“Hcs e concordato in bianco: il pericoloso concetto di legalità dei Cinque Stelle”

CIVITAVECCHIA – E’ di dominio pubblico la decisione di presentare, da parte del liquidatore Micchi, domanda di concordato in bianco al fine di congelare le azioni di recupero del credito intraprese dalle le decine di aziende, perlopiù locali, che vantano nei confronti di HCS. Al di là della validità giuridica dell’operazione, sulla quale non esprimiamo nessun giudizio di merito, vorremmo invece porre alcune considerazioni sia di natura politica che sociale.
Innanzitutto se questo è, secondo i dettami del Movimento e di questa amministrazione, e a cui Micchi deve inevitabilmente rispondere essendo il socio di maggioranza assoluta della partecipata, l’idea di rispetto della legalità allora siamo di fronte ad evidente caso di sdoppiamento di identità, evidentemente di natura schizofrenica. Quando leggiamo che a livello nazionale la politica, seppur qualunquista dei 5S inneggia ad azioni sostanzialmente opposte a quelle che avvengono a Civitavecchia, e ci riferiamo alla salvaguardia dei livelli occupazionali oppure alla difesa dei diritti dei “cittadini” ci viene il dubbio che decisioni scellerate, attuate senza alcun scrupolo verso il tessuto imprenditoriale e sociale sono figlie non di un ragionamento atto al risanamento sia finanziario che produttivo della azienda comunale, bensì di una azione coercitiva premeditata tesa all’eliminazione fiscale e legale di tutti quei soggetti che, secondo la idea settaria di Cozzolino e del suo circolo di eletti, hanno avuto l’unica colpa di aver fornito beni e servizi nel corso degli anni , peraltro nel rispetto di tutte quelle regole che sono punti fermi di questa amministrazione. E che, come è giusto sia, si aspettavano, fino a ieri, di essere regolarmente pagati e non di essere raggirati in maniera truffaldina, perdipiù con l’aggravante subdola della consapevolezza di ciò che questa azione avrebbe comportato.
Indubbiamente, e questo è il secondo punto, far fallire decine di aziende, molte delle quali di tipo famigliari o artigiane, è ritenuta la giusta punizione per aver, nel tempo, contribuito al deterioramento dei conti. Dimenticando che, negli ultimi due anni il debito accumulato rispetto alla precedente giunta è aumentato di circa il 50%, e non certo per colpe altrui, bensì per la superficialità e la totale incompetenza di assessori e consiglieri sempre pronti ad autoproclamarsi ma mai veramente consci della gravità del problema, a tal punto da non riuscire a elaborare, nel breve, un serio e necessario piano industriale che garantisca efficienza produttiva e garanzia occupazionale.
Tralasciando di dire che sul lastrico ci finiranno anche i lavoratori e le loro famiglie, alle quali magari con indifferenza verranno inviate richieste di pagamento per bollette arretrate, a fronte di un servizio che comunque è di infima qualità. Naturalmente sempre nel nome del rispetto delle norme e delle leggi.
Per questo motivo crediamo che sia davvero ora di mandare a casa questa giunta. Prima che i danni diventino irreparabili.

Segreteria PD