Rifiuti di Roma nel comprensorio? Infuria la polemica

CIVITAVECCHIA – Allumiere, Bracciano, Civitavecchia, Tolfa, Castel nuovo di Porto, Riano, Guidonia e tanti altri territori delle provincie. Sarebbero questi i territori individuati dalla Città Metropolitana per ospitare i rifiuti della Capitale secondo il documento approvato nei giorni scorsi dall’assemblea capitolina. E immediata è partita la sollevazione dai territori e da tutti gli avversari del Movimento Cinque Stelle.

L’incapacità della Sindaca Raggi e della sua Giunta sia nella gestione attuale, che nella programmazione, mette i territori davanti a una storia già vissuta, che nella zona del comprensorio civitavecchiese abbiamo visto da vicino – afferma il Consigliere regionale Gino De Paolis – La causa di questa situazione è una Capitale malgovernata che da sola produce il 50% dei rifiuti dell’intera Regione Lazio e che ne differenzia ancora una bassa percentuale. Una politica ambientale dissennata che porta addirittura l’Assessora all’ambiente a vantarsi del fatto che non ci sono in previsione impianti sul Comune di Roma, scaricando le responsabilità della Capitale sulle comunità della provincia, che per assurdo in molti casi sono quelle che raggiungono livelli di differenziazione oltre il 65%. In ogni intervento, in ogni Consiglio regionale, in ogni occasione, abbiamo sottolineato la necessità che ogni comunità fosse responsabile dello smaltimento dei propri rifiuti, Roma per prima. Una posizione verificabile dai verbali ufficiali del Consiglio regionale. Siamo pronti alle barricate per difendere le nostre comunità e il nostro ambiente. Aspettiamo una presa di posizione pubblica anche da parte del Sindaco di Civitavecchia, che ha sempre sostenuto e condiviso la battaglia contro queste scellerate ipotesi.”

Sulla stessa linea la deputata Pd Marietta Tidei. “Il Movimento 5 Stelle non può continuare a fare scaricabarile, andando a danneggiare i cittadini della provincia di Roma – commenta – I rifiuti della Capitale vanno smaltiti sul territorio romano: non possiamo riproporre un’ingiusta divisione tra comuni di serie A e comuni di serie B, facendo pagare a quest’ultimi l’incapacità gestionale della Raggi. Ci auguriamo che la sindaca di Roma, che è anche sindaca dell’intera città metropolitana, possa iniziare ad assumersi le proprie responsabilità, dopo mesi e mesi di accuse infondate alla Regione Lazio e all’universo mondo”, conclude la deputata del Pd.

Duro anche il Capogruppo de “La Svolta” Massimiliano Grasso, che parla di allarme per tutto il territorio. “Un allarme silenziato dall’amministrazione grillina guidata dal sindaco Cozzolino – dichiara – che nonostante abbia tra le sue fila il consigliere della Città Metropolitana delegato all’Ambiente, Matteo Manunta, si è ben guardato dal prendere posizione e dal comunicare questa nefasta possibilità alla città. L’asse Cozzolino-Raggi (che presiede la Città Metropolitana) sta approfittando del chiasso elettorale per nascondere quella che sarebbe la pietra tombale per tutta quest’area. Faremo tutto il possibile per tutelare il nostro territorio ferito dall’amministrazione Cozzolino e dalle sue logiche di Movimento. Cosi come abbiamo impedito il Cara per gli immigrati a Civitavecchia, impediremo anche l’arrivo dei rifiuti di Roma”.

Chiamato in causa, il Consigliere metropolitano pentastellato, Matteo Manunta, replica così: “La Città Metropolitana non ha alcuna competenza attribuita dalla legge in merito alla scelta specifica di singole aree su cui allocare impianti di gestione rifiuti. Nel 2012 l’allora Provincia di Roma inviò alla Regione Lazio la planimetria per l’individuazione delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti, nonché le zone non idonee alla localizzazione di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti. La planimetria è stato il frutto di una sovrapposizione di tutti i vincoli gravanti sul territorio della provincia di Roma. Le ‘aree bianche’ così individuate, ossia quelle scevre da vincoli, sono in linea puramente teorica quelle idonee ad ospitare gli impianti di gestione dei rifiuti. Esse dovranno tuttavia essere indagate più nel dettaglio nel momento in cui vi saranno proponenti di progetti specifici, nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale (di competenza della Regione) cui dovranno essere sottoposti. La Città Metropolitana pertanto non sarà chiamata a scegliere tra le aree individuate dai tecnici dell’allora Provincia per il posizionamento di impianti di trattamento dei rifiuti indifferenziati, semplicemente perché non è l’organo individuato dalla normativa vigente per lo svolgimento di tale funzione. Per rispetto degli abitanti del territorio – conclude – sarebbe opportuno che non si continuasse a fare volutamente confusione sull’argomento rifiuti: ci sono precise competenze e sarebbe opportuno che la Regione Lazio cominciasse ad assumersi le sue responsabilità per quanto fatto, e soprattutto per quanto non fatto, in tutti questi anni”.