“Riflessioni amare dopo la manifestazione”

CIVITAVECCHIA – E’ stata davvero molto bella la manifestazione a Torre Valdaliga del 29 ottobre scorso. Una prova di grande mobilitazione svoltasi con la presenza significativa del sindaco Antonio Cozzolino, della deputata Tidei e di altre cariche istituzionali che ora impone a tutte le forze politiche e sociali di seguire una stessa linea di indirizzo sul fronte dell’attività economica. Se infatti è vero – come è stato ampiamente richiamato – che il lavoro rappresenta il valore basilare della vita individuale e collettiva esso deve allora entrare con maggior frequenza nel dibattito politico locale per realizzare la centralità dell’uomo quale cittadino lavoratore.
Per ora – conveniamone – si discute di lavoro all’atto in cui esplodono le crisi aziendali, che purtroppo si susseguono con preoccupante frequenza. Assenti dalla discussione, coperte da un cono d’ombra, sono invece le puntate successive al manifestarsi degli stati di crisi, e cioè i tentativi esperiti o in atto per trovare adeguate soluzioni. Si vedano i casi di Interporto e Privilege Yard su cui solo ora si torna a dire qualcosa. E poi, si parla di lavoro nei convegni indetti sulle grosse tematiche dell’economia. Quando esperti del settore ed esponenti della politica sottolineano che in città e nel suo scalo esistono sicuramente i presupposti dell’atteso decollo economico e del decisivo incremento dell’occupazione, tra cui la vastità dell’area retroportuale. Sulla quale, però, ad evento concluso, nessuno si attiva per procurare l’insediamento di attività produttive.
Le riflessioni sono amare. E’ inconcepibile che a distanza di settant’anni dall’avvento della Repubblica la nostra città non riesca ad appropriarsi veramente del proprio sviluppo economico, ad instaurare su di esso una discussione autentica e incisiva. E che l’attività d’impresa resti talora esposta ai giochi di alcuni affaristi e speculatori che lucrano e poi licenziano, senza che il lavoro assolva alla funzione sociale che la Costituzione gli assegna. Con uno squilibrio intollerabile tra capitale e lavoro.
Civitavecchia – ne siamo convinti – deve far tesoro delle passate esperienze e sviluppare un vero ed efficace controllo sul versante gestionale delle imprese, sulla solidità del loro assetto societario e finanziario, sull’affidabilità del loro management. Mancando ciò, non può neppure esaminare lo stato di salute dell’attività economica, quando invece sarebbe indispensabile prestare un’attenzione focalizzata sui tanti suoi aspetti, tra cui le condizioni in cui versa la zona industriale, il funzionamento dello sportello unico, la tipologia dei contratti, i livelli retributivi, la reale produttività, l’aria che tira negli ambienti di lavoro, i casi di disaffezione al lavoro, la facoltà di scelta dello stesso, il mobbing e le altre dinamiche vessatorie. Tutte questioni non sufficientemente analizzate, ma che rivestono una vitale importanza per promuovere la costruzione di un tessuto economico sano ed espansivo, nelle quali può anche essere trovata sia la ragione di tanti fallimenti sia la soluzione di tante situazioni problematiche che puntualmente si ripropongono. Ed evitare così che l’occupato si trasformi in disoccupato.

Mauro Campidonico, Francesco Castriota e Giuseppe Fresi – Coordinamento del Polo Civico