Il Pd: “20 mesi di nulla”

CIVITAVECCHIA – A venti mesi dal loro insediamento, e dopo aver incassato in prestito dall’Enel 7.000.000 di euro per garantirsi i loro stipendi (che forse dovranno restituire), è possibile fare un primo bilancio della Politica Ambientale dell’Amministrazione Cozzolino, quella che, in campagna elettorale, si spacciava come la più ambientalista di sempre.
Veniamo alle cose fatte: a parte una lettera alla Regione per chiedergli di intervenire per far abbattere il limite di zolfo all’Enel, l’unica cosa che hanno fatto è chiudere è la Rete di Monitoraggio della Qualità dell’Aria, prescritta dalla Commissione VIA all’Enel con il DECVIA 2003. Oggi l’Assessore Manuedda dice “ ….la stessa permanenza di quelle 11 centraline avrebbe dovuto essere espressamente autorizzata, su parere della regione circa il loro utilizzo per la Rete regionale dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito del rinnovo dell’Aia 2013..”. Un Assessore all’Ambiente dovrebbe sapere che una cosa è la Commissione VIA e una cosa è la Commissione AIA. Per eliminare una prescrizione VIA serve la Commissione VIA. La Commissione AIA ha l’obiettivo di ridurre le emissioni imponendo l’uso delle migliori tecnologie disponibili, e pertanto interviene sulla tecnologia e sulla gestione dell’impianto. La Commissione VIA ha l’obiettivo di ridurre gli impatti sul territorio e sulla salute delle popolazioni al momento della progettazione dell’impianto, e pertanto interviene all’interno ed all’esterno di esso, anche prescrivendo al proponente dell’installazione, come nel caso Enel, reti di controllo della qualità dell’aria. Queste reti, prescritte in Italia intorno a molti impianti, sono denominate private dal D.Lgs. 155/2010 perché, come nel caso di Civitavecchia, non sono previste nei Piani Regionali di Risanamento della Qualità dell’Aria. Alle Arpa spetta il loro controllo. (D.Lgs. 155/2010 art. 5 comma 7) non certo la loro gestione. Affidarne la gestione all’ARPA, infatti, significherebbe o scaricare i costi di gestione spettanti all’ENEL sulle spalle dei cittadini o, nel caso sia previsto un contributo economico da parte dell’Enel, generare un pericoloso conflitto di interessi tra controllato e controllore. Non bisogna infatti dimenticare che l’ARPA è l’organo tecnico istituzionalmente incaricato del controllo sulla corretta gestione dell’impianto e del rispetto dei limiti delle emissioni in aria ed in acqua.
Manuedda, quindi, avrebbe dovuto lasciar perdere le centraline che funzionavano perfettamente e davano lavoro a 20 persone, prima del suo arrivo, evitare di smantellare l’Osservatorio Ambientale ed occuparsi dell’autorizzazione tolta ad HCS per la gestione della discarica, della raccolta differenziata che ancora non parte, dei parchi pubblici ridotti a letamai, ad esempio.
E qui veniamo alle cose NON fatte. Per queste l’elenco sarebbe davvero lunghissimo. A farne uno, intanto, ci hanno pensato gli organizzatori della Marcia della Salute di venerdì scorso, mettendo nero su bianco 11 richieste di interventi urgenti in materie che vanno dal controllo dell’Enel e delle prescrizioni cui la Centrale deve ottemperare ad iniziative di tutela e salvaguardia del suolo, dell’acqua , per finire con richieste su traffico, Porto e gestione dei rifiuti. Domande che necessitano risposte che anche il Partito Democratico ritiene ormai improcrastinabili.
La solita tiritera sulle responsabilità di chi li ha preceduti , con accuse reiterate giornalmente, spesso anche utilizzando mezzucci diffamatori sui social network, soprattutto nei confronti della Giunta di centrosinistra, ormai non può essere sufficiente. Sono passati 20 mesi ed è arrivato il momento di spiegare a cosa è servito , per la città, pagare lo stipendio a sindaco ed assessori, neppure ridotto come prescriverebbe il M5S per gli amministratori pubblici.

La Segreteria del Partito democratico