a Califano: “La delibera di Consiglio non è ‘fuffa’ ma un vero atto politico”

CIVITAVECCHIA – Rimango molto stupito, di fronte alla dichiarazione del commissario PD, Califano, che definisce ‘fuffa’ un atto d’indirizzo politico preso dal consiglio comunale. Onestamente non avrei mai pensato che un presidente di un principale organo collegiale, ricordo che la signora Califano è l’attuale presidente del consiglio comunale di Fiumicino, potesse screditare in questo modo una delibera consigliare, anche se non condivisa.
Definisce “fuffa” una delibera perché la stessa, secondo il commissario, non indica la strada da adottare per uscire dall’area metropolitana omettendo, spero non appositamente, di dire che all’interno del testo si fa riferimento all’articolo 133 della costituzione nel quale è definito l’iter per richiedere la modifica della circoscrizione provinciale di cui la delibera stessa presenta il primo passo.
Definisce “fuffa” una delibera perché nel testo è scritto “provincia limitrofa” non specificando la provincia effettiva. Tra l’altro, colgo l’occasione, per evidenziare che nel comunicato c’è un grande errore di geografia, ma si sa il commissario non è di Civitavecchia, infatti si afferma che la provincia più prossima a Civitavecchia è Grosseto. Anche un bambino delle elementari sa che Sant’Agostino, località balneare a 11 km da Civitavecchia, appartiene a Tarquinia, provincia di Viterbo.
Tutti in città, tranne qualche vecchio mestierante del PD, sanno quale è la provincia limitrofa di Civitavecchia, ovvero Viterbo. In consiglio, lo stesso PD, ha presentato un emendamento “costruttivo” proprio per cambiare le parole “provincia limitrofa” con “Viterbo”, facendo allusioni sul fatto che la maggioranza voleva nascondere quale era la provincia.
Forse al contrario è proprio il PD che vede in Viterbo e, più in generale nelle provincie tutte, un territorio di serie B rispetto all’area metropolitana. Spero di sbagliarmi, perché se così fosse il PD dovrebbe, a livello nazionale, spiegarlo a milioni di abitanti delle provincie che non diventeranno città metropolitana.
L’articolo prosegue con delle illazioni, che vanno tra l’altro di contro tendenza a quanto detto in consiglio dagli stessi esponenti del PD, che accusano questa maggioranza di tenere i piedi su due staffe, mentre il commissario afferma che Cozzolino non parteciperà alla conferenza dei sindaci metropolitani, di fatto senza garantire i diritti di questa città.
E’ tutto falso, il sindaco Cozzolino parteciperà alla conferenza, e verrà presentata una lista M5S per le elezioni del consiglio metropolitano con la speranza di riuscire, nonostante le indecenti ponderazioni e logiche elettive presenti nella legge 56/2014, di portare un esponente del m5s al consiglio e cercare di dire la nostra in fase di costituzione dello statuto.
Questo perché l’iter di modifica della circoscrizione provinciale è lungo e di esito non certo, quindi abbiamo il dovere, da amministratori, di seguire anche la strada, seppur indigesta, della città metropolitana.
Per concludere, una precisazione sulla consultazione popolare. Il PD, nel consiglio di venerdì scorso, ha proposto un emendamento per inserire il referendum consultivo all’interno della delibera. La maggioranza ha votato contro tale emendamento perché come al solito era del tutto strumentale, infatti il PD ha avanzato la proposta senza offrire l’opportuna copertura finanziaria. Un referendum costa centinaia di migliaia di euro, e il comune oggi non se lo può permettere, se avessimo accettato l’emendamento di Tidei, avremmo rischiato di non poter presentare la delibera di non adesione alla città metropolitana alla regione e di avviare, quindi, l’iter dell’articolo 133 della costituzione.
La delibera approvata prevede la possibilità, se ce ne sia bisogno di una consultazione popolare, ma a nostro avviso potremmo trovare altre starde più economiche. Ad esempio una petizione con 10/20 mila firme che di sicuro rafforzerebbero il peso di tale delibera.
Quindi l’appello che faccio alla città e ai cittadini è quello di firmare la petizione e renderla così una vera consultazione popolare, che non è necessaria per l’iter ma che legittimerebbe la delibera del consiglio, che al contrario di quanto detto da mestieranti, non è fuffa ma un atto di indirizzo politico vero e proprio.

Daniele Brizi – Consigliere M5S