“Lo sforamento di Pm 10 non registrato dalle centraline del Consorzio”

CIVITAVECCHIA – “Mentre in tutta Italia è allarme inquinamento, anche a causa delle particolari condizioni meteorologiche, sembrerebbe esserci un mondo ideale in cui l’aria è sempre pulita: quello del Consorzio locale dell’Osservatorio Ambientale, dal quale tengo a precisare che il Comune di Civitavecchia è uscito lo scorso 29 ottobre con delibera consiliare, per entrare a tutti gli effetti nel vero Osservatorio Ambientale, quello istituito dalla Regione Lazio. Lunedì scorso nessuna delle sei centraline del Consorzio posizionate nel territorio comunale ha rilevato concentrazioni di PM 10 particolarmente elevate, con una media di appena 22 microgrammi su metro cubo”. Lo dichiara Dario Menditto, Presidente della Commissione Ambiente, dopo il terzo sforamento di Pm 10 rilevato nei giorni scorsi durante il 2015.
“Peccato – prosegue Menditto – che ci pensano le centraline ARPA a ricordarci che la situazione non è così rosea: quella di Villa Albani ha registrato uno sforamento di 52 microgrammi su metro cubo contro un limite di legge di 50, mentre le altre due, denominate Civitavecchia e Civitavecchia Porto, hanno riportano valori di PM 10 di 46 e 47 microgrammi. Come si può facilmente notare, il Consorzio ha registrato mediamente una concentrazione di polveri pari a meno della metà di quella rilevata dall’ARPA. È bene ricordare che anche qualora il Consorzio avesse registrato degli sforamenti, tali dati non sarebbero stati utili per prendere provvedimenti straordinari di contenimento del carico inquinante, in quanto solo i dati ARPA possono essere utilizzati a tale scopo, anche se per legge c’è un limite massimo di 35 sforamenti annuali e quello registrato lunedì scorso è soltanto il terzo”.
“In conclusione – conclude Menditto – nonostante le centraline del Consorzio siano dotate di strumentazioni adatte a rilevare principalmente gli inquinanti provenienti dal traffico veicolare, sembra che non siano utili nemmeno a questo scopo, figuriamoci a registrare l’inquinamento proveniente dalle altri fonti d’inquinamento ben più importanti e subdole presenti sul territorio. In quest’ottica è ancora più incomprensibile l’attaccamento di coloro che, riscopertisi improvvisamente neo paladini dell’ambiente, difendono a spada tratta l’operato del Consorzio, chiedendo di restarvi ancorati”.