Inceneritore all’Nbc, De Paolis “interroga” la Regione

CIVITAVECCHIA – Dopo aver appreso dai quotidiani locali che è imminente l’approvazione del progetto preliminare per la realizzazione di un ossidatore termico per la distruzione delle armi chimiche presso il Centro Tecnico Logistico Interforze (Cetli) Nbc a Civitavecchia, questa mattina il Consigliere regionale di sel Gino de Paolis ha presentato un interrogazione all’assessore regionale all’Ambiente, Mauro Buschini. “Un atto dovuto, in continuità con la sempre manifesta contrarietà a qualsiasi impianto che preveda combustione sul nostro territorio – dichiara de Paolis – D’altra parte la politica si è già espressa in modo inequivocabile: a tutti i livelli istituzionali sono state approvate mozioni e ordini del giorno che esprimono netta contrarietà ad ogni eventuale ipotesi di incenerimento di qualsiasi rifiuto chimico. Ultima in ordine cronologico la mozione n.133 del 26 febbraio 2014 primi firmatari De Paolis e Vincenzi approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale del Lazio (che alleghiamo), ma prima ancora si erano espressi la Provincia di Roma su mozione analoga e più volte il Consiglio Comunale di Civitavecchia contro ogni tipo di incenerimento sul territorio comunale. Riteniamo opportuno che si esprima sul tema anche il consiglio Comunale di Allumiere, visto che la superficie del centro Chimico ricade nella giurisdizione di entrambi i comuni di Allumiere e Civitavecchia e che l’impianto potrebbe essere localizzato proprio nel territorio comunale di Allumiere”.
“Nell’interrogazione – continua De Paolis – chiediamo ancora una volta di sapere quali siano le competenze della Regione Lazio per scongiurare l’eventualità di un altro impianto potenzialmente pericoloso per l’ambiente e per la salute dei cittadini e dei lavoratori del nostro comprensorio. Chiediamo altresì che l’Assessore competente dia gambe alla mozione 133 e si attivi presso il ministero della Difesa anche al fine di una opportuna condivisione con il territorio su scelte importanti che riguardano le comunità residenti. Quando il Direttore dell’Ente dichiara apertamente che il progetto possa concludersi entro 4 anni, ammette implicitamente che la decisione è già stata presa all’insaputa sia delle istituzioni locali sia delle rappresentanze sociali. Al netto della contrarietà all’impianto stesso, la nostra principale preoccupazione è che la sua realizzazione possa aprire la strada ad altri tipi di servitù: in altre parole, bisogna scongiurare che oltre alle sostanze attualmente stoccate l’impianto possa, in futuro, essere utilizzato per lo smaltimento di sostanze provenienti dalle più disparate produzioni chimico – industriali”.
“Ma oggi – conclude De Paolis – è prioritario mobilitarsi per impedire qualsiasi ulteriore iniziativa che ostacoli la necessaria riconversione verso energie ecocompatibili; questa è l’unica strada percorribile per rigenerare un territorio già fin troppo maltrattato. Sono consapevole che ognuno si debba assumere le proprie responsabilità, ma a quanto pare il Ministero della Difesa ha già assunto unilateralmente le sue, e questo non può essere accettato”.