La silenziosa rivoluzione dell’assorbente

Arunachalam Muruganantham vive a Coimbatore, nell’India del Sud. Si è appena sposato e ricopre di attenzioni sua moglie. Non può fare a meno quindi di chiederle spiegazioni vedendola un giorno nascondere uno straccio insanguinato.
Muruga riceve in risposta uno schiaffo. Non sta bene chiedere, non sta bene costringere una donna ad ammettere di non potersi permettere degli adeguati prodotti igienici durante il suo ciclo mestruale. Assorbenti. La moglie di Muruga, così come altri 300 milioni di donne indiane, non può permettersi gli assorbenti. Così come milioni di donne indiane e non, la moglie di Muruga usa ogni mese degli stracci. Così come milioni di donne al mondo, in India circa una su cinque, la moglie di Muruga probabilmente si assenta dal lavoro e da scuola durante le mestruazioni.
Il Signor Arunachalam non conosce l’entità del problema con cui forse per la prima volta in vita sua si trova ad aver a che fare, ma è determinato a migliorare le condizioni di vita di sua moglie. Inizia a lavorare per dar vita a nuovi assorbenti più accessibili. Impiega due giorni a costruire il primo: del semplice cotone cucito in forma rettangolare. La moglie prova la prima creazione, definisce il lavoro del marito inutile e torna ad usare i metodi tradizionali.
Muruga insiste, non si da per vinto, si spinge più in là con le ricerche. Metodi e materiali più avanzati, cotone lavorato… ma si trova di fronte ad un problema: ogni volta che prova una lavorazione nuova deve aspettare il ciclo della moglie per testarla. Pensa quindi di rivolgersi alle studentesse di medicina della zona, ma per via della timidezza nessuna si offre come volontaria per i test sul prodotto.
Muruga decide allora di provare su se stesso: crea un utero artificiale riempiendo un contenitore di gomma con sangue animale, lo lega intorno alla vita con un elastico e lo collega con un tubicino all’assorbente che indossa. Presto gli esperimenti vengono notati dai vicini, spesso Muruga viene visto con i pantaloni sporchi di sangue ed emana cattivo odore. La comunità inizia a definirlo un pervertito. Sua moglie non sopporta la vergogna, lo lascia e scomparirà dalla sua vita per ben cinque anni.
Lui però continua in segreto: impiega due anni per trovare il giusto materiale e perfezionare il processo. In quattro anni e mezzo costruisce tre macchinari, da lui appositamente progettati per la produzione dei suoi assorbenti.
Ad oggi 877 marchi li producono, impiegando 1300 macchine, in 27 regioni indiane. 17 Stati hanno importato il suo macchinario. Il sistema di produzione di Muruga ha creato posti di lavoro, ed i suoi assorbenti costano la metà degli altri sul mercato.
Il Signor Arunachalam si è rifiutato di vendere la sua invenzione alle multinazionali. Chiama ciò che ha ottenuto “La silenziosa rivoluzione libera” e lo definisce oltre il concetto di marketing come la possibilità per “qualsiasi donna, anche senza aver ricevuto un’educazione, di creare assorbenti di alta qualità, al pari di quelli venduti dalle grandi aziende.”
In Italia, all’inizio del 2016, gli Onorevoli Beatrice Brignone, Giuseppe Civati, Andrea Maestri e Luca Pastorino hanno depositato in Parlamento la proposta di legge “Tampon Tax”, con l’obiettivo di ridurre l’aliquota dell’imposta sui prodotti, al momento non considerati di prima necessità, destinati alle donne. Alcuni hanno fatto della facile ironia sulla proposta, altri hanno reclamato l’importanza di ben altri temi da affrontare in favore delle donne, i più non sono neanche venuti a conoscenza della questione o l’hanno semplicemente ignorata. Così come hanno ignorato il fatto che in Italia l’IVA sugli assorbenti e simili è del 22%, la stessa che viene applicata ai beni di lusso. In Gran Bretagna ed in Francia, per fare due esempi, non si supera il 6%. Gli stessi che ignorano l’impatto che questa “questione prettamente femminile” ha in termini non solo di partecipazione sociale egualitaria, ma anche economici per quanto concerne il bilancio familiare e l’ambito lavorativo.
Sono coloro che, dopo il primo schiaffo, avrebbero volto lo sguardo da un’altra parte.
Sono coloro quelli che, al contrario di Muruga, non faranno la rivoluzione.

Giada Bono