Ci mancava solo il progetto per lo stoccaggio di rifiuti speciali

CIVITAVECCHIA – È stata convocata dalla Città Metropolitana, per il prossimo 11 luglio, la conferenza dei servizi per l’autorizzazione ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. 152/06 per un impianto di messa in riserva (R13) di rifiuti speciali non pericolosi sito in loc. Monna Felicita.
Il progetto prevede la realizzazione di tre aree di stoccaggio di balle di combustibile da rifiuti per un totale di 60.000 ton/anno, e una capacità massima giornaliera di 5000 tonnellate, destinate ad essere inviate verso inceneritori e cementifici in Italia e all’estero all’interno dell’UE e dell’OCSE.
“Si tratta di un’iniziativa imprenditoriale semplicemente inaccettabile da parte della società VIAMAR srl che, evidentemente, vorrebbe trasformare in ordinaria una modalità di gestione dei rifiuti e dei combustibili derivati che, al contrario, è propria delle condizioni emergenziali” dichiara l’Assessore all’Ambiente Alessandro Manuedda (nella foto).
“Nei giorni scorsi abbiamo contattato l’Amministrazione Comunale Capitolina per sapere se la Sindaca Raggi e la Giunta fossero a conoscenza del progetto presentato a Civitavecchia. Tale circostanza ci è stata categoricamente esclusa – continua Manuedda – così come è stato escluso qualsiasi rapporto con i trasporti di CDR che stanno pervenendo al porto di Civitavecchia in queste settimane, disposti dal Commissario nominato dal Prefetto Basilone per la gestione straordinaria del Consorzio Colari e della Società E. Giovi srl (titolari degli impianti TMB di Malagrotta) e che riguardano un quantitativo limitato di CDR accumulatosi presso gli impianti della due società raggiunte da interdittiva antimafia. Da quello che ci risulta, pertanto, il progetto presentato dalla VIAMAR srl è un’iniziativa slegata da qualsiasi tipo di programmazione in materia di rifiuti sia a livello regionale che di Città Metropolitana e siamo fiduciosi che il progetto possa essere prontamente respinto in sede di conferenza dei servizi, nella quale interverranno i competenti uffici della Regione, della Città Metropolitana e del Comune”.
“In ogni caso – conclude Manuedda – Civitavecchia non è disponibile a diventare la piattaforma del Mediterraneo per il commercio del combustibile da rifiuti, anzi riteniamo impensabile che ci possano essere in Italia aree dedicate a questo tipo di attività”.