Indifferenti allo sfruttamento

CIVITAVECCHIA –Il problema è sotto gli occhi di tutti ma sembra che non si voglia notare, per quanto in città se ne parli ormai da mesi e le Forze dell’Ordine, oltre alla Procura, ne siano sicuramente al corrente. Eppure senza alcun reale intervento. La Mediana e la Zona industriale continuano infatti ad essere quotidianamente terreno di prostituzione e conseguente sfruttamento, un crimine che si consuma ogni giorno tra l’indifferenza sotto i nostri occhi. Giovani ragazze costrette ad appostarsi lungo la strada in attesa di clienti, con tutto il dramma delle loro storie che situazioni come queste nascondono.
A levare un grido d’allarme, appellandosi alle Forze dell’ordine, è il Movimento della Vita, che pone proprio l’attenzione sul fenomeno dello sfruttamento, e spesso della violenza, delle minacce, e dei contestuali abusi, di cui sono vittima le ragazze obbligate a prostituirsi.
“Sono un paio di anni, nonostante la vigenza di apposite ordinanze sindacali, che un racket malavitoso ha individuato la zona mediana di Civitavecchia come luogo privilegiato per svolgervi i propri affari – afferma il Presidente Fausto De Martis – strade buie, poco trafficate, clienti che affluiscono dal circondario, facilità di appartarsi. Ce n’è abbastanza per affezionarsi alla zona, nell’ottica del protettore o dei protettori che, ogni sera, senza fatica, intascano il frutto del sesso a pagamento. Un’entrata fissa cui non possono rinunciare: le ragazze (forse una decina), devono rendere, legge o non legge, ordinanza o no del Sindaco (adottata in passato e giustamente riproposta dall’attuale amministrazione), sanzioni o non sanzioni. Il sodalizio criminale che supporta l’attività di prostituzione nella nostra città, sta evidentemente radicandosi e si sente forte, se può permettersi impunemente, da anni, di scavalcare un’ordinanza sindacale che ha forza di legge nel territorio comunale e di agire impunemente nelle vie cittadine. Un domani questi signori potrebbero arricchire l’offerta con altre attività illecite, com’è prassi. O anche solo gettare, per il momento, uno sguardo sulle tante attività commerciali ed industriali della zona”.
“La prostituzione, in se stessa – prosegue – non è illegale. Ma è illegale adescare i clienti, esibirsi nudi e compiere atti osceni in luogo pubblico. L’ordinanza del Sindaco che vieta l’attività di meretricio nelle vie pubbliche cittadine, è altresì motivata, oltre che dal disagio e dall’allarme sociale che essa ingenera nella popolazione, dai rischi derivanti alla circolazione automobilistica causata dalla distrazione dell’utente stradale, per le manovre azzardate ed imprevedibili dei soggetti richiedenti ed interessati. Ed inoltre, per tutta la notte, gli spazi pubblici della periferia nord cittadina ove si svolge il ‘mestiere’, diventano ricettacolo di rifiuti e residui organici, di degrado e pericolo per la salute pubblica, con rischio sanitario alto. E’ anche universalmente accettato il fatto che, da un punto di vista umano, la normalizzazione, l’autorizzazione e la legittimazione dello stupro sociale che quotidianamente le giovani prostituite subiscono, costituisce un fatto inaccettabile, come lo è la schiavitù e la commercializzazione e la vendita di un corpo umano, un fatto che non trova giustificazione alcuna”.
Il Movimento per la Vita avanza la sua proposta: “Per contrastare questa turpe attività potrebbero essere utili alcune telecamere posizionate nelle zone strategiche, che potrebbero anche rivelare particolari interessanti su coloro che accompagnano le ragazze al ‘lavoro’. Solidarietà, infine, per le vittime e massima condanna per i loro sfruttatori, che attuano una gravissima forma di violenza contro di esse, costringendole negoziare, contrattare e vendere la loro intimità. Un discorso di grave corresponsabilità, vale anche per i clienti, che consentono il perpetuarsi della situazione di illegalità ed i cui comportamenti, ai sensi dell’ordinanza, vanno sanzionati, come avviene in molti paesi europei quali la Svezia e la Francia, dove la prostituzione è stata dichiarata illegale, in quanto considerata altamente lesiva della dignità della persona”.
“Chiediamo pertanto – conclude De Martis – l’intervento deciso delle forze dell’ordine, applicando le sanzioni per i clienti e quelle previste per le ‘sex worker’ (allontanamento, divieto di permanenza nel territorio cittadino, foglio di via) qualora le giovani siano invece consenzienti e non intendano ricevere alcun supporto o aiuto da associazioni o servizi preposti, in grado di offrire una possibilità di emancipazione e di recupero sociale”.