che quindi l’emolumento dovrebbe essere calcolato con il coefficiente corrispondente alla fascia minore di traffico, ma il punto è che – come interpretato, a mio avviso correttamente, dagli uffici e organi competenti dell’ente fin dal 2003 – il parametro a cui fa riferimento la norma non è il tonnellaggio delle merci ma è e deve essere anche legato ai passeggeri, altrimenti esclusi dal calcolo e dall’attribuire quindi un adeguato “peso” ai singoli porti: quindi i 17 milioni di tonnellate sono a nostro avviso da riferirsi alla “portata netta della nave”, in termini di merci e passeggeri. Considerando questo tonnellaggio, Civitavecchia è ben al di sopra dei 17 milioni di tonnellate annue necessarie a far scattare il coefficiente superiore.
Ma anche su questo ci stiamo confrontando con il Ministero e comunque ritengo che sollevare oggi questo aspetto, che non ho deciso certo io e sul quale non è intervenuta alcuna modifica rispetto al trattamento dei miei predecessori, trattandosi di un calcolo mai contestato a nessun livello da oltre 10 anni a questa parte, confermi come il problema in realtà sia quello di screditare e mettere in cattiva luce il sottoscritto, con esposti, sollecitazione ad organi giurisdizionali ad intervenire su tutto, nella speranza che all’esito di controlli ed indagini ci possa scappare la classica “buccia di banana” utile ad eliminarmi dal ruolo che ricopro o far sì che debba essere accantonata la possibilità di una riconferma.
Dopo due anni questi tentativi, alimentati con campagne di stampa ad orologeria, hanno portato soltanto a rafforzare nel sottoscritto l’impegno ad operare per far raggiungere al porto di Civitavecchia ulteriori risultati in grado di creare sviluppo e posti di lavoro.