Sondaggio sull’outlet: poca informazione e tanta contrarietà

CIVITAVECCHIA – Il 61% della popolazione non è a conoscenza della costruzione del nuovo outlet. Di questa, la maggior parte è contraria al progetto. Tra i commercianti la maggioranza è a conoscenza del progetto, ma la contrarietà sfiora picchi del 90%. Commercianti e cittadini si trovano d’accordo sul fatto che l’outlet ridurrà gli introiti della città provenienti dai croceristi, in quanto le visite saranno limitate alla sola zona portuale.

Queste alcune indicazioni derivanti dalla indagine che il centro culturale “Meno poltrone e più panchine” ha presentato questa mattina, in collaborazione con l’istituto Demetra, in una conferenza stampa.

Il rischio a cui si va incontro – spiegano gli esponenti di Meno poltrone e più panchine – è di sottovalutare un progetto, quello dell’outlet che rischia di mettere in crisi gran parte del comparto terziario; ma ancor più grave rischia di interrompere quella sinergia tra porto e città, che tra mille difficoltà iniziava ad instaurarsi. Il futuro di Civitavecchia deriva dalla sua capacità di fare sistema: Civitavecchia capofila di una marca territoriale che ha tutti i fondamentali, per fare in modo che il crocerista diventi turista, e che venga spinto a tornare essendo a conoscenza, attraverso una opera di promozione, del patrimonio Unesco presente a tarquinia e Cerveteri; del patrimonio naturalistico di Tolfa ed Allumiere, e recuperare quella vocazione turistica che Civitavecchia e Santa Marinella avevano fino a poco tempo fa e spazzata via dalla scellerata scelta delle centrali Enel”.

“Bisogna crederci – proseguono – sia nel riportare a vocazione turistica un territorio, sia a fare in modo che Civitavecchia a tutti gli effetti si trasformi in città porto. La scelta dell’outlet, che in maniera più raffinata, assomiglia al tanto sbandierato terminal del gusto, ipotetico creatore di posti di lavoro, e conclusosi nella tragedia, sia per i giovani, che per le imprese. L’outlet farebbe rimanere all’interno del porto, quel valore aggiunto (90 milioni di euro) che i croceristi lasciano in città, tra terziario trasporti e servizi. Renderebbe, e questo è la cosa più grave, impossibile promuovere a circa 500 mila turisti che restano in città la conoscenza di un territorio ricco di cultura, grastronomia, tradizioni e paesaggio”.

I dati dell’istituto Demetra, è stato rimarcato in conferenza stampa, dimostrano un profondo scetticismo e “sono dati su cui varrebbe riflettere attentamente, partiti e organizzazioni di impresa e la stessa amministrazione”.

“In questa città – concludono – oltre il 70% delle imprese appartiene al terziario, a quel microcapitalismo cellulare tanto bistrattato, ma che è al primo posto per creazione di posti di lavoro .Un settore che andrebbe tutelato, salvaguardato, non messo in difficoltà”.

 

Nel dettaglio il sondaggio svolto dall’Istituto Demetra: sondaggio outlet