Taxi romani a Civitavecchia, il Codacons dichiara guerra al Comune

CIVITAVECCHIA – Toni duri in conferenza stampa questo pomeriggio da parte della presidente del Codacons di Civitavecchia Sabrina De Paolis, presso la sala stampa della sede locale dell’associazione. Oggetto della questione è stato il controverso “Protocollo d’Intesa della Città metropolitana – Bacino comprensoriale servizio pubblico non di linea”.

Siamo venuti a conoscenza che nel marzo 2017 l’amministrazione della nostra città – ha esordito la dott.ssa De Paolis – ha sottoscritto un protocollo, insieme con gli altri comuni delle città metropolitana, di cui siamo stati tenuti tutti all’oscuro fino allo scorso mese e che va gravemente a discapito del territorio e, in particolare, dei 21 taxi civitavecchiesi. Abbiamo raffrontato tante criticità nel documento in questione, in linea di massima tutte ascrivibili al suo essere a favore dei tassisti romani, a scapito proprio di quelli civitavecchiesi. Agli oltre settemila taxi capitolini sarà consentito infatti recarsi fino al porto scarichi, per prendere crocieristi da accompagnare fino a Roma e negli aeroporti con tariffe altissime, fra i 120 e i 180 euro. L’obiettivo è quello di agevolare i trasporti per la Capitale, ma non può essere questo il modo, semmai andrebbero sviluppati più servizi di linea”.
C’è anche un aspetto paradossale, a detta della stessa De Paolis, e cioè che i taxi civitavecchiesi non potranno neanche recarsi a Roma scarichi, per percorrere la tratta inversa. “Questo è un affronto bello e buono al territorio: i pochi taxi civitavecchiesi si ritroveranno ad avere una concorrenza agguerritissima, mentre la nostra città avrà inevitabili problemi d’inquinamento ancora più seri. Il fatto è che Civitavecchia – sostiene la dott.ssa De Paolis – in queste situazioni non può essere ritenuta parte della città metropolitana”.

La presidente del Codacons ha dichiarato poi di aver emesso una prima diffida, in data 22 gennaio, in base al parere dell’Autorità Regolazione Trasporti, che tuttavia è rimasta inascoltata. “Tutte le criticità che abbiamo riscontrato insieme all’ART e che abbiamo riportato sulla nostra diffida sono state ignorate, così che il 1 febbraio ci siamo trovati fra le mani un secondo protocollo sostanzialmente identico al primo, se si esclude la questione relativa all’attivazione dei taxi collettivi, che comunque va direttamente a vantaggio anche dei tassisti romani. Ci siamo adoperati allora per una seconda diffida, ribadita anche di recente e per ora siamo in attesa”.

In ogni caso, l’attacco più grave è stato quello sferrato all’amministrazione comunale: “L’amministrazione dovrà rispondere dell’aver ignorato le necessità dei tassisti civitavecchiesi, oltre a non aver considerato le gravissime conseguenze ambientali che comporterebbe l’attuazione del protocollo. Mi viene da pensare che l’unico motivo alla base della sottoscrizione sia l’affinità politica fra la giunta comunale pentastellata di Civitavecchia e di Roma. Senza contare che l’amministrazione si è impegnata in futuro a risolvere eventuali criticità, ma intanto non si è fatta problemi a firmare”. Svetta fra tutte l’accusa mossa nei confronti dell’ass. al turismo Vincenzo D’Antò: “L’assessore ha spudoratamente dichiarato in commissione di aver chiesto il parere preventivo del rappresentate dei tassisti civitavecchiesi prima della sottoscrizione, ma proprio il suddetto rappresentate, con le sue parole, ha smentito l’accaduto. L’assessore ha mentito e questo è un fatto gravissimo, per il quale ne chiediamo subito le dimissioni”.

“Bisogna fare qualcosa: se andiamo al TAR non potranno che darci ragione, ma noi puntiamo comunque a portare questi fatti così gravi fino in Procura” ha chiuso poi la presidente del Codacons.

 

Patrizio Ruviglioni