“Cervelli in fuga”. Tornerò, ma prima devo formarmi in Australia

CIVITAVECCHIA – Un’altra singolare esperienza di studio o lavorativa che un nostro giovane concittadino ha deciso di portare avanti all’estero, è stata intrapresa da Tiziano Striano, un ventiquattrenne che neanche sei mesi fa ha fatto le valigie e si è trasferito oltreoceano, ma già con il proposito di tornare nel suo paese natio.

Da quanto tempo ti sei trasferito? Ogni quanto torni? Pensi che prima o poi tornerai definitivamente?

“Attualmente sono quattro mesi e mezzo che mi sono trasferito a Melbourne con lo scopo di fare un’esperienza di vacanza lavoro all’estero per migliorare la lingua ed arricchire il mio bagaglio di esperienze. Tutto è cominciato come una normale vacanza e alla fine ho deciso di estendere la mia permanenza per quasi un anno. Data la distanza non sono tornato in Italia e credo che tornerò direttamente alla fine di questa esperienza”.

Dove ti trovi attualmente? È stato facile ambientarti e come lo hai fatto?

“Nella città dove mi trovo attualmente mi trovo benissimo e a dir la verità mi sono subito ambientato poiché avendo parenti qui nella città dove vivo sono stati di grande aiuto per muovere i primi passi. Non ho avuto problemi ad integrarmi con le persone di tutti i giorni a partire dall’ambiente lavorativo per arrivare poi alle persone con cui condivido il mio tempo libero”.

Vi sono delle differenze tra la mentalità e la cultura italiane e quelle australiane?

“La cosa che mi piace di più di questo paese e la grande varietà di etnie e culture differenti totalmente integrate nella società australiana. Da quando sono qua non ho assistito né subito episodi di razzismo. In Australia ho potuto riscontrare una mentalità totalmente differente da quella italiana, con pregi e difetti, tuttavia sono rimasto incantato dalla praticamente inesistente esistenza della critica alla persona, in altre parole nessuno ti giudica per come ti vesti, per come esci e per il tuo look. Ho visto molte coppie omosessuali andare in giro mano nella mano senza che nessuno li importunasse per la loro natura. In qualche modo ho trovato una civiltà più aperta ai cambiamenti è più rispettosa del prossimo”.

Hai avuto problemi in merito alla lingua locale?

“Non ho avuto particolari problemi anche se in ambiente lavorativo molti membri dello staff sono soliti parlare in uno slang molto stretto chiamato ‘the aussie slang’ al quale pian piano sto facendo sempre di più l’orecchio”.

Di cosa ti occupi attualmente? Hai altri progetti per il futuro?

“Questa per me è solo un’esperienza di vita e non ho in progetto di fermarmi o di crearmi un futuro all’estero poiché amo l’Italia con i suoi pregi e con i suoi difetti, soprattutto amo le persone a me care delle quali non potrei mai fare a meno. Presto infatti lascerò il mio attuale lavoro di barista e kitchen hand in un caffè per proseguire con il mio viaggio in altre parti dell’Australia”.

Sei soddisfatto della tua esperienza fino ad ora? La consiglieresti ad altri?

“Credo che tutti debbano fare un’esperienza simile alla mia poiché ritengo che sia molto costruttiva oltre al fatto di essere estremamente bella. A breve mi sposerò e andrò a vivere con persone straniere che come me stanno facendo questa esperienza e la sola idea mi eccita moltissimo. Credo che se fare un’esperienza del genere comporti rinunciare all’iPhone, al motorino o a una macchina senza dubbio ne valga assolutamente la pena. Quando inizialmente ero qui in vacanza e dovevo decidere se stendere la mia permanenza o meno, non ne ero sicuro poiché ciò mi ha comportato una spesa non proprio modesta (tra il cambio della dell’aereo e il cambio del visto); attualmente tuttavia posso dire che sono stati i soldi migliori che ho speso finora poi che si sta rivelando un’esperienza davvero incredibile”.

Giordana Neri