“Il sogno di una vita” delude le attese

CIVITAVECCHIA – Altro weekend e altro spettacolo al Nuovo Sala Gassman: la scorsa settimana è stato il turno de “Il Sogno di una Vita”, che è arrivato con tante promesse, ma se ne è andato lasciandosi dietro tante aspettative disattese.
Lo spettacolo, scritto e diretto da Alessandro Prete, è un insieme perbenista di frasi accattivanti. Uno spettacolo scritto per il favore del pubblico, ma che lascia tanta delusione ai più attenti.
Già dalla storia è evidente il tentativo di comprare il pubblico con una trama scontata e poco originale, fatta di personaggi stereotipati e piatti. Quattro compagni di orfanotrofio si ritrovano dopo anni in un’occasione tragica: Manuel, dall’animo sensibile del poeta, è malato e morente. Accanto a Manuel troviamo per tutto lo spettacolo Yuri, profondo e testardo, Simone, che si nasconde dietro una corazza di sprezzante materialismo, e Renzo, un prete dall’animo sincero. La malattia di Manuel lo porta velocemente alla morte, ma non prima che i personaggi arrivino alla loro crescita e in questo evento tragico ritrovino se stessi. Un’espediente abusato quello della morte, e qui stridente e poco credibile perché usato nel modo sbagliato.
Una recitazione spesso approssimativa di una sceneggiatura scritta male, poco realistica, poco spontanea, troppo forzata. Una regia confusionaria e troppo movimentata distoglie l’attenzione dai dialoghi poco scanditi, a volte farfugliati, degli attori. Da salvare la scenografia: una stanza d’ospedale spoglia, ma ben strutturata, con quattro separé utilizzati spesso dai personaggi per parlare dei loro ricordi. Musiche coinvolgenti e una cura del disegno luci notevole per uno spettacolo che, senza, risulterebbe anonimo.

Lorenzo Piroli