“Ingiustificabile chiusura temporanea dei Servizi sociali”

CIVITAVECCHIA – Continua a far discutere l’annunciata chiusura degli uffici Servizi sociali dal 2 al 7 febbraio prossimi. Sulla vicenda, polemizzando con la scelta dell’Amministrazione comunale, interviene anche il circolo “Peolosi” di Rifondazione comunista, che definisce “ingiustificabile la sospensione di tale servizio, già drasticamente ridotto a poche ore settimanali”.
“Noi di Rifondazione Comunista – si legge in una nota stampa del Prc – sappiamo benissimo che la scarsità di risorse e di efficienza in risposta alle situazioni emergenziali è qualcosa che viene da lontano, ma non possiamo tollerare che chi dovrebbe implementare la funzione pubblica ed i servizi al cittadino, ricorra alla sospensione dell’attività di sportello. Già nel 2013 si sono registrati circa 500 casi di richieste di sussidi economici, decine di minori affidati ai servizi e criticità abitative a cui non si riesce a far fronte con una casa popolare ogni quattro abitanti. Segno che le già presenti figure professionali impiegate (di alto profilo e spessore etico, lo ricordiamo) andavano implementate, come andava regolarizzata e chiarita anche e soprattutto la questione retributiva, il salario accessorio e la reperibilità notturna e festiva, misure in assenza della quali abbiamo già visto rendersi necessario il ricorso agli interventi da parte della forza pubblica per mancanza di personale”.
Nel merito, il Prc chiede un adeguamento numerico del personale degli uffici, “poiché i lavoratori del sociale sono presenti in numero ben inferiore alle 10 unità, quando i parametri organizzativi regionali vedono necessario il rapporto di 1 operatore ogni 3000/5000 abitanti. Carenza questa tutta nostrana e condivisa dallo stesso Assessore Lucernoni”. “Allo stesso modo – proseguono – rammentiamo la richiesta della precedente Amministrazione, della presenza di personale di polizia municipale durante l’orario di ufficio, al fine di garantire maggiore sicurezza del personale che vi lavora, viste anche le pregresse situazioni di rischio di aggressione. Un complesso di circostanze, insomma, che rende inammissibile questa situazione per un Comune capofila del distretto socio-sanitario.
“Possibile che anche nel campo dell’esplosiva situazione sociale, riflesso di ogni fallimento politico del passato e del presente (locale e nazionale), il tempo si sia fermato da anni? Per quanto ancora dovremo insistere perché si evadano le richieste di cittadini-utenti e lavoratori del settore? La risposta – concludono dal Prc – è nell’assunzione di personale qualificato e diritti, non un cartello “chiuso per manutenzione”.