L’altra soluzione

extracomunitari cassonettiCIVITAVECCHIA –  Un intervento fuori dal coro quello del Comitato Piazza Pulita sul tema caldo del rovistaggio nei cassonetti. E che approfondendo il problema fuori da schemi emotivi e impulsi ideologici propone non solo una lucida analisi della situazione ma anche soluzioni concrete; condivisibili o meno, ma comunque pratiche. E la risposta al crescente fenomeno dei cassonetti “depredati”, figlio di una povertà dilagante a cui occorre fare fronte non con anatemi all’indirizzo degli extracomunitari ma con politiche sociali, il Comitato risponde con la formula più semplice: eliminare i cassonetti. Come? Attraverso la raccolta differenziata Porta a porta. Di seguito il testo integrale del loro intervento.

“E’ vero non è uno spettacolo bello da vedere. Non è neanche dignitoso per chi lo fa e ogni volta che vediamo qualcuno farlo ci sentiamo profondamente umiliati al pensiero che un nostro simile sia costretto a fare questo per vivere. Non è neanche igienico. Rovistare nei cassonetti significa andare incontro a infezioni e patologie del caso. Ma tanto è. E checché ne dicano i moralisti e i benpensanti questo è un fenomeno destinato a crescere e a diffondersi. Non sono solo i rom o gli extracomunitari, sono anche gli italiani, i civitavecchiesi che abbiamo visto rovistare tra i rifiuti. Non si può arrestare la miseria e la disperazione. Il futuro è questo. Oramai è chiaro. Hanno negato la crisi per anni, facendo finta di niente, ed ecco i risultati, la crisi sta dilagando e ci sta corrodendo dentro e fuori. Bisogna  sviluppare stili di vita diversi, più sobri. Il consumismo è finito, è arrivato al capolinea. Non è più tempo di consumare in modo sfrenato, ma è tempo di riciclare. I beni vanno riutilizzati. Vanno aggiustati e riusati. Questi reietti della società stanno indicando una via. Rovistare nei cassonetti può diventare una forma di sostentamento. Una volta erano i cosiddetti stracciaroli. Chi non si ricorda di loro. Riciclavano metalli e cartone, ricavandone di che mantenere una famiglia, oltre che fare una buona azione dal punto di vista ambientale, non mandando in discarica tutti quei materiali riciclabili.
Il rovistaggio è un problema ma la soluzione c’è. Certamente non è nel reprimere questi comportamenti. Chi fugge dalle guerre, dalla fame e dalla miseria non si ferma davanti a niente. Non saranno certamente Bossi o Maroni a fermarli, con i loro strampalati proclami.
La risposta sta dentro la soluzione del problema rifiuti. Come si fa a non far rovistare nei cassonetti? Semplice, facendo sparire i cassonetti. E i cassonetti spariscono se si fa la raccolta differenziata porta a porta. In città, faticosamente, sta partendo la r.d. in alcuni quartieri, con l’obiettivo finale di estenderla a tutta la città.
La raccolta differenziata deve essere supportata da una isola ecologica finalizzata al Riutilizzo. L’isola ecologica ha tutte le caratteristiche e le funzioni di un normale centro di smistamento intermedio, ma è affiancata da un’area dedicata al Riutilizzo di tutte le merci che non sono ancora giunte al loro naturale fine vita. Una volta separato l’umido dalle plastiche, dai metalli, dalla carta, rimane il 10% dell’indifferenziato, che poi è quel 10 % da cui attingono i rovistatori, che dovrebbe andare in discarica. La maggior parte di questa percentuale è formata da oggetti che potrebbero,  dopo una igienizzazione o riadattazione, essere rimessi in circolazione per poter essere riutilizzati.
Una isola ecologica attrezzata dovrebbe avere una piattaforma di  accettazione di questi materiali.
Dove si decide se le merci sono in buono stato (dotate di valore di mercato così come sono), in medio stato (riparabili, restaurabili o bisognose di un drastico intervento di igienizzazione), in cattivo stato (irreparabili o irrestaurabili ma possibili fonti di componenti utili alla riparazione o restaurazione di altri pezzi) e in pessimo stato (deteriorate al punto da non poter essere riutilizzate in nessun modo)
Questo oltre a risolvere il problema del rovistaggio darebbe impulso a tutto il settore che si muove intorno al mondo del riutilizzo, che è formato da cooperative, mercatini e negozi dell’usato.
Da una indagine condotta dall’Occhio del Riciclone, cooperativa romana (il nome parla chiaro) si evince che nella città di Roma, il valore dei beni intercettati dalle isole ecologiche in assenza di porta a porta e rimessi in commercio con le forniture al settore dell’usato locale, a enti pubblici, a organizzazioni del Terzo settore e attraverso la vendita diretta ammonterebbe in un anno a euro 10.633.391. Invece con il porta a porta che passa attraverso l’isola ecologica, il fatturato in un anno aumenterebbe a euro 23.816.896. Che ne dite interessante?
Uno studio riferito alla città di Civitavecchia è già stato presentato dall’Occhio del Riciclone, tramite la nostra associazione “Piazza Pulita”, all’assessorato all’ambiente. Ma, ma, qui subentra la politica. Fermo restando la volontà dimostrata dall’Assessore a portare avanti il progetto sperimentale di raccolta differenziata porta a porta, non ci sono finora impegni per il riuso.
Forse non era più importante, anziché spendere i soldi per il cartellone estivo o per il misero spettacolo dei fuochi artificiali, spenderli per un progetto come quello a grandi linee sopra descritto?”.