Breve omaggio a Ingrao e Ottobrini, due grandi della Storia italiana

Il 27 Settembre è stato un giorno di profondo lutto per la politica italiana: Pietro Ingrao e Lucia Ottobrini, due figure che hanno contribuito a scrivere la nostra storia, ci hanno purtroppo lasciato.
Il primo si colloca tra Sandro Pertini e Nilde Iotti, la seconda fu protagonista della Resistenza Romana, facile quindi comprendere quale eredità ci abbiano lasciato.
Politico, giornalista e partigiano italiano, Pietro Ingrao è un esponente storico del Partito Comunista Italiano. E’stato Direttore dell’Unità, Parlamentare alla Camera dei Deputati e Presidente della Camera dei Deputati dal 1976 al 1979.
La sua attività antifascista iniziò nel 1939 e continuò fino alla fine dei suoi giorni.
Cento anni vissuti all’insegna della coerenza e del rispetto dei suoi princìpi, dedicati alla sua e alla nostra Patria, per il popolo e tra il popolo.
Nel 1956, durante la sua direzione, scrisse due editoriali contro la Rivoluzione Ungherese, “Da una parte della barricata a difesa del socialismo”, uscito senza firma il 25 ottobre 1956, e “Il coraggio di prendere posizione”, pubblicato il 27 ottobre a firma P. I., posizione da cui poi si distaccò. Ricordiamo, infatti, che l’URSS attuò un’azione repressiva dei moti d’Ungheria mettendo addirittura a morte Nagy. La Rivoluzione Ungherese fu sottovalutata e relegata, anche da L’Unità, a qualche trafiletto che la identificò come poco più di un tafferuglio.
Dopo trent’anni Ingrao ebbe il coraggio di tornare sui suoi passi ed ammettere che nei fatti d’Ungheria, c’erano anche molti compagni convinti sostenitori dell’idea di socialisti e che quindi quel suo editoriale, non avrebbe dovuto essere scritto.
La sua linea politica seguì quindi sempre il filo di sinistra, valutando e scegliendo tra i vari scenari dipinti negli anni dagli altri protagonisti.
Nel 1996 gli fu conferita l’Onoreficenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.
Scrittore di saggi e poesie, ateo convinto, non fu comunque insensibile ad una certa spiritualità, pesando i casi più coerenti. In “Voglio la Luna” raccontò come avesse sempre cercato di approfondire i principi fondamentali che contraddistinguono un uomo di sinistra, ovvero la pace, il razzismo, la democrazia e le lotte operaie.
A lui il regista Filippo Vendemmiati si ispirò per il film del 2012 “Non mi avete convinto”.
In questo stesso scenario un altro personaggio ha condiviso la stessa ideologia, Lucia Ottobrini, protagonista della Resistenza Romana accanto al marito, Mario Fiorentini.
Partigiana spentasi all’età di novantuno anni, fu considerata la gappista più temuta da Kappler.
Ideò insieme al marito e ad altri l’attentato di Via Rasella e fu pluridecorata per meriti di guerra. Tuttavia, non fu mai sopraffatta dall’ebrezza delle onoreficenze ricevute e continuò a lavorare come impiegata, confermando con il suo stesso atteggiamento, i valori per cui si batteva.
Anche la Ottobrini ci lascia una preziosa eredità. Grazie al suo eroico contributo viviamo oggi in un Italia Antifascista. Il coraggio manifestato da donne come lei deve essere per tutti un esempio di coraggio e abnegazione.

Paola Bianchi – Associazione “Spartaco”