“Cervelli in fuga”. In Germania cerco la felicità che non ho trovato a Civitavecchia

CIVITAVECCHIA – Per la nostra rubrica “Cervelli in fuga” abbiamo voluto conoscere stavolta la storia di Patrizio Ghirga, 31 anni, civitavecchiese, da qualche tempo approdato in Germania dove sta provando ad inserirsi nel mondo del lavoro. Un’ esperienza nuova che pone Patrizio, per indole molto aperto alle novità, a confronto con una realtà differente e, a suo dire, per molti aspetti migliore della nostra. Unico obiettivo: “la ricerca della felicità”.

Patrizio, come è stato il percorso che ti ha portato a vivere in Germania?

“Vivo in Germania da un anno e 7 mesi, ad Hannover, capitale dello stato federale della Bassa Sassonia. Dopo essermi laureato in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, ho provato senza successo ad ottenere un dottorato fuori dall’Italia per avere la possibilità di fare un’esperienza che mi ha sempre affascinato, come quella di vivere per un lungo periodo in un altro paese ed allo stesso tempo arricchire il mio curriculum a livello internazionale. Ho cominciato un dottorato di ricerca all’università ‘Sapienza’ di Roma, in Scienze Farmaceutiche e ho avuto la possibilità di lavorare 10 mesi del mio percorso di studi alla Leibniz Universität di Hannover. In questo periodo di tempo ho avuto modo di conoscere un’altra cultura della quale mi sono innamorato e nella quale mi sono riconosciuto per alcuni valori che in Italia mi sono spesso mancati. Avere 17 anni e vivere la riconversione a carbone della centrale Enel di Civitavecchia mi ha fatto crescere e capire molte cose. Ho assistito alla vendita della salute di un’intera popolazione ad una multinazionale da parte di una classe politica locale completamente inadeguata. Crescendo, mi sono reso conto che quello che accadeva in questa città rappresentava, a livello politico, una rappresentazione in piccolo di quello che accadeva e accade tutt’ora a livello nazionale”.

Essere entrato in contatto con una diversa cultura ti ha illuminato?

“Ho cambiato in corsa i miei programmi abbandonando il dottorato non appena tornato in Italia, stanco dei tanti anni di studio e stanco della società intorno a me nella quale non riuscivo a riconoscermi e di conseguenza ad essere felice. Riconosco in Italia la presenza di persone valide e preparate in ogni ambito lavorativo, e provo tristezza a non vederle realizzate e retribuite per quello che veramente valgono. Ho deciso di cambiare perciò la mia vita e dare una sterzata verso la ricerca di un posto nel mondo dove vivere sereno e in armonia con l’ambiente che mi circonda e cominciare una carriera nel mondo chimico farmaceutico tedesco. Ovviamente non ho nulla contro la popolazione della mia città e se sono scappato è per essere felice, pensando alla mia città come una vittima della corruzione e del capitalismo energetico che affligge molte realtà in Italia”.

Come stai provando ad inserirti nel tessuto socio-economico tedesco?

“Da gennaio 2016 studio la lingua tedesca per inserirmi nel mondo del lavoro. Ho iniziato a Gennaio e ora ho un certificato di livello B1 e a breve sosterrò l’esame per ottenere il certificato B2 con il quale potrò presentare tutti i documenti necessari per iniziare a lavorare in farmacia. La conoscenza della lingua è la condizionale essenziale per accedere a determinati tipi di lavoro”.

Quali sono le maggiori differenze che stai notando tra i due paesi?

“Le differenze che ho notato sono per lo più  dal punto di vista sociale e possono essere riassunte in un’espressione: ‘in Italia lo spazio pubblico è vissuto come lo spazio di nessuno, mentre dove vivo ora lo spazio pubblico è vissuto come lo spazio di tutti da difendere e da vivere insieme’. C’è un’importante cultura del rispetto dell’altro, dei diritti dell’altro, che si traduce automaticamente in un rispetto quasi maniacale della natura e del silenzio. Da non sottovalutare ‘il silenzio’, fattore molto importante per quanto mi riguarda, al fine di non accumulare stress dopo una giornata lunga di studio o lavoro. Ovviamente l’economia tedesca permette di non essere molto stressati essendo il tasso di disoccupazione molto basso e il funzionamento dei servizi pubblici risulta quasi impeccabile. Un altro fattore importante è la totale assenza di bisogno di avere un auto. Tutto può essere fatto utilizzando la bicicletta grazie a piste ciclabili che attraversano tutta la città e permettono di arrivare ovunque. Ed infine un altro fattore importante è il basso livello di criminalità. Si può uscire di casa lasciando le finestre aperte e non avere alcuna preoccupazione a riguardo se non quella della pioggia”.

Ti manca, nonostante tutto, Civitavecchia?

“Mi manca la mia città come i miei cari, il mare e le lunghe estati, ma ho scelto di fare quello che mi rende maggiormente felice nella vita inseguendo i miei sogni. Le condizioni climatiche sono molto differenti ma più che vivibili grazie anche all’organizzazione impeccabile che permette di vivere la città anche quando la temperatura tocca i -15°C in inverno”.

Hai intenzione di tornare, prima o poi?

“Per ora non mi faccio domande rispetto a  quando tornerò. Al momento preferisco non iniziare alcuna vita economica in Italia. Prenderò quindi la residenza in Germania con un occhio al futuro. Non vorrei crescere domani mio figlio in Italia sapendo che esiste un altro posto dove evitare molti eventuali problemi, sia salutari, per via dell’inquinamento, sia sociali, per il brutto momento che attraversiamo ora dal punto di vista degli investimenti nella ricerca e nell’istruzione, che a mio avviso hanno già prodotto una società stressata e sfruttata da una classe politica corrotta che agisce solo per il proprio interesse privato monetario e non tutela i diritti dei cittadini e perciò quelli della mia eventuale famiglia di domani”.

La tua è una scelta etica e di ricerca di una migliore qualità della vita. E’ così?

“Ho capito che per stare meglio e realizzare i miei sogni dovevo provare a farlo in un altro paese perché non ho mai perso la fiducia in un mondo migliore, ma forse in una Civitavecchia migliore si. Voglio vedere il mondo e non voglio arricchire le tasche di chi ha sempre rubato amministrando. La Germania non è il paradiso, ma i valori che ho trovato mi hanno fatto capire che ad Hannover posso condurre una vita come ho sempre sognato di fare ed avere sempre la possibilità, grazie all’ampia offerta di lavoro, di avere credito da investire nelle vacanze nella mia amata Italia. Purtroppo, ad oggi,penso all’Italia solo in funzione delle mie vacanze”.

Ismaele De Crescenzo