Usi civici, Petrelli a Zingaretti: “E’ ora che la Regione risolva il problema”

CIVITAVECCHIA – Il Consigliere comunale Vittorio Petrelli scrive al Governatore Nicola Zingaretti per sollecitare una soluzione rispetto all’annoso tema degli usi civici a Civitavecchia, lamentando l’eccessivo tempo trascorso in questi anni senza che la Regione Lazio sia riuscita a porre ad un problema che comincia ad essere sfiancante per i cittadini ccoinvolti. Di seguito il testo integrale della lettera.

“Egregio signor Segretario Zingaretti,
con molta enfasi, ha presentato i 3 giorni di mobilitazione tra la gente per promuovere il tesseramento e presentare le proposte di governo.
Già al termine della seconda giornata Lei ha dichiarato che “I risultati sono andati oltre le aspettative”; tuttavia, non credo di sbagliare se dico che nella mia citta, Civitavecchia, non si è ottenuto il trionfo di cui lei ha parlato.
Probabilmente, a livello locale, i risultati sarebbero stati migliori se la Regione da Lei Presieduta avesse risolto l’annosa questione degli Usi Civici; inoltre, avreste certamente avuto un militante in più, perché anche io mi sarei iscritto al Suo partito.
Signor Segretario, purtroppo la Regione da Lei amministrata continua ad avere una grossa responsabilità sulla mancata risoluzione della vicenda degli Usi Civici, dato che questa vicenda impedisce ingiustamente a 5.000 piccoli proprietari di esercitare i propri diritti; infatti, questi, dopo aver acquistato un immobile (secondo la normativa vigente), non possono vendere o succedere, dato che il loro bene è gravato dal vincolo demaniale. Ricordiamo che questi proprietari non hanno avuto nemmeno la possibilità di difendersi nelle sedi opportune, perché non c’è mai stata alcuna notifica dei procedimenti e perché l’individuazione delle terre gravate è avvenuta contro ogni norma posta a garanzia degli interessati.
Nonostante ciò i cittadini si sono mobilitati, dopo impegnative ricerche presso l’archivio di Stato, sono stati rinvenuti atti ufficiali che dimostrano come questo vincolo si sia interrotto nel 1827 con la vendita del “diritto dominio”, che in passato spettava alla Comunità. Lo stesso CTU della prima causa in corso davanti al Commissariato Usi Civici, nella sua perizia, non parla di qualità demaniale dei terreni.
Inoltre, il Commissario agli Usi Civici che si sta occupando della questione, di fronte al numero elevatissimo, superiore al migliaio, di ricorsi presentati, ha auspicato una soluzione amministrativa della vicenda.
Secondo l’Università Agraria di Civitavecchia, la soluzione sta in una proposta ufficializzata nella Determina n. 51/19 del Comitato esecutivo (neppure il massimo organo dell’Ente), che rappresenta la brutta copia delle leggi regionali approvate durante la Sua legislazione al fine di favorire la liquidazione degli Usi Civici e che la Corte Costituzionale, con sentenza 113/2018, ha ritenuto incostituzionali (comportando ingenti danni a centinaia di cittadini che si ritrovano con atti nulli).
Tuttavia, una soluzione equa e praticabile non deve andare, necessariamente, nella direzione proposta dall’Agraria: lo scarso senso delle istituzioni e la mancanza di affidabilità dimostrati in questi anni di gestione ne sono tangibile riprova. Mi riferisco, ad esempio, a quando l’Università Agraria ha ricusato pretestuosamente il giudice che si stava occupando della questione o a quando ha preteso una nuova perimetrazione delle terre, asseritamente di uso civico, ad opera di un perito che, al tempo stesso, riveste la carica di perito demaniale e di Ctp dell’Università Agraria e- che soprattutto non ha la qualifica di perito istruttore. La soluzione amministrativa non deve necessariamente andare nella direzione prospettata dall’Agraria. Per questi motivi e per altre circostanze negative che sarebbe lungo elencare, lo stesso Consiglio Comunale di Civitavecchia, lo scorso 23 settembre, con Delibera nr. 116 ha approvato all‘unanimità, quindi anche con il voto favorevole dei due esponenti del Suo partito presenti in Consiglio Comunale, un ordine del giorno che invita gli organi competenti (in primis la Regione) a valutare se esistano le condizioni per il commissariamento dell’Ente agrario.
Signor Presidente, con nota E.U.0419135 del 31.05.2019 la Direzione regionale competente riconobbe corretta una mia constatazione riguardo gli effetti positivi sulla vicenda degli usi civici che sarebbero derivati dal reperimento della sentenza della Corte d’appello di Roma del 20.05.1993 in relazione alla iniziale sentenza del 1990, tant’è che gli stessi uffici chiesero alla Università Agraria di valutare per quali terreni quegli effetti si fossero prodotti. Purtroppo, sono seguite dichiarazioni negative da parte di esponenti politici dell’agraria che hanno minimizzato la portata di quella sentenza e, nonostante abbia richiesto, con due apposite pec, di essere messo a conoscenza delle analisi tecniche, dell’Avvocato e del Perito Demaniale, sulle quali si fondavano quelle dichiarazioni, a tutt’oggi non ho avuto alcun riscontro.
Un ultima riflessione ma non per questa meno importante: non vorremmo che i lunghi tempi di attesa che sono andati oltre quelli consentiti dalle norme, tempi che ci insospettiscono, servano ad intorbidire quello che è già torbido. Così come non vorremmo che la complessità della materia, sostenuta in ogni sede, sia un grimaldello per giungere ad una soluzione pasticciata che non rende giustizia: Civitavecchia non è come Ardea: gli atti trovati sono inequivocabili.
Signor Segretario, non possiamo invogliare le persone ad avvicinarsi alla Politica se poi, quando hanno modo di rapportarsi con la gestione amministrativa, si accorgono quanto questa sia lontana dalla verità e dal buon senso che, in questa caso, dovrebbe essere sufficiente per trovare una soluzione alla problematica, considerato, peraltro, che gli atti rinvenuti sono inoppugnabili”.

Vittorio PetrelliConsigliere Comunale, aspirante tesserato