Lotta alla corruzione: scontro Cozzolino-Barbaranelli

CIVITAVECCHIA – Scontro a distanza tra Antonio Cozzolino e Fabrizio Barbaranelli. Ad accendere la miccia l’intervento di ieri con cui il Primo cittadino ha ricordato la Giornata mondiale contro la corruzione istituita nel 2003 dalla Nazioni Unite, “per sensibilizzare su un problema i cui effetti negativi troppo spesso, soprattutto nel nostro paese, sono fortemente sottovalutati”. “E Civitavecchia – ha commentato Cozzolino – dove la commistione tra affari e politica, tra interessi privati e gestione della cosa pubblica, ha prodotto danni inenarrabili, purtroppo non ne è e non ne è stata esente. Basterebbe mettere a raffronto quanti, soprattutto tra i politici, si sono improvvisamente arricchiti con la sofferenza del tessuto sociale ed economico cittadino. Ritenendo che la lotta alla corruzione sia impegno imprescindibile di ogni singolo amministratore, ho provveduto in questi diciotto mesi di amministrazione a segnalare all’autorità competente, l’ANAC (Agenzia Nazionale Anti Corruzione) tutto ciò che di poco chiaro ho trovato nell’azione amministrativa. Sono già partite decine di denunce e segnalazioni che sono, ora, al vaglio dell’autorità competente. È corruzione quando si piega la pratica amministrativa agli interessi propri o di propri amici/parenti/sodali, quando ci si procura un arricchimento illecito ai danni della collettività; quando si favorisce un’azienda vicina ai danni di altre, alterando pesantemente le regole di mercato e uccidendo l’economia sana. Corruzione è fare un uso non corretto del denaro pubblico; dare i posti di lavoro più prestigiosi, più economicamente remunerativi e di più responsabilità agli amici degli amici e non in base alla meritocrazia. E’ a causa della corruzione che il nostro paese, che si colloca al sessantanovesimo posto nella classifica dei paesi afflitti da tale cancro, sta sprofondando sempre più in basso. E’ solo combattendo questo fenomeno che si potrà dare ai nostri figli un paese migliore e una speranza di futuro A Civitavecchia la lotta alla corruzione è iniziata da giugno 2014. E andrà avanti senza remore quantomeno fino a giugno 2019”.
Parole che l’ex Sindaco Barbaranelli non ha per niente gradito, decidendo di replicare in questo modo: “Sono parole gravi quelle pronunciate dal sindaco Cozzolino. Gravi e bugiarde. Civitavecchia nella sua storia ha avuto amministratori onesti, mai nessuno di loro è stato investito da provvedimenti giudiziari o, se lo è stato (e mai per corruzione), ne è uscito con proscioglimento pieno. Parlare così non è dignitoso, gettare discredito sui predecessori è tipico degli incapaci che cercano di coprire la propria inadeguatezza accusando senza prove chi li ha preceduti. Voglio esprimere la mia indignazione di cittadino e di ex sindaco che ha vissuto una fase importante della vita della città e che insieme ad altri ha operato con assoluta trasparenza per il suo sviluppo. Cozzolino vuole azzerare la memoria. E lo fa profittando di un clima a cui gli amministratori della città non hanno mai partecipato e utilizzando il negativo che la politica in questi ultimi anni ha espresso e che ha suscitato tante legittime reazioni nell’opinione pubblica. Ma la politica non si identifica con i corrotti e nella città mai si è identificata in loro. Cercare di azzerare la memoria è una operazione che dovrebbe trovare l’ostilità innanzitutto di chi amministra, perché è così che si contribuisce a quel processo di dissoluzione dei valori essenziali di una comunità. Disconoscere la continuità dei processi, delle idee, dei protagonisti, è il peggior servizio che si può rendere ad una città. E’ proprio nell’idea di comunità che Civitavecchia sta fallendo ed è in questo che si trovano i germi della dissoluzione, del disamore per la cosa pubblica, dell’assenza di rispetto dei beni comuni, del degrado che ci sta sommergendo. Se dovessi indicare il primo obiettivo da perseguire, insieme al lavoro e al decoro della città, porrei proprio l’idea della comunità, perché da essa discendono valori, cultura e solidarietà. E strettamente legato a questa idea c’è il rispetto per chi ha operato nei vari segmenti della società e delle istituzioni. Come si può parlare in termini così sprezzanti della nostra storia, una storia fatta di personaggi come Renato Pucci, Archilde Izzi, Giovanni Massarelli, Pietro Guglielmini, Ennio Piroli, per citare solo i nomi dei sindaci purtroppo scomparsi? Chi di loro si è arricchito? Chi di loro è stato coinvolto in fenomeni di corruzione? Difenderne la memoria è un patrimonio della città. Questo ‘nuovismo’ d’accatto – conclude Barbaranelli – non giova a nessuno ed è la più evidente manifestazione di inadeguatezza e di assenza di lealtà e correttezza. Questa è una città di solide tradizioni e un sindaco dovrebbe tutelarle. Se non lo fa non parli di onestà e trasparenza”.