Chi ha paura del Targa system?

Chi ha paura del Targa system? Il cittadino che non lascia la macchina in divieto di sosta? Che è attento a rispettare il codice della strada per non provocare disagi soprattutto a disabili, anziani, donne in stato di gravidanza? Che provvede correttamente a pagare l’assicurazione e a revisionare la propria vettura? Che se infrange le regole sa che è giusto pagare una sanzione perché le regole sono fatte proprio per essere rispettate? A rigor di logica dovrebbe essere tutto il contrario. Eppure, a giudicare dalla virulenta reazione scatenata dall’introduzione di questo nuovo sistema di rilevazione delle infrazioni al codice della strada, non sembra affatto così. L’indignazione si è levata alta, a tratti furiosa, talvolta scomposta, vedendo convergere destra, sinistra e centro. Viene lecito domandarsi: dov’è lo scandalo se quegli automobilisti sprezzanti delle regole, come spesso il nostro giornale ne ha immortalati in ogni angolo della città, vengono multati? Perché mai i tanti Neanderthal che sempre più si riproducono a Civitavecchia dovrebbero farla franca e continuare a restare impuniti?
Si dice che il Targa system è solamente uno stratagemma per fare cassa. Lo è sicuramente. Ma dov’è l’indecenza? In un Paese dove quotidianamente ci si lamenta dell’impunità dei furbetti e della sfrontatezza delle loro azioni, perché deve scandalizzare un sistema che permette di avere entrate stanando i furbetti anziché accanirsi contro tutti i cittadini? Che attinge solo dalle tasche di chi non rispetta le regole anziché prelevare da tutti aumentando le tasse? Si replica affermando che punisce in modo indiscriminato. La sanzione iniqua è quella che colpisce indistintamente onesti e disonesti, un po’ come la nota di classe a scuola, quando ci rimette anche chi si è comportato correttamente. Ma non è un ragionamento applicabile nei confronti di un sistema che sanziona solo chi non ha rispettato le regole. Qualcuno, con un ragionamento alquanto bizzarro, ha voluto far intendere che con il Targa system tutte le famiglie civitavecchiesi pagheranno circa 100 euro in più ogni anno, come se le sanzioni applicate da questo nuovo congegno elettronico venissero poi ripartite tra tutti i cittadini; si fa fatica a cogliere la logica delle sue argomentazioni, se non nella ricerca a tutti i costi della critica all’Amministrazione Cozzolino; che ha mille motivi per essere aspramente criticata, non c’è dubbio, ed i cui limiti in molti aspetti della gestione della città sono più che evidenti, ma che non può essere contestata a prescindere anche quando, come in questo caso, cerca di riportare un po’ di legalità in una città sempre più simile ad un far west. Appare un po’ pretestuoso giudicare il Targa system sulla base di un indice di gradimento nei confronti dell’Amministrazione. Tanto più che il Targa system è già stato introdotto anche in altre città del Lazio, peraltro simili per dimensioni a Civitavecchia, dove non governano di certo i Cinque Stelle: a Ciampino e Velletri, ad esempio, dove troviamo due sindaci del Partito democratico, oppure a Mentana e Cassino, dove governa il centrodestra; numerosi sono poi i Comuni del nord Italia con sindaci leghisti che hanno introdotto lo stesso sistema di rilevazione. Sono infingardi amministratori che fanno iniquamente cassa sulla pelle dei cittadini anche loro?
La vera sfida per Polizia locale e Amministrazione a Cinque Stelle, semmai, affinché dimostrino il loro reale operare per l’esclusivo rispetto delle regole, è attivare il Targa system in quella sorta di zone franche di Civitavecchia dove sporadicamente o quasi mai si vedono controlli, come Piazza Fratti, Piazza San Giovanni o il Lungomare Thaon de Revel. Allora sì che ne vedremmo delle belle.

Marco Galice