“Al porto tassisti e Ncc locali si sentono discriminati”

CIVITAVECCHIA – “Sarebbe interessante sapere come mai nel nostro porto si sia potuta instaurare una situazione tale per cui, nell’offerta delle proprie importanti prestazioni, tassisti, ncc ed esercenti di servizi pubblici non di linea di Civitavecchia sono convinti di essere in netto svantaggio su quelli provenienti da altre località della Penisola. E in particolare si trovino calati in una condizione costrittiva che non assicura loro quelle prospettive di crescita che da parte loro sarebbe logico e ragionevole attendersi in conseguenza del sensibile incremento dei traffici, in special modo crocieristici”. Inizia così una nota del Partito socialista locale sullo spinoso tema del servizio taxi ed Ncc nel Porto cittadino.
“E’ uno stato di cose – proseguono dal Psi – che al punto in cui siamo non sembra facile recuperare, dato che sul tema dei parcheggi e degli accessi alle banchine l’Autorità portuale e la Capitaneria di porto si contengono applicando il complesso quadro normativo costituito da direttive europee, codice della navigazione, leggi, regolamenti e competenze di vario genere e livello, comprese, naturalmente, le norme dell’Antitrust, con disposizioni orientate sì a salvaguardare l’efficienza, la sicurezza e l’ordine pubblico dello scalo ma al cui interno non è dato purtroppo rinvenire una qualsiasi forma di tutela dell’operatività degli operatori locali (tassisti e ncc). Mentre invece, sugli aspetti più propriamente commerciali dei permessi di accesso agli accosti delle navi da crociera interviene, ci sembra non senza una certa discrezionalità, la RCT. Fuori dai giochi pare collocarsi il Comune di Civitavecchia, pervenuto sinora a timide forme di tutela degli operatori cittadini. Ne discende, ed è questo l’assurdo, che l’infelice dislocazione degli stalli, gli ingressi alle banchine rigorosamente centellinati, i gravami delle turnazioni procurano alla bistrattata categoria dei conducenti delle auto pubbliche più intralci che possibilità di una ordinata e proficua attività lavorativa”.
“Al punto in cui siamo – concludono dal Psi – riteniamo vadano approfonditi e compresi i motivi di tanto perdurante scontento. E pensiamo che la trattativa per evitare le incomprensioni e i conflitti generati dai veti incrociati dei vari soggetti e rispecchiare invece la funzione mediatrice della politica si riapra con uno spirito autenticamente costruttivo, ponendosi nei fatti l’obiettivo di dare spazio alla sperimentata professionalità di questa benemerita categoria. D’altro canto, l’instaurarsi della discussione consente a tutte le parti in causa di far sentire la propria voce, garantisce parimenti che un problema sia visto nella totalità dei suoi aspetti, e fa sì che ognuno comprenda la diversità e la complessità degli interessi in campo. E, in ultima analisi, permette lo stabilirsi di una più stretta interdipendenza tra i membri di una società che tenda a farne una comunità armoniosa basata non su una serie di divieti ma su un ordine intimamente sentito come tale dai suoi membri”.