“Il terminal Trc deve portare lavoro alla città”

CIVITAVECCHIA – Zona depressa. Tale veniva ancora considerato nel secondo dopoguerra il territorio del centro Italia compreso tra Roma e la Toscana, assimilato al meridione quanto a opportunità di lavoro, produttività e reddito. Con estrema gradualità, e soprattutto in virtù dello sviluppo del nostro porto, è nato un tessuto imprenditoriale: ma alquanto disaggregato, che non ha determinato quel sensibile cambiamento del contesto economico che ci si attendeva. Si può dire, in definitiva, che il lavoro dalle nostre parti è sempre mancato, cosicchè ancora oggi una consistente fetta di concittadini si riversa ogni mattina su Roma per raggiungere il posto di lavoro.
E’ per tale fondamentale motivo che questo territorio non può tollerare che la progettazione e la costruzione del terminal croceristico della Roma Terminal Cruise, che consente l’attivazione di importanti occasioni di lavoro, vengano affidate da questa società – che pure opera organicamente e da tempo nel comprensorio – a imprese esterne ad esso. Come suol dirsi, molto fumo (quello emesso dalle navi) e niente arrosto (occupazione).
L’elenco di situazioni che confermano un tale modo di operare delle aziende è lungo, ma basti citare Enel e Tirreno Power.
Di che cosa dovrebbe accontentarsi la città, se le vengono tolte le occasioni più sostanziose di lavoro non è dato sapere. Forse delle briciole dei subappalti.
La città, e per essa l’amministrazione comunale, deve reagire a questa prassi e, compattandosi con tutte le forze politiche e i sindacati, rendersi promotrice della ricerca di vere soluzioni che diano finalmente fiato all’economia.

Mauro Campidonico, Francesco Castriota e Giuseppe Fresi – Coordinamento del Polo Civico