“Ceeveetavecchia”, la satira dei giovani che non si arrendono

CIVITAVECCHIA – A volte capita di dimenticare un aspetto piuttosto importante della vita cittadina che non rientra necessariamente nel classico ambito della cultura tradizionale, ma contribuisce considerevolmente a rendere interessante quello della cultura locale. Ci riferiamo alla satira, sottovalutata da chi crede che solo determinate forme d’arte possano costituire un valore aggiunto per la città, senza considerare che essa contribuisce a costituire quella coscienza cittadina alla quale spesso conviene avvicinarci con un sorriso, piuttosto che distaccarcene con amarezza. In particolar modo quella satira brillante e disinteressata di cui la pagina facebook “Ceeveetavecchia” costituisce un ottimo esempio, avendo ormai raccolto un seguito piuttosto rilevante soprattutto tra i giovani. A spiegarci in maniera più specifica l’origine e lo sviluppo del progetto vi sono gli amministratori della pagina, che pur avendo deciso di restare anonimi, si sono dimostrati ben disposti a concedere un colloquio chiarificatore con la nostra redazione per quanto concerne il loro lavoro in opera ormai da più di un anno.

Da chi è partita l’iniziativa di creare la pagina? L’idea è vostra o avete colto spunti da altri fenomeni del web?

“L’idea di creare la pagina è partita da noi due amministratori. Eravamo in giro con gli amici in quelle giornate in cui passeggi tra Ghetto e Via Montegrappa. Era da un po’ che seguivamo la pagina ‘Salveene’, in cui viene preso di mira il famoso politico, con vignette in cui le ‘i’ nelle parole vengono scritte ‘ee’, e l’inglese è mischiato con l’italiano. Facendoci ridere un sacco la pagina e avendo pensato che presso di noi non ci fossero pagine del genere, abbiamo deciso quel giorno di fondare Ceeveetavecchia”.

Avevate avuto esperienze simili prima?

“Sì, ne abbiamo avute. Abbiamo gestito per un annetto una pagina in cui postavamo immagini prese dal web. Adesso è sepolta negli archivi di Facebook fortunatamente!”.

Perchè la scelta di questo nome?

“Come detto in precedenza, è l’inglese che si mischia con l’italiano, e quindi Civitavecchia è diventata Ceeveetavecchia (ricordatevi che le ‘ee’ inglesi si leggono ‘i’ in italiano, e non sbagliate come fanno molti)”.

Come si svolge il vostro lavoro sulla pagina? Ogni quanto viene aggiornata? I post li create solo voi o ricevete anche idee da terzi?

“Per quanto il termine ‘lavoro’ ci sembri un’iperbole, la pagina viene aggiornata giornalmente per mantenere un contatto con i fans. La maggior parte dei post è creata da noi, anche se spesso, e li ringraziamo, i fans ci mandano delle idee, o delle vignette già create, che noi ripostiamo o ‘arricchiamo’. Fortunatamente abbiamo fans ‘infiltrati’ nelle politica, che ci forniscono immagini inedite e utilissime!”.

Perchè chi è nel mirino della vostra satira non dovrebbe sentirsi screditato? Avete ricevuto qualche lamentela in proposito?

“Perché nelle nostre vignette non mettiamo mai in mezzo la politica, perciò non giudicando il loro operato, buono o cattivo che sia, non sentiamo di screditarli. Lamentele quindi, fortunatamente non ce ne sono state ancora”.

Avete avuto le soddisfazioni sperate dal seguito della pagina o non immaginavate che avrebbe potuto accogliere un pubblico simile?

“Le nostre piccole soddisfazioni ce le siamo tolte, dato che molte persone che fanno parte delle nostre vignette ci hanno fatto i complimenti sotto le vignette stesse ed in privato. Inoltre molta gente ci ha scritto che riusciamo a strappargli sempre un sorriso, che anche se non può sembrare, per noi significa tanto. Tutto questo ‘successo’ era stato preventivato, perché nella nostra città è una cosa nuova, però non pensavamo di arrivare così presto a tutte queste persone. In un solo anno comunque siamo riusciti a raccogliere un buon pubblico, per una realtà non grandissima come la nostra. Comunque riteniamo che essere intervistati sia già un traguardo!”

C’è una ‘vignetta’ che preferite in maniera particolare? Se sì, per quale ragione?

“Sì, è visibile al seguente link: http://on.fb.me/1Sbqo5f. E’ la nostra preferita, perché oltre ad essere una delle prime, è anche quella che rappresenta la gioventù civitavecchiese, e poi è anche quella che ha dato un po’ inizio al successo della pagina”.

Come mai la scelta di restare in anonimato?

“L’anonimato ci fa sentire un po’ i Batman di Civitavecchia, due personaggi avvolti nel mistero. Comunque a parte gli scherzi, visto che alla fine a noi interessa far ridere la gente e non metterci la faccia, abbiamo deciso di non rivelare la nostra identità, anche se in realtà chi ci conosce ci ha scoperto dopo due giorni”.

Come giudicate il rapporto dei giovani con la politica cittadina?

“I giovani secondi noi, sono un po’ disinteressati alla politica, perché è un mondo che sembra molto lontano al singolo cittadino. E’ vero che non si deve fare di tutta l’erba un fascio, ma quando si sente ‘quello ha rubato questo e quello ha rubato quello’, ti passa la voglia di stare a sentire quello che dice il solito politico di turno. Comunque poi la fascia che va dai 14 ai 17/18 anni è difficile che si interessi alla politica, anche perché si hanno per la testa altre cose. Non diciamo che sia giusto, però anche a noi è capitata la stessa cosa. Più che essere cittadina questa cosa, purtroppo riguarda il nostro paese in generale”.

Dietro la vostra satira brillante si cela quello sconforto largamente condiviso per la situazione civitavecchiese? C’è un messaggio particolare che il vostro progetto vuole comunicare?

“Beh, un po’ di sconforto e delusione c’è sempre nella nostra satira, anche se cerchiamo di deviare gli argomenti su altre tematiche, quelle della Civitavecchia che ci piace, del dialetto civitavecchiese, dei nostri detti e usanze più vecchie, dei cittadini veri, quella dei nostri nonni. Diciamo che uno dei messaggi che vogliamo comunicare è racchiuso nel logo, che riprende il simbolo originale della nostra città, ma che sostituisce l’albero con Torre Nord. Ceeveetavecchia è la città che noi non vorremmo, quella dipendente dall’Enel, non la città d’incanto. Infine come messaggio sociale ogni tanto abbiamo cercato di far capire che è inutile lamentarsi sempre della nostra città e poi essere i primi a rovinarla, ad esempio imbrattando i muri o rovesciando le panchine per puro divertimento”.

Giordana Neri