Dopo il Consiglio è subito polemica

Consiglio comunaleCIVITAVECCHIA – Clima politico teso dopo il Consiglio comunale questa mattina sciolto per mancanza del numero legale. E le opposizioni si accaniscono contro il Sindaco Moscherini reo di aver abbandonato l’Aula Pucci dopo il suo intervento. Il Consigliere dell’Idv Vittorio Petrelli evita polemiche e guarda alla sostanza del problema emergenza abitativa esprimendo perplessità sul recente accordo siglato dal Comune con l’Ater, definito lacunoso. “Il comune – afferma – in cambio della proprietà dei 10 ettari in località Torre d’Orlando dovrà reperire, per la permuta, aree per consentire l’edilizia pubblica in altre parti del territorio cui provvederà direttamente l’Ater con le sue risorse che ammontano a circa 23 milioni di euro.Aree di cui al momento il Comune non dispone e  mancanti dell’adeguata destinazione urbanistica. In sostanza con quell’Accordo si è solo avviato un iter che deve superare i seguenti  ostacoli: la mancanza delle risorse finanziarie per provvedere all’esproprio di quei terreni; i tempi di attesa perché quei terreni diventino edificabili. Di contro la soluzione di Torre d’Orlando, quella indicata dall’Ater è  immediatamente cantierabile senza dipendere da Enti esterni sia per le autorizzazioni che per le risorse garantendo entro 2 anni  la realizzazione di un nucleo di circa 300 unità abitative che darebbero la risposta definitiva ai fabbisogni cittadini”. “Possibile – la sua conclusione – che il Sindaco non possa giungere alla conclusione  che tutti gli sviluppi che vuole assicurare in quella parte a nord della città (PIAU)  lo si possano fare anche senza i 10 ettari di Torre d’Orlando?”.
Più duro invece il commento di Futuro e Libertà, secondo cui “abbandonare l’aula consiliare non è indice di stabilità politica”. “Se questo è il modo di amministrare e governare una città che dice di amare – affermano da Fli – beh caro Sindaco, non ci siamo proprio. E’ la seconda volta che si evita di discutere di cose serie. Prima la questione delle mense scolastiche ora le casette. E non è mai bello rimestare su una guerra tra poveri come quella che si è scatenata con le assegnazioni che Lei ha fatto. Questo non è voler bene alla città. Non è certo segno di democrazia abbandonare un consiglio in questo modo. Specie se si ha la convinzione di essere nel giusto, e non crediamo nemmeno che un consiglio comunale aperto sia un’aula giudiziaria e tanto meno che una discussione consiliare sia un processo. Del resto il Sindaco viene eletto dal popolo e al popolo deve dare spiegazioni attraverso i suoi rappresentati eletti nelle urne, come lo è stato lui del resto.
Per questo – concludono – pur diventando ormai monotoni, crediamo che, essendo la democrazia un valore, sia il caso che il Sindaco si dimetta”.
Rottura invece nell’Udc , con un duello a distanza tra l’Assessore Gino Vinaccia e il Consigliere Mirko Mecozzi. Il primo censura le dichiarazioni rese dal secondo questa mattina sulle casette di legno, definendole “una posizione personale, che non condivido, disconosco, e dalla quale prendo le dovute distanze, non rappresentando la posizione autentica del Partito”. Ma Mecozzi replica stizzito così:  “Il mio intervento in consiglio comunale è stato quello di leggere il comunicato stampa già fatto a suo tempo dal nostro segretario Marco Di Gennaro. Anche per il caso ‘Casette di legno’ la posizione del Gruppo dell’Udc è stata concordata per settimane con tutti gli amici del Partito. Purtroppo alle riunioni settimanali, Vinaccia è assente ingiustificato da anni e quindi non può sapere cosa si dice e si stabilisce. Per le Casette quindi la posizione personale sarà probabilmente quella di Vinaccia Spero a questo punto che il Segretario dia esecuzione alle norme che regolano la vita interna del Partito, richiamando Vinaccia al rispetto della linea politica e di tutti gli iscritti all’Udc. E’ fin troppo evidente che – conclude polemicamente – in base alle regole di convivenza dell’Udc, perdurando lo stato dei fatti occorrerà iniziare a considerare Vinaccia fuori dal Partito”.