In mostra i “Campioni nella Memoria”: storie di atleti deportati

CIVITAVECCHIA – Si è tenuta venerdì 8 febbraio, alle ore 11:30 nell’Aula Magna dell’Istituto di Istruzione Superiore “Guglielmo Marconi”, la Conferenza Stampa sulla mostra Fotografica “Campioni nella memoria: storie di atleti deportati nei campi di concentramento”, realizzata dal Comune di Scandicci.

Il Dirigente scolastico, Prof. Nicola Guzzone, nel fare gli onori di casa, ha affermato: “Tale evento storico, culturale e sportivo è un’occasione per ricordare gli eccidi e per riflettere sui terribili eventi di quegli anni. L’obiettivo che ci poniamo come educatori è quello di formare i giovani ad una conoscenza critica e razionale della storia, con la speranza che, dalla consapevolezza di quanto accaduto, aborriscano ogni forma di violenza, discriminazione ed odio. La negazione dell’essere umano e l’annichilimento della diversità questo è il filo conduttore scelto è lo sterminio e l’internamento dei Campioni nello Sport”.

Organizzatori della mostra l’Associazione Sportiva Dilettantistica Pallavolo Civitavecchia, l’unione Veterani dello Sport Civitavecchia e la Polisportiva “G. Castello in collaborazione con l’I.I.S. Stendhal, I.I.S. Alberto Guglielmotti, I.I.S. Guglielmo Marconi, I.I.S. Galileo Galilei, I.I.S.S. Luigi Calamatta e l’Associazione Cinefotografica Civitavecchia. L’esposizione, con brevi biografie degli atleti, è infatti allestita, in questa prima tappa civitavecchiese, presso l’atrio della stessa scuola e sarà visitabile dal 6 fino al 12 febbraio, mentre dal 13 al 20 presso l’I.I.S. “Stendhal”.

“La mostra –ha spiegato Gianfranco Cataldo, presidente dei Veterani dello Sport di Civitavecchia – offre una grande opportunità agli studenti: partecipare attivamente al progetto della memoria, il percorso storico e antropologico che parte dalla conoscenza della malvagità dell’uomo fino all’analisi critica e partecipata del contesto. Ringraziamo la La Regione Lazio per il Patrocinio e il Comune di Scandicci per il materiale concesso; per la collaborazione la Delegazione Toscana dell’Unione Veterani dello Sport”.

La Vice Presidente dell’ASD Pallavolo Civitavecchia Marina Pergolesi ha aggiunto: “Sono queste iniziative e gli ingredienti fondamentali per potere educare le nuove generazioni ad una società che abbia gli anticorpi per resistere alle tentazioni più becere, violente e antidemocratiche. Insegnare ai ragazzi e alle ragazze la storia, anche quella meno conosciuta è determinante per evitare che la storia, quella più tragica, si ripeta e per promuovere una società inclusiva, rispettosa e aperta. Dobbiamo quindi aver fiducia nei positivi presupposti di queste nuove generazioni, affinché alimenti un futuro schivo dalle iniquità e scevro da ogni violenza, perché alla crudeltà umana più schiacciante non c’è al mondo motivazione plausibile”.

L’idea di questa mostra è di Barbara Trevisan, docente di scienze motorie sportive a Scandicci, ed è nata dalla lettura di un articolo della giornalista Jane Santoro sulla storia di atlete tedesche ebree. Le sportive alla fine degli anni trenta avevano messo a segno record nazionali e mondiali e per questo in Germania erano conosciute e ammirate; per anni, però, di questi primati negli annali sportivi tedeschi non c’è stato nessun riferimento, fino alla mostra intitolata “I record dimenticati”, allestita alla Haus des Sports di Berlino (mostra itinerante che dopo una tappa a Dresda è approdata a Londra in occasione delle Olimpiadi del 2012), rendendo giustizia a queste atlete che hanno visto le loro vite e le carriere sportive compromesse dalla follia del nazismo. Questa prima mostra ha ispirato l’organizzazione di “Campioni nella Memoria”, e la ricerca di storie di atleti, non solo ebrei, deportati nei campi di concentramento.

“Questa mostra è nata dalla convinzione che la trasmissione della memoria spetti a tutti –hanno concluso gli organizzatori – ma in modo particolare a chi è stato toccato dalla tragedia delle deportazioni, seppure in modo indiretto, e che le storie delle singole persone possano essere la testimonianza più forte e incisiva per le nuove generazioni. Lo scopo è quello di osservare la più grande tragedia del ventesimo secolo, anche dal punto di vista sportivo, rendendo onore e gloria a tutti quegli uomini e donne che nella loro vita hanno incarnato gli ideali sportivi e, con le loro scelte, hanno difeso i principi di libertà, di uguaglianza e di tolleranza”.