CNA: “Tassazione per le imprese di Civitavecchia al 62,8%”

CIVITAVECCHIA – Nessuna inversione di tendenza. Anche nel 2018 le imprese di Civitavecchia suderanno fino al 16 agosto solo per pagare i tributi. Su 365 giorni, ben 229 si lavorerà dunque per la liberazione dal fisco e appena 136 per soddisfare i consumi personali e della famiglia. Queste le previsioni del Rapporto 2018 “Comune che vai fisco che trovi”, presentato stamane a Roma, a cura dell’Osservatorio permanente CNA sulla tassazione delle piccole e medie imprese, che analizza 137 comuni italiani.

Ma, oltre alla data del tax free day, c’è un numero che sintetizza quanto sia difficile fare impresa e programmare investimenti per il futuro nel comune costiero: 62,8 per cento. E’ il peso complessivo del fisco sul reddito d’impresa (total tax rate). Un dato che è superiore alla media nazionale, attestata al 61,4 per cento, con un aumento, seppure di poco (+ 0,2), sul 2017, e che fa scivolare Civitavecchia di due posti, dal 97° al 99°, nella graduatoria generale.

In più, secondo lo studio, che basa la sua analisi sull’impresa tipo italiana (con un laboratorio e un negozio, ricavi per 431mila euro, un impiegato e quattro operai di personale, 50mila euro di reddito), si assottiglia ancora il reddito disponibile, pari a 18.597 euro (- 120 euro rispetto a un anno fa; – 958 se il confronto è con il dato del 2011).

“Sono numeri da vertigine. Specialmente per le piccole imprese, una pressione fiscale così elevata costituisce il problema più grande. Senza un alleggerimento e una distribuzione del carico più equa, pensare al rilancio dei settori produttivi e alla creazione di occupazione è davvero impossibile”, commenta Alessio Gismondi, presidente della CNA di Civitavecchia (nella foto), che invita alla lettura dei dati comunali elaborati dall’Osservatorio.

Nel dettaglio, l’incidenza dell’Irpef e dell’aliquota Ivs (Invalidità – vecchiaia – superstiti) è pari al 40 per cento, delle imposte regionali al 7,2 e di quelle comunali al 15,6. Interessante la variazione registrata dal 2011 al 2018: nel primo caso si rileva un incremento del 6,3 per cento, mentre nel secondo c’è stata una bella sforbiciata del 9,4 per cento. “I tributi comunali, nello stesso periodo, sono saliti del 5 per cento. Un salasso insostenibile e che suscita indignazione, perché a cifre così elevate – sottolinea Gismondi – non corrispondono certo servizi efficienti. Anzi. I cittadini sono costretti a denunciare quotidianamente lo stato di abbandono in cui versano intere zone della città”.

Nelle proiezioni della CNA, il total tax rate si abbassa di 1,2 punti, al 61,6 per cento, nel caso delle aziende che hanno optato per l’Iri (Imposta sul reddito d’impresa, che sostituisce l’Irpef e le addizionali regionali e comunali ed è fissata, per il 2018, al 24 per cento sui redditi prodotti e lasciati in azienda). Per loro è anche maggiore il reddito disponibile (19.215 euro). Ma la percentuale delle imprese che optano per questo regime è poco significativa.

La pressione fiscale diminuirebbe altresì dello 0,9 per cento se il Comune riconoscesse la completa esclusione delle aree dove si producono rifiuti speciali dall’applicazione della Tari.

Emerge dal Rapporto della CNA un quadro davvero poco confortante per Civitavecchia e per l’intero Paese. L’Osservatorio pone particolare attenzione al fatto che si va ampliando il divario tra la pressione fiscale che grava sulle piccole imprese e quella media nazionale. Nel 2017 è andata dal 61,2 per cento sulle piccole imprese al 42,4 sulla totalità dei contribuenti: una ingiustizia che vale 18,8 punti percentuali.

E nella graduatoria del total tax rate balza agli occhi uno squilibrio incredibile: tra la città più virtuosa dal punto di vista fiscale, Gorizia, con un total tax rate del 53,8, e l’ultima della lista, Reggio Calabria, con il 73,4, si evidenzia una differenza di quasi 20 punti. Un abisso che si conferma anche nella classifica del tax free day: la prima città si libera dell’ingombrante “socio” fisco il 14 luglio, l’ultima il 24 settembre.

La crescita della pressione fiscale sulle piccole imprese non è, però, ineluttabile. Che cosa accadrebbe alla curva del total tax rate, prevista in ascesa, se fossero attuate alcune proposte di riforma presentate dalla CNA? La curva s’impennerebbe…all’ingiù. Le ipotesi dell’Associazione sono state presentate questa mattina ai rappresentanti del governo e del Parlamento intervenuti all’iniziativa sul Rapporto.