“Il mare e La Frasca, un bene inestimabile da difendere”

CIVITAVECCHIA – Cosi, infine e com’era ampiamente prevedibile, è accaduto di nuovo. Le spiagge della “Frasca”, ancora una volta, ospitano i resti delle povere vittime di un criminale avvelenamento del mare, non individuato nella sua origine.
Pesci che vivono nel fondale, gronghi e murene, ma anche pelagici come i dentici, si spiaggiano senza vita fungendo da drammatici indicatori del gravissimo degrado delle acque e del benthos.
Come appena ricordato, tutto ciò era facilmente prevedibile. Tuttavia i disperati appelli dei moltissimi cittadini che frequentano la zona e che, indignati, ripetono da tempo come la moria di pesci si riproponga ogni anno tra la fine della Primavera e l’inizio dell’Estate, sono rimasti inascoltati.
Sono stati lasciati soli, non confortati dalla sensibilità e dai necessari provvedimenti, di un’amministrazione comunale assente.
Assente nel caso specifico, assente nella programmazione dell’uso delle spiagge, non ultima la gestione del Pirgo; assente nell’inserire il patrimonio “mare” al centro della sua attività culturale. Incurante del fatto che è proprio nell’entità “mare” che la città può ritrovare quel senso d’appartenenza che ci rende comunità, inattaccabile, quindi, da bassi interessi particolaristici.
Un’amministrazione miope e chiusa in una politica che non riconosce nella tutela e nella valorizzazione dei nostri magnifici fondali lo strumento di un futuro sviluppo svincolato dalle mortificanti e pericolose servitù attuali.
Indifferente aggiungiamo, allo sfruttamento di un territorio, dove le cave che estraggono materiali da costruzione quali sabbie, ghiaie e pietrame, privano i terreni di quei naturali filtri che fermavano gli inquinanti e le particelle più minute. Il risultato più immediato è la maggiore torbidità delle acque e un loro progressivo avvelenamento.
La creazione di un’Area Marina Protetta, proprio là dove ora la vita marina è decimata, non solo renderebbe giustizia a un’esigenza ambientale ed etica, ma costituirebbe anche una straordinaria, purtroppo “more solito” non compresa, opportunità di sviluppo economico e di occupazione, come ben dimostrano tutte le località, solo nel Lazio insistono le AMP dell’arcipelago Pontino e di Tor Paternò, dove questi strumenti sono stati applicati con competenza e passione.
La nostra costa, con la caratteristica concentrazione di iodio, era nota per la sua salubrità mentre ora lo spettro del grave inquinamento del mare, complice la colpevole inerzia di quest’amministrazione, rischia di trasformare l’oramai iniziata stagione balneare in un disastro economico e nell’ennesima occasione perduta.
Aspettiamo con fiducia i risultati dell’indagine della Capitaneria di Porto e le valutazioni degli Enti preposti per risalire alle cause e individuare immediatamente rimedi se possibile, nella speranza che gli eventuali responsabili vengano individuati e duramente puniti.
Il mare rappresenta il più importante bene comune della città, appartiene a tutti e per questo merita un impegno fermo e deciso e non ci sembra che fino ad oggi, sia il Sindaco che l’Assessore all’Ambiente, l’abbiano assicurato sia in questa come in altre circostanze.

Sinistra Ecologia e Libertà/Sinistra Italiana – Circolo di Civitavecchia –