“Grandangolo”. Un Museo Civico del Mare e del Porto a costo zero nel Forte Michelangelo

CIVITAVECCHIA – E’ dal 14 luglio 2016 che il CASN-LANS (Centro Archeologico Studi Navali), soggetto promotore di “Navalia”, mostra che da luglio 2015 a febbraio 2016 ha riscontrato grande successo di pubblico, è ancora in attesa di risposta dal Sindaco Cozzolino e dall’Assessore alla Cultura in merito al progetto di portare un Museo Civico del Mare e del Porto nella Fortezza Michelangelo. E soprattutto a costo zero. Ma andiamo con ordine, ricostruendo la vicenda con il Comandante Mario Palmieri, Direttore del Centro raggiunto al telefono dalle domande della redazione di Centumcellae News per la rubrica “Grandangolo”.

Con protocollo n. 58390 – ha spiegato – il  giorno 14  luglio 2016, il Centro ha richiesto ufficialmente al Comune di Civitavecchia la concessione, per almeno  cinque  anni, del Maschio della Fortezza Michelangelo,  per la creazione di un polo Museale dedicato al Mare, al Porto e alla Navigazione Antica. Fino ad ora,  sono  giunte  solo delle informali  voci   che   segnalano  la necessità  di un bando di  gara  per una tale operazione e dubbi  che il CASN   non avrebbe all’attivo  nessuna  capacità ed esperienza  promozionale.”

Si spieghi meglio.                                          

Un’eventuale gara effettuata con bando pubblico, se fatta in modo generico, faciliterebbe i soliti pescecani della cultura che ben si conoscono per i loro capitali, ma  che, spesso, non hanno ‘nessuna voce in capitolo’ nelle materie che gestiscono, realizzando niente di nuovo la maggior parte delle volte, sia per la ricerca  che per l’offerta culturale. Ovviamente questi, dovendo realizzare qualcosa di tangibile e visibile da proporre al visitatore, spesso usano o copiano le idee e il lavoro di realtà come quella del CASN e con grande capacità di stipulare contratti con i Comuni per appropriarsi dei monumenti.”

Quale messaggio vuole mandare alle autorità?

“Vorrei ricordare all’Amministrazione che la Mostra Navalia, tra l’altro patrocinata dal Comune di Civitavecchia, dalla Guardia Costiera, dall’Autorità Portuale e dall’Università di Roma Tre, è stata un gran successo di scuole e di pubblico pagante, a dimostrazione che la qualità è la migliore capacità promozionale. E a conferma di quanto detto, aggiungo che, proprio durante ‘le Conferenze di  NAVALIA’, è nata l’idea di iniziare le prime ricerche archeologiche nel Porto di Centumcellae, grazie alla sensibilità e i permessi  concessi dal Contro Ammiraglio Tarzia, dalla Guardia Costiera e dalla Soprintendenza. Con l’Autorità Portuale e le Associazioni Locali (come la Civetta), si sono calati in mare anche i sommozzatori, facendo partire le prime immersioni archeologiche dal Molo del Lazzaretto.”

Per la realizzazione di questo Museo il Comune dovrà sostenere dei costi?

Assolutamente no. Dotare  Civitavecchia  di opere e ricostruzioni uniche al mondo, come  macchine e  parti a grandezza naturale, di navi romane che farebbero della Città un polo Culturale esclusivo, ad  alto richiamo di pubblico, sulla scena museale mediterranea e mondiale, avrebbe  per il Comune  un costo pari a zero, con tempi allestitivi e realizzativi che non superebbero i due mesi. Inoltre, nel progetto c’è tutto un lavoro di studio che potrebbe coinvolgere  e portare in città: scuole francesi, spagnole oltre Università di settore da tutta Italia, aprendosi e creando una rete di risonanza con Musei e Centri di Ricerca Mediterranei dell’argomento, con cui il CASN è in contatto e collabora da anni. Non bisogna essere laureati per capire che tale proposta, a costo ‘O’ per il Comune, potrebbe produrre nell’immediato, convenienti ricadute d’immagine e di natura economica  che dovrebbero fortemente interessare sia l’assessorato alle politiche  culturali, sia quello all’ economia  e al  turismo.”  

Molte scuole, crocieristi e civitavecchiesi che per caso erano di passaggio al Porto davanti alla sede dei Magazzini Romani, ricorderanno con piacere la Mostra Navalia. Questa mostra è stata un’occasione unica per mostrare a tutti le macchine ricostruite ad opera del CASN e, attraverso queste, il livello tecnologico e organizzativo della Flotta romana, poi, presa a modello da altre potenze navali come quella francese, inglese e spagnola. Questo dovrebbe indurci a riflettere che è nostro compito riportare in auge un tale splendore di radici e tradizioni marinaresche.

Prima di concludere, potrebbe spiegare in parole semplici di cosa si occupa il CASN LANS?                                                                                                                               

E’ un Centro di Ricerca che, da anni, studia e riproduce parti di navi con le tecniche costruttive originali, insieme a tutti quei sistemi tecnici e tecnologici di ausilio alla navigazione antica, presenti all’interno dei relitti scoperti ed investigati, sia a terra che nei Mari. Nei suoi laboratori sono stati studiati, monitorati e  replicati tutti i sistemi costruttivi navali che vanno dagli assemblaggi più antichi conosciuti, dal IV millennio a.C. a quelli adoperati per le imbarcazioni Minoiche, Fenicie, Etrusche, Greche e Romane. Dallo studio accurato e la sperimentazione di queste tecniche, il CASN ha potuto comprendere e pubblicare articoli scientifici, da cui si evince motivatamente: una tecnica costruttiva, quella delle carpenterie antiche e romane, molto più complessa ed evoluta rispetto a quella in uso per la costruzione delle attuali imbarcazioni  in legno.”

Il discorso meriterebbe un giusto approfondimento ma l’argomento potrebbe diventare troppo tecnico e per addetti ai lavori. I lettori devono comunque sapere che il CASN è l’unico Laboratorio italiano che si occupa di studiare e monitorare quanto delineato  ed offrire le sue consulenze e ricostruzioni a Musei, Direzioni di Scavo, CNR  e Università italiane e straniere,  spesso in sordina e dietro il sipario, ha specificato il Direttore.

Il CASN riceve delle sovvenzioni?

“No, anche se non è sovvenzionato da nessun ente pubblico, è in grado di offrire collaborazioni internazionali che vanno dai Centri di Ricerca Navali francesi a quelli inglesi di Exeter (OXFORD); le sue  ricostruzioni navali,  di logistica portuale e  idraulica sono presenti in Musei del Mare di mezza Italia con all’attivo mostre nazionali e internazionali. Nel territorio locale il CASN  ha curato, in passato,  gli allestimenti e le ricostruzioni navali  del noto Museo del Mare  del Castello di Santa Severa. I lavori e le intuizioni ricostruttive di questo Centro, sono anche finite, come soggetto, in trasmissioni televisive d’eccellenza a carattere scientifico e divulgativo come Ulisse, Superquark  e LineaBlu.”   

Attualmente il Centro a quali progetti sta lavorando?

“A febbraio di quest’anno, il CASN ha costruito e consegnato un’imbarcazione  oneraria romana di medio cabotaggio  a dimensionamento  reale,  del I sec. a. C.,  alla Regione Puglia in collaborazione con l’Università di Lecce, presso il nuovo Museo della Riserva Nazionale di Torre Guaceto. In questi mesi, sta portando ad  ultimazione nei suoi  laboratori,  le prime  ricostruzioni  funzionanti delle turbine lignee del noto scienziato siracusano Archimede (III sec. a. C. ), delle quali frammentari reperti sono stati ritrovati in Spagna in antiche miniere romane. Proprio per queste particolari ed uniche qualità di ricerca e sviluppo, il Centro è stato scelto per essere il Laboratorio Ufficiale di formazione studentesca dell’Università degli Studi di Roma TRE per l’archeologia subacquea e navale: l’unico di questo tipo nel quadro formativo universitario italiano.”

Per tutte le ragioni fin qui argomentate, per il CASN ma soprattutto per la città e i suoi abitanti, il Direttore Palmieri si augura che il Museo del Mare e del Porto non si riduca solamente ad un progetto.

Antonella Marrucci