“Il Pd ha regalato alla città 800 forni crematori”

CIVITAVECCHIA  – Incredibile che il gruppo consigliare del PD abbia ancora il coraggio di parlare di ambiente, ma mi sembra evidente che la pagina del loro vocabolario con la voce “vergogna” sia ormai stata divorata dalle tarme e dal tempo. In Consiglio comunale come maggioranza ci siamo espressi fortemente affinché l’iniziativa di un possibile referendum contro la realizzazione dell’impianto di cremazione partisse dai cittadini, un atto dovuto per capire se la città voglia davvero spendere oltre centomila euro per indire un referendum che con molta probabilità non raggiungerebbe il quorum e quindi potenzialmente inutile. Persino le 2.000 firme necessarie non sono una garanzia sufficiente in tal senso, ma rappresentano la condizione minima fissata dai regolamenti per stabilire che ci sia almeno un certo interesse.
D’altronde basta vedere chi sono in Consiglio comunale coloro che hanno bocciato la raccolta di firme per alimentare dubbi sul fatto che la maggioranza dei cittadini sia veramente interessata. Per primo il consigliere Grasso con la sua mozione inammissibile, senza nemmeno un quesito referendario da sottoporre al voto e che si spinge addirittura a paragonare l’inquinamento prodotto dal forno crematorio a quello prodotto da TVN, quando per produrre nell’arco di un anno lo stesso volume di gas di scarico che detta centrale a carbone può produrre occorrerebbero circa 4.000 impianti di cremazione come quello che ha vinto l’appalto, funzionanti nove ore al giorno per sei giorni a settimana.
E dire che una bella fetta di questi inquinanti ce li ha regalati proprio un’altra forza che aveva bocciato la raccolta di firme in Consiglio comunale, salvo poi appropriarsene in modo strumentale, il PD, in quanto con il rinnovo dell’AIA del 2013 rilasciata con parere favorevole dell’allora sindaco Tidei, ci ha regalato l’equivalente in volume dei gas di scarico di 800 forni crematori attraverso l’autorizzazione all’aumento delle ore di funzionamento della centrale ed è lo stesso PD che non ha voluto indire un referendum quando si poteva fare, ad esempio nel 2012 quando la sua Amministrazione diede il via all’iter per la realizzazione del forno crematorio che adesso contesta. Eppure il progetto preliminare da loro approvato all’epoca prevedeva persino l’utilizzo di casse con zinco e fino a tre turni per un totale di 3.120 cremazioni all’anno, quindi era assai peggiore di quello attuale dell’impresa aggiudicataria.
In questo scenario il parere contrario al referendum rilasciato in perfetta autonomia dall’apposita commissione, composta da funzionari o dirigenti che lavorano in Comune da anni e dal Segretario generale, ha tolto le castagne dal fuoco a questi signori del “vorrei ma non posso”, fornendogli la quadratura del cerchio a quella che a mio avviso è una farsa, perché non credo che il loro ultimo scopo sia quello di bloccare l’impianto. Ad ogni modo il mio auspicio è che il comitato per il referendum faccia come ha dichiarato ricorso contro il parere della commissione, anche se da certi personaggi coinvolti e dai manifesti esibiti durante i primi giorni della raccolta firme, mi sembra evidente che il suo principale obiettivo non sia l’indizione del referendum ma la strumentalizzazione politica per attaccare l’attuale Amministrazione.

Dario Menditto – Consigliere Comunale M5S, Presidente Commissione Ambiente