L’altro latte: cereali e legumi da bere

Ormai in commercio se ne trovano tantissime varietà: latte di soia, di riso, di kamut, di cocco, di avena, di mandorle,di farro, ognuno diverso dall’altro ma tutti ottenuti esclusivamente da fonti vegetali.
Nonostante vadano affermandosi sempre di più, soprattutto grazie al dilagante stile “vegan”, i latti vegetali sono ancora circondati da un certo alone di incertezza e dubbio nei loro confronti, un po’ perché si chiamano latte ma latte non sono, un po’ perché sono molti i consumatori del tradizionale latte vaccino che non avvertono la necessità di avvicinarsi a questi latti alternativi.
In effetti più che latti andrebbero chiamate bevande a base di acqua e vegetali, semi, cereali o legumi che siano, in quanto col latte animale hanno poco a che fare; eppure non hanno nulla da invidiargli dal punto di vista nutrizionale. Il valore energetico dei latti vegetali è circa lo stesso del latte parzialmente scremato, hanno un minore contenuto di grassi saturi e maggiore di polinsaturi, quota di zuccheri variabile a seconda del vegetale da cui derivano, la percentuale proteica è quasi invariata rispetto al latte vaccino e, a differenza di esso, contengono fibra, anche se in piccole dosi. Inoltre, sono ricchi di vitamine, in particolare quelle del gruppo B, di minerali ed antiossidanti. Tali bevande sono veri e propri alimenti, rappresentano quindi sia un modo per variare la scelta alimentare quotidiana, sia un’ottima alternativa al latte di origine animale nel caso in cui esso causi dei disturbi, come l’intolleranza al lattosio, (tutti i latti vegetali hanno il vantaggio di esser privi di lattosio, zucchero che scatena l’intolleranza in coloro privi dell’enzima lattasi)allergia alle proteine del latte e colon irritabile.
Per quanto ci riguarda, siamo abituati da sempre al consumo di latte animale, è un’usanza radicata nelle nostre tradizioni culturali ed è scontato continuare a berlo dopo lo svezzamento.In realtà ciò che per noi è dato per scontato, può essere molto relativo per altri. Ad esempio nelle culture orientali sarebbe improponibile pensare di bere il prodotto della secrezione della ghiandola mammaria di un animale in età adulta.Questione di punti di vista.
Il messaggio che sentiamo ripetere di continuo da mass media, parte della comunità scientifica, amici e parenti è che il calcio del latte rende le ossa forti ed è essenziale per prevenire l’osteoporosi, per cui diventa automatico considerare questo alimento e suoi derivati come fondamentali per una giusta mineralizzazione ossea. Ciò che però non viene sempre specificato è che un suo consumo eccessivo potrebbe fare più male che bene. Infatti, se da una parte il latte fornisce un alto quantitativo di calcio, dall’altra esso veicola anche altre sostanze organiche e proteine acidificanti; il nostro organismo però non tollera bene uno stato di acidificazione e, nel tentativo di ristabilire il giusto equilibrio, risponde liberando calcio e fosfati basici che fungano da “tampone”, prelevandoli, per l’appunto, proprio dalle ossa. Così si rischia un bilancio negativo del calcio, ossia una condizione in cui il calcio consumato dalle ossa è più di quello ceduto dagli alimenti. Esistono vari studi ed evidenze a favore di questa teoria, ad esempio l’Harvard Nurses Health Study ha seguito clinicamente per 12 anni 75 000 donne che consumavano aumentatati quantitativi di latticini, mostrando che le stesse avevano una maggiore incidenza di osteoporosi e di fratture ossee. Anche in Italia la situazione è piuttosto critica: uno dei paesi che consuma più latticini al mondo e con un altrettanto elevato tasso di osteoporosi. Effetti negativi del genere sono correlati ad un consumo di latte e latticini di circa mezzo litro al giorno, quantità molto elevata ma facilmente raggiunta da un quarto della popolazione italiana. Questo non toglie che il latte sia un alimento ideale ed indispensabile per l’accrescimento, ma solo per i lattanti e solo quello umano. Con ciò non si vuole dunque demonizzare il consumo di latte ma invitare ad un suo moderato e consapevole consumo.
Per quanto riguarda il calcio, esso si trova anche in fonti vegetali (che a differenza di quelle animali, hanno un effetto alcalinizzante) come legumi, semi di lino,di sesamo, cavolo verde, spinaci, soia e mandorle. Assumendo quotidianamente latte vegetale è possibile soddisfare l’assunzione giornaliera raccomandata di calcio. Ad oggi ne esistono più di dieci tipi, tra cui alcuni sono particolarmente degni d’attenzione per le loro caratteristiche nutrizionali.
Latte di soia: è il più comune dei latti vegetali e con meno calorie, possiede un elevato contenuto di calcio e proteine, quasi equivalente a quello del latte animale. È ricco di potassio e magnesio, ideali per tenere sotto controllo l’ipertensione arteriosa. Ottimo nel tenere sotto controllo la glicemia, in quanto la sua composizione di macronutrienti libera gradualmente gli zuccheri mantenendone stabile concentrazione ematica. Data l’alto contenuto di isoflavoni, può esser d’aiuto alle donne durante la sindrome premestruale e nella menopausa. Aiuta a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo LDL ed è ricco di ferro e vitamina B1.
Latte di mandorle: è piuttosto calorico ed energetico, ma anche gustoso, indicato in casi di spossatezza ed anemia.
Le mandorle sono ricche di preziosi nutrienti che dovrebbero far parte di ogni dieta sana, tra cui acidi grassi polinsaturi,minerali ed antiossidanti (vitamina E) con effetti benefici sulla salute dell’apparato cardiovascolare. Contiene inoltre una modesta quantità di fibre che può venire in aiuto di stitichezza, oltre a ridurre rischio di cancro colonrettale.
Latte di riso: è quello che contiene meno grassi e ricco di zuccheri semplici, fornisce energia prontamente disponibile. Particolarmente indicato per i bambini dato lo scarso potere allergenico e la facile digeribilità. L’alto contenuto di triptofano e vitamine del gruppo B aiutano l’equilibrio del sistema nervoso. Possiede proprietá depurative e distensive.
Latte di avena: tra le sue principali proprietá c’è quella di aiutare a ridurre il colesterolo e i trigliceridi nel sangue. Contiene molte fibre che favoriscono la digestione, come il beta-glucano, una fibra solubile che alimenta la flora intestinale. Inoltre, il latte d’avena è ricco di carboidrati complessi, ad assorbimento lento, ed è per questo un alimento ideale per il controllo del peso. Oltre a migliorare la digestione, favorisce la sensazione di sazietà e possiede un buon contenuto di acido folico,indicato per il ricambio cellulare e nelle donne in gravidanza.

Alessandra Stella