“Si, dunque, condanna!”

CIVITAVECCHIA – Il Sindaco Antonio Cozzolino replica all’ex Primo cittadino Fabrizio Barbaranelli. Di seguito la nota integrale pervenuta da Palazzo del Pincio.

Leggo la prosopopea di Fabrizio Barbaranelli e mi viene in mente l’assunto popolare che dipinge Civitavecchia come città senza memoria. Un assunto che certo non si riferisce, né io mi riferisco, alla memoria storica che ha visto questa città lottare contro la barbarie nazifascista e conquistarsi la medaglia d’oro al valor civile per l’alto tributo pagato in tale lotta. Nulla di tutto ciò.
Mi riferisco, invece, all’operazione di cancellazione della memoria di quanto avvenuto in questa città negli ultimi trenta anni, dei saccheggi e delle speculazioni a cui è stata sottoposta la sua economia, dell’avvelenamento della sua terra e della sua aria che ancora oggi stiamo pesantemente pagando, del degrado in cui stata lasciata da una gestione della cosa pubblica incentrata sulla cementificazione e sulla reiterazione di appalti inutili, piuttosto che sulla manutenzione doviziosa e la valorizzazione di quanto esistente e, in molti casi, prezioso, ed infine dell’indebitamento fuori misura in cui sono state sottoposte le casse comunali e non certo per migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Oggi coloro che hanno rappresentato la classe politica degli ultimi decenni, sorprendentemente, si stupiscono della mia condanna senza appello, squisitamente politica, davanti alla notizia dell’emissione di ordine di arresto per l’ex sindaco Moscherini, confondendo il piano politico con quello giudiziario.
Nel 2013 l’allora parlamentare Tidei alla notizia che l’allora Sindaco Moscherini era stato indagato dalla DIA, e successivamente prosciolto, chiese le dimissioni dello stesso. Ma il ricordo di tale condotta, che certo non fu criticata all’epoca, è stato fagocitato da quella memoria labile che tutto confonde e cancella, piegando la storia, ed i criteri di giudizio per raccontarla, a proprio uso e consumo.
La stessa memoria labile che non ricorda, ad esempio, quando l’ex sindaco Tidei voleva, di nascosto dell’allora maggioranza, far realizzare un inceneritore di rifiuti nei pressi della discarica di Fosso del Prete ben sapendo che non avrebbe potuto. Giochetto che pesa sulle casse comunali per oltre un milione e mezzo di euro di debiti fuori bilancio, ma che quella memoria labile ha cancellato consentendo pochi anni dopo di rinnovarsi, questa volta sotto l’egida del successivo sindaco Moscherini, con il pirolizzatore della Beg, anch’esso irrealizzabile e anch’esso costato al bilancio comunale ulteriori milioni di euro ancora da quantificare.
Ed ancora quella memoria che non ricorda le assunzioni smodate e immotivate, i salti di livello, le promozioni inspiegabili che hanno ridotto le partecipate ad un carrozzone fallimentare nel silenzio quasi assoluto di coloro che oggi si indignano alla mia condanna.
E potremmo continuare con le Terme, con la Privilege, con l’interporto, con la gestione della zona industriale, con la svendita e la cementificazione smodata del territorio, con le consulenze date immotivatamente (un avvocato di quell’epoca pretende dal comune un milione di euro per onorari!!!!!), con i mega stipendi, con i bilanci drogati e quant’altro.
E sorvoliamo, per signorilità, sui tanti scandali che si sono susseguiti e che certo non hanno esentato dal coinvolgimento la politica locale e i suoi esponenti.
Concordo con te quando mi dici, dall’alto della tua pluridecennale esperienza, che fare il sindaco, significa “Raccogliere l’eredità che altri ci hanno lasciato, buone e cattive, significa farsi carico del passato, del presente e del futuro”.
Ebbene caro Fabrizio, consentimi di chiamarti così essendo accomunati dal destino (e solo da quello) di aver fatto i sindaci protempore di questa nostra amata citta, questa è l’eredità che è stata lasciata alla città, questo il passato di cui mi devo e mi sto facendo carico, un passato che non lascia spazio al presente e complica notevolmente ogni visione del futuro e che, e questo è sotto gli occhi di tutti, schiaccia la vita materiale dei tanti uomini e donne che costituiscono la trama di questo tessuto sociale sofferente.
Si, dunque, condanna! Condanna per aver gettato questa città in un baratro dal quale è difficile uscire, nel quale l’economia è talmente intrecciata con la politica da sembrare quasi la stessa cosa, tanto che la sconfitta dell’una sta paralizzando la seconda, dove ogni lobby è stata autorizzata a saccheggiare. Una condanna che, prima di me, è stata sancita dalla collettività cittadina.

Antonio Cozzolino – Sindaco di Civitavecchia